Per quanti tra voi, poveri malcapitati, si ostinassero all’idea di abiurare la città, a favore di dispendiose vacanze al mare, in montagna o in qualche città d’arte, vi rimandiamo per un ultimo ripensamento all’articolo della scorsa settimana. Lasciàti partire per le loro tristi mete gli sfaccendati dell’ombrellone, gli zoticoni della picozza, nonché i miserabili vidimatori di biglietti del museo, non resta che dar sfogo al vostro ozio, intelligente, garbato e salottiero. Noi ComicAstri, che modestamente ce ne intendiamo (siamo nipoti per parte di madre dell’ozio), sono già un paio di settimane che ce ne stiamo spaparanzati tra il salotto e il balcone, il tinello e il giardino, con frequenti puntate in cucina. Sì, la cucina! Un modo per esaltare il nostro estro, liberare l’artista che c’è in noi, galoppare sulle ali della fantasia e vivere felici…
Volete seguirci? Eccovi allora una serie di ricette semplici, innovative, non banali, per tutti i gusti e per qualsiasi tipo di ospite; dieci suggerimenti tratti dal libro “Il fegato chiama, ma il palato se la ride e gli attacca il telefono in faccia” a cura dei ComicAstri, edizioni del nostro amico Zingarelli, uno che le ricette le ha letteralmente “craccate” a molti dei più prestigiosi chef, Carlo Cracco in primis, sparsi in Italia e non solo. Pronti a spassarvela con gusto?
1. Vellutata di cassoeula. Una delle salse madri della cucina francese tradisce la nouvelle cuisine per accoppiarsi con il più caratteristico e gustoso dei piatti lombardi. Si prepara così: aggiungete a verze, puntine e cotiche di maiale della farina, un giusta quantità di brodo ristretto (o come lo chiamano gli esperti, fumetto, ideale quando per la vellutata si siedono a tavola dei ragazzini) al burro fuso; insaporite il tutto, tanto per sgrassare, con un bel mezzo litro di grappa. Irrimediabilmente secca. Il risultato sarà, permetteteci, da acquolina e rutto libero. Premuratevi di regalare delle cuffie stereo ai vostri vicini, così che non siano allietati dalle vostre… prolusioni!
2. Parmigiana di parmigiano-reggiano con tortellini bolognesi alla piacentina avvolti in piadina romagnola all’aceto balsamico di Modena. Semplice ricetta che riassume il meglio della tradizione emiliano-romagnola. Il vecchio adagio “U j è chi ch’mâgna par campê e chi ch’mâgna par s-ciupê” (c’è chi mangia per campare e chi per scoppiare) rende bene l’idea. Tempo di lavorazione: due ore circa. Tempo di digestione: due giorni circa.
3. Insultini sott’odio. Invitate un nutrito ma non nutrito (nutrito nel senso di “numeroso”, non nutrito nel senso di “ancora a digiuno”) gruppo di antipatici, scelti a piacere – ça va sans dire – nel vostro entourage di amici e parenti. Avrete precedentemente posto la salsa tonnata in una capace siringa, pronta per essere spremuta. Su un consistente piatto da portata, modellate la salsa fuoriuscente dalla siringa, così che le lettere dell’alfabeto che andrete a creare vadano a comporre delle parole, o meglio delle parolacce di facile comprensione. Servite ai vostri ospiti queste amente e originali composizioni gastronomiche, scegliendole personalmente, una a una. Qualche suggerimento? “Cornuto” (al vostro capufficio), “zoccola” (a sua moglie, d’altronde lo sanno tutti), “lecchino” (a un vostro collega, particolarmente… prono) e ancora: “pitocco” (al cugino milionario che se la tira da una vita), “cicciona” (alla moglie, falsa magra ipervitaminizzata), “mezzasega” (al loro figlio rompiscatole e insopportabile quanto i genitori), “quattrocchi” (a quella talpa del secondogenito, per il resto tale e quale al fratello maggiore) e via a peggiorare… Dopo questa portata, resteranno senza parole, sempre che abbiano avuto il coraggio di mangiarsele.
4. Cozze alla cazzo. In cucina, massima libertà di espressione, anche quando si tratta di molluschi. Perciò: preparatele come volete, basta che siano fresche. E al primo che si lamenta, potete urlare: “Cozza ca..o vuoi?”
5. Spigola arrotondata. Detto anche “il piatto della pace”. Perché smussa le tensioni della vacanza, alleggerisce gli animi imbolsiti dall’ozio, lima le distanze che portano a spiacevoli incomprensioni , leviga quei sassolini nella scarpe che troppo spesso ci vorremmo togliere, spiana la via al buonumore. Da mangiare in compagnia. Amichevolmente.
6. Quattro saltatori in padella (cosce di canguro, rana, e grillo e pulce). Per una cucina alternativa, ma al contempo elastica, per chi chiede ai sapori un gusto slanciato e sa di potere e volere cogliere la palla al balzo. Un piatto di grande fantasia e dinamismo, con un solo, irrinunciabile “must”: il coperchio sulla pentola! E ogni tanto, consiglio spassionato, fate un salto in cucina a controllare che la “scottatura” dei saltatori proceda al meglio. Altrimenti, a saltare è la cena.
7. Insalata rinviata a giudizio con avocado. Uno dei piatti forti delle nostre estati italiane. Di una bontà magistrale, pardon, magistrato. Il segreto di questa ricetta? L’insalata deve rimanere in cella (frigorifera) fino a pochi minuti prima di incontrare l’avocado, che va passato al setaccio e lavato accuratamente, così da evitare qualsiasi tipo di incidente (probatorio). Il sapore renderà giustizia a una ricetta che vi imprigionerà in una sarabanda di gusti. Se non buona da morire (noi siamo contrari alla pena di morte), buona da ergastolo.
8. Mozzarella in carrozza di prima classe. Sul frecciarossa del buongusto, la mozzarella di bufala campana corre, veloce e freschissima, per tutto il territorio italiano. Naturale gustarsela a gran velocità. Chiudete per un attimo gli occhi: vi sembrerà di essere in business class.
9. Polpo spolpato con piselli ripieni. Ingredienti: un polpo dal peso di 800-1000 grammi circa, 2 kg di piselli per ogni polpo, cipolla, olio, burro, sale e pepe q.b. È vero che spolpare un polpo non è impresa da poco, ma potrebbe diventarlo dopo aver lavorato uno a uno i piselli, che andranno svuotati con delicatezza e preparati alla farcitura. Riempite dunque il polpo della polpa dei piselli e i piselli della polpa del polpo. Avete capito? Nooo? Nemmeno noi! E poi, che ingrediente è il q.b.? E dove si compra?
10. Scampi minati. Ricetta mexcal (messicano-calabrese), saporitissima, per la quale decliniamo ogni responsabilità, a riguardo di ciò che potrebbe capitare nelle tre ore successive alla consumazione di questa prelibatezza unica nel sua genere. Gli scampi, uno a uno e con estrema cura, andranno riempiti con una miscela di: aglio, olio, peperoncino, capperi, alici, cipolla, nduja, chili, tabasco, aceto e tequila. Serviti caldi, saranno un’esplosione di gusto per il vostro palato. Alla fine del pasto, se i pargoli in circolazione dovessero chiedere di giocare a qualche gioco fantasy, tipo Dungeons & Dragons, non fatevi venire strani dubbi: la parte del Drago è sicuramente la vostra!