Rete 4 stasera propone Febbre da cavallo – La mandrakata, film del 2002 diretto da Carlo Vanzina e interpretato da Gigi Proietti, Enrico Montesano, Carlo Buccirosso, Nancy Brilli e Rodolfo Laganà. Si tratta del sequel di Febbre da cavallo, film del 1976 diretto dal regista Steno, sempre con protagonista Gigi Proietti. Del cast del primo film c’è anche Montesano. Per la sua seconda interpretazione di Bruno “Mandrake” Fioretti, Gigi Proietti ha vinto un Nastro dargento come miglior attore protagonista. Ha molti punti originali con il primo film, anche per quanto riguarda la colonna sonora, che include una versione aggiornata e remixata del celebre brano composto da Franco Bixio, Fabio Frizzi e Vince Tempera.
Va in onda questa sera su Rete 4 la commedia Febbre da cavallo – La mandrakata, film del 2002 con la regia di Carlo Vanzina e sequel di Febbre da cavallo, film di Steno del 1976 divenuto un piccolo cult col passare degli anni. La trama è ancora incentrata sulle avventure/disavventure di Bruno Fioretti, detto anche Mandrake (Gigi Proietti), che ritroviamo alle prese con cavalli e scommesse, come nel film precedente. A distanza di anni, infatti, Bruno, che ha divorziato dalla prima moglie e che è fidanzato con Lauretta (Emanuela Grialda), non riesce proprio a dire addio al mondo degli ippodromi, nonostante abbia promesso alla sua ragazza di chiudere con questo passatempo. A fargli compagnia ci sono nuovi amici, come ad esempio “l’ingegnere” (Andrea Ascolese), scapestrato studente di legge che non ha ancora terminato gli studi nonostante l’età non più tenera, e Marco detto “il micione” (Rodolfo Laganà), un bamboccione che sta ancora in casa coi genitori e che scommette a loro spese. Le scommesse del trio sembrano inizialmente azzeccate, anche grazie all’impegno dell’ingegnere e alle sue conoscenze informatiche, ma andando avanti col tempo i tre cominciano a non imbroccare più alcuna puntata. Per rimediare alla situazione, allora, Bruno partorisce una delle sue “mandrakate”, suggerita anche dalla forte somiglianza esistente tra Pokemon, un cavallo vincente, e Come va, va, un brocco che perde puntualmente. La sua idea è quella di far correre Pokemon al posto del brocco, in maniera tale da poter vincere poi somme più grosse, quando i cavalli verranno nuovamente scambiati. Alla mandrakata prenderanno parte anche due vecchie conoscenze di Bruno, e cioè Antonio Faiella (Carlo Buccirosso), contabile napoletano precedentemente truffato da Bruno, e Aurelia (Nancy Brilli), ex fidanzata di Mandrake che tenta da tempo immemore di sfondare come attrice, ma senza risultato. Per procurarsi il denaro necessario a effettuare la loro scommessa, Aurelia finge di essere la moglie di Antonio, in maniera tale da poter istituire un’ipoteca sull’abitazione di quest’ultimo, intestata alla sua vera moglie; tuttavia, dei soldi ricavati si appropria immediatamente “Er Cozzaro Nero”, cioè Nino Diamanti (Stefano Ambrogi), un usuraio a cui Bruno deve ancora restituire una grossa somma di denaro. Tornati al punto di partenza, giunge in soccorso della combriccola Armando Pellicci detto “Er Pomata” (Enrico Montesano), il vecchio socio di Mandrake che ha inscenato la sua dipartita tempo addietro per poter fuggire indisturbato in Australia, sottraendosi così a coloro a cui doveva dei soldi. Quest’ultimo mette in atto una truffa ai danni del figlio del macellaio, ma a causa di un suo errore riesce a ricavare dal suo imbroglio solo mille euro, novemila in meno rispetto ai diecimila preventivati: la mandrakata sembra così essere destinata ad andare in fumo. Imbrogliando il Cozzaro nero, il gruppo riesce finalmente a mettere in atto la truffa e a vincere la scommessa, ma a rovinare la festa ci penserà il conte De Blasi (Cesare Gelli), il legittimo proprietario di Pokemon, che ha scoperto l’imbroglio che ha coinvolto il suo cavallo e, pur evitando di sporgere denuncia contro i truffatori, pretende un risarcimento: per questo motivo Mandrake e gli altri si ritrovano nuovamente senza denaro, nemmeno quello sufficiente a prendere il treno per tornare a Roma da Montecatini, dove avevano iscritto Come va, va ad una corsa. La banda capeggiata da Bruno decide ugualmente di prendere il treno e incontra Armando nei pressi di Bologna, anche questo senza più soldi a causa di una scommessa persa. Tutti si ritrovano così a dover fuggire dal controllore mettendo in atto un’altra delle mandrakate di Bruno, quella che consiste nello scendere dal treno ad ogni fermata per poi salirvi nuovamente. Alla prima fermata incontrata, Armando e Bruno cedono al loro vizio giocando al gioco delle tre carte, e perdono così l’ultimo oggetto di valore ancora in loro possesso, un orologio d’oro.