Se Rob Reiner, il regista di Harry ti presento Sally, dirige una commedia scritta da Mark Andrus, lo sceneggiatore di Qualcosa è cambiato, il risultato non può che promettere bene. Se poi a interpretare il film troviamo Michael Douglas, attore consumato che riesce a essere credibile nel ruolo di un personaggio cinico ma con il cuore tenero, e Diane Keaton, che unisce bravura e femminilità, diventa chiaro perché Mai così vicini è un prodotto piacevole per il grande pubblico.

La storia vede protagonista Oren Little (Douglas), agente immobiliare della contea di Fairfield che, dopo la morte della moglie, in tempi di crisi fatica a vendere la sua villa al prezzo stabilito. Il suo piano è quello di trasferirsi nel Vermont ma, nellattesa, tormenta i vicini del piccolo complesso residenziale in cui si stabilisce, sulla costa. I mezzi non gli mancano: Oren è un anziano ricco, che non ha problemi economici e può fare quello che desidera. Ma non ha un carattere facile, è abituato a rispondere a tono e di certo non è tollerante; le cose peggiorano con larrivo della nipote Sarah, affidata al nonno dal problematico Luke.

Tra i vicini in guerra con Oren si distingue Leah (la Keaton), vedova gentile e infelice che, grazie alla sua grande sensibilità, riesce a fare breccia nei cuori più duri. Il rapporto tra lei e Oren è giocato sul classico incontro/scontro tra caratteri diversi tipico della commedia romantica, qui ambientata nel mondo della terza età. Grazie allabilità del regista e dello sceneggiatore, i toni non sono mai esagerati o grotteschi, ma si tengono nei confini dellironia tagliente che nasconde, ovviamente, la paura di amare di nuovo e il tentativo di difendersi dalla sofferenza e dal rischio di aprirsi agli altri, preferendo ritirarsi in solitudine.

Oren deve riconciliarsi con se stesso prima di accettare una nuova fase della sua vita: è sempre possibile ricominciare e vivere nuove esperienze, anche quando il passato è una strada molto più lunga del futuro. Luomo irritante, sarcastico e intollerante, è il classico personaggio delle commedie di Reiner, che si diverte a metterlo nelle mani di un attore in grado di interpretarlo e di renderlo (quasi) odioso, ma in modo simpatico, perché sappiamo che quella durezza è una maschera. Arriverà la donna-angelo a redimerlo, a farlo uscire dal guscio, con una fragilità che si accompagna però alla maturità emotiva, a una gentilezza tutta femminile.

La prevedibilità è forse il difetto del film, che non riserva sorprese per chi conosce il genere. D’altra parte la commedia romantica, indipendentemente dall’età dei protagonisti, è una fiaba e, come tale, è destinata a un happy end che non stupisce nessuno, ma consola molti.

Non è forse questa la funzione dei film come Mai così vicini? Prendere la realtà e raccontarla con tono ironico, sì, anche pungente, ma sempre con la speranza che il mondo sia in fondo un bel posto, dove le occasioni di amare, essere amati e trovare un angolo di felicità arrivano a qualunque età, se si è in grado di coglierle.