Lestate, si sa, è iniziata oramai da un po, nonostante talvolta il maltempo ci voglia a tutti i costi convincere del contrario. Ma è proprio a causa, o grazie, alle piogge no-stop degli ultimi giorni che mi sono concessa un pomeriggio sul divano in compagnia di uno dei miei registi preferiti: Dino Risi. E per la prima volta, con laiuto di una sua pellicola mai vista prima, ho anche capito che -nonostante gli sfottò sui rotocalchi che ci giocano e ci divertono – le tante righe spese a proposito di eleganza in spiaggia, o mancata tale, non raccontano affatto cosa nuovissima, bensì sono lo specchio di un simpatico susseguirsi di soggetti che le spiagge le colorano sempre ben bene, ogni anno. Per lo meno dal 1965 a oggi.
Sì, perché con Lombrellone e lausilio di una bellissima Sandra Milo, si racconta la storia di due sposini poco fedeli, e forse anche ingenui, immersi inevitabilmente nella caciara delle belle spiagge romagnole. Lui è un quasi quarantenne ingegnere, tale Marletti Enrico, interpretato abilmente dal grande Enrico Maria Salerno, in partenza dalla capitale per raggiungere lei, la moglie Giuliana, col volto di Sandra Milo per lappunto, e col carattere peperino di unamante (del mare, delle spiagge ma non solo), in vacanza a Riccione da ormai qualche settimana.
E sarà, come può evocare anche il titolo, proprio la spiaggia, e tutti i suoi retroscena, in questo caso, a farla da padrone. Perché i due innamorati di personaggi davvero strambi ne incontreranno a bizzeffe, senza forse rendersi conto di essere a loro volta particolari, e in continuo intreccio con incontri forse poco chic ma di certo molto divertenti.
Marito un po sconsolato, moglie svampitella, la famiglia Marletti ha comunque il suo perché, anche se Germana, giocando con la sua bella femminilità, ne combina proprio di cotte e di crude. Dal gigolò (Jean Sorel) al battitore daste che pian piano riuscirà a farle spendere un pandemonio in cosuccie poco utili e per nulla carine, attraverserà addirittura una crisi matrimoniale, convintasi oramai a divorziare. E daltronde come biasimarla? Lestate è spesso tradimenti, e Dino Risi ce lo fa capire bene. Perché anche lingegnere, prima di trovar rimedio alla follia passeggera della mogliettina, a qualche flirt ovviamente cede, in compagnia di una spider e di unamica di Giuliana, a sua volta tutto pepe, che però, nonostante tutto, Emilio deciderà di accompagnare a casa da signore, senza quindi cedere ad alcuna tentazione.
Divertenti e scatenati i brani, ovviamente solo ‘60s, che fanno da colonna sonora al tutto, coi quali credetemi, è proprio impossibile star fermi sul divano senza almeno batter tempo con un piedino.
Una commedia briosa, divertente e, nonostante tutto, comunque un po’ chic. Insomma,L’ombrellone è proprio un gran film, sicché Dino Risi si riconquista anche stavolta il titolo (bella scoperta, direte voi! Ma io lo conosco da poco, ho solo 20 anni!) di “regista del mio cuor”.
Quando si tratta di grandi padri del Cinema italiano, non c’è proprio maltempo che tenga! Nonostante la pioggia e il cielo cupo, infatti, per me è stato proprio un gran bel pomeriggio. E voi che aspettate? Correte a vederlo!
P.S.: Consiglio peraltro di guardarvelo dalle 4 di pomeriggio in poi, perché è proprio l’ora ideale. Una delle scene conclusive risolve i conflitti amorosi, infatti, nel miglior modo di sempre; mangiando! Ovviamente spaghetti! E prima che i titoli di coda siano terminati, avrete già acceso i fornelli, pronti a buttare in pentola la pasta (italiana, mi sembra ovvio) che preferite! Non mi resta che aggiungerci allora anche un buon appetito.