Come hanno diretto gli arbitri in questo Mondiale? Lasciamo tranquillamente il giudizio alla stampa sportiva e ai tifosi più o meno scontenti. Agli amici del Sussidiario, invece, consigliamo di pubblicare, sulla homepage del sito, una grande foto dellarbitro della finalissima, si suppone perciò il miglior arbitro del torneo. Ciò, si badi, non farebbe guadagnare un solo lettore in più (a meno che, allultimora, la Fifa designasse alla direzione Belen Rodriguez), ma permetterebbe a noi di sfoggiare una vecchia battuta: Ai poster lardua sentenza! di manzoniana memoria.
La figura dellarbitro ha origini assai lontane, se è vero, come è vero (ce lo segnala il nostro amico Zingarelli, uno che di palle nel corso del tempo ne ha viste girare tante, e qualche volta anche le sue), che il buon Petronio, autore di uno dei primi romanzi (per usare un termine moderno) in latino, il famoso Satiricon, venne soprannominato arbitrum per via di una certa eleganza nel gestire le dispute che si accendevano alla corte di Nerone. Altre fonti indicano chiaramente che in età romana larbitrato, cioè il metodo alternativo alla violenza per risolvere le controversie, era duso comune, con gli annessi e connessi che il delicato ruolo portava con sé; di conseguenza, gli arbitri si ritrovarono da subito al centro di furiose polemiche.
Ne è prova inconfutabile una tavola del II secolo d.C., ritrovata a Roma nei dintorni del Colosseo, che gli storici hanno denominato Gazzettae. La dicitura inscritta di mediator cornutum (intuibile anche per chi il latino non lha masticato neppure alle scuole superiori) evidenzia come le polemiche sugli arbitri infuriassero già da allora.
Ma stiamo allattualità. Siete davvero convinti di sapere tutto delle giacchette nere di questo Mondiale? Per esempio, di Nawaf Abdulla Ghayyath Shukralla? Nato in Bahrein, precisamente a Manama (la città della famosa canzone manà manà / diddì ghidighi) nel 1976, è internazionale dal 1 gennaio 2007. Nipote dellemiro del Bahrein, utilizza un fischietto doro 18 carati da 2 chili, e anziché correre sul campo si fa trasportare su una limousine. Nel momento in cui decide di ammonire un giocatore per unentrata troppo violenta, lo fa frustare 25 volte. Davvero inflessibile, ma mai un espulso in carriera!
Luzbeko Ravshan Irmatov è nato a Tashkent il 9 agosto 1977 ed è internazionale dal lontano gennaio 2003. Arbitro, per dirla franca, di scarso prestigio internazionale, ha il solo grande merito di aver sposato la ricchissima Makarona Bukhatìnski, figlia del Presidente della Federcalcio locale, Trofjo Bukhatìnski, magnate russo (magnate nel senso che fa mangiare gli altri, perché è il proprietario della catena di ristorazione più grande del Paese). La Bukhatìnski, a detta di tutti una gran figlia di trofja, avendo le mani in pasta in molti ambiti, ha saputo condizionare positivamente la carriera arbitrale del marito, che prosegue in maniera proficua da molto tempo. Makarona ha vissuto un momento di celebrità anche in Italia, allorquando ha manifestato, anni addietro, lintenzione, poi declinata, di comprare lintera via Emilia calcistica: Piacenza, Reggiana, Parma, Modena, Bologna, Spal e Rimini. Poche ma chiare idee per vincere (lei le chiamava ricette): allenatori solo se stagionati, avversari da cuocere a puntino e partite da giocare in due tempi regolamentari (primo e secondo) più dessert.
Il brasiliano Sandro Meira Ricci è internazionale dal 2011. Classe ‘74, ha esordito nel 2013 in Ecuador-Paraguay, gara delle qualificazioni ai Mondiali del 2014. È un arbitro dai modi ispidi, che se contraddetto si chiude “a cognome” (cioè “a riccio”) rifiutando qualsiasi intervento o contatto esterno.
Bakary Papa Gassama è nato a Banjul (Gambia) il 10 febbraio 1979. Nominato internazionale nel gennaio del 2007, ha esordito in una gara tra nazionali maggiori nel febbraio del 2011 (Ruanda-Tunisia). Papa Gassama è l’unico arbitro al mondo a dirigere le partite vestito di bianco, con la papalina in testa. È solito entrare in campo per primo (e fin qui niente di strano), seguito da guardalinee e giocatori in processione, ciascuno con un cero in mano. Disdegna la bomboletta che la Fifa ha adottato quest’anno per la distanza sui calci di punizione, alla quale preferisce il turibolo: segna la giusta distanza della barriera riempiendolo d’incenso e agitandolo come il più scafato dei chierichetti. Anziché mostrare i cartellini gialli o rossi, impartisce scomuniche e sospensioni a divinis.
Papa Gassama ci dà modo di parlare della vera novità di questo Mondiale, una novità della Fifa che fa davvero paura: la bomboletta spray, oramai denominata Fks (Free kick spray, ovverosia bomboletta per i calci di punizione). Descritta qualche mese fa dalla stampa come una composizione di acqua e, in una percentuale che varia tra il 5% e il 30%, di una miscela di gas butano, isobutano e propano, capace di evidenziare il terreno e di sciogliersi, a contatto con l’aria, nel giro di pochi secondi, altro non sembra, ve ne sarete accorti, che normalissima schiuma da barba.
Tuttavia, sul manuale consegnato agli arbitri dalla Fifa poco prima dei Mondiali, sono indicati altri usi e applicazioni, sicché con Fks è possibile tanto segnare la distanza della barriera quanto depilare le ascelle dei giocatori che ne fanno parte (della barriera, evidentemente, non delle ascelle!), per evitare i cattivi odori negli assembramenti. Fks è ecologica, ecocompatibile e amica dell’ozono: favorisce infatti il gioco a ozono. La Fifa, che con Bla-Bla Blatter non bada a spese ed è attenta anche al benché minimo dettaglio, ha deciso di commercializzare Fks in proprio, producendola in originalissime fragranze per venire incontro ai gusti e alle sensibilità delle giacchette nere sparse ai quattro angoli del pianeta.
Prodotto che ha subito incontrato un grande favore tra le giacchette nere, soprattutto quelle più miti e disposte al dialogo, Intesa Fks Pour Homme è consigliata soprattutto quando arbitro e giocatori concordano immediatamente e in maniera amichevole sulla distanza della barriera; mentre in quelle non rare e delicate occasioni, nelle quali serve una direzione sobria, autoritaria, al netto di qualsiasi obiezione da parte dei capitani, è il momento di Denim Fks, per l’arbitro che non deve chiedere mai (la distanza).
C’è incertezza sul punto di battuta di una punizione? C’è contestazione nell’aria? Nessun problema! Una spruzzata di Dove? Fks! scriverà la parola FINE a braccia alzate, ascelle al vento e contestazioni che sanno di muffa.
Sei un arbitro infaticabile, un vero maratoneta? Non rischiare i cattivi odori, conseguenti a sfiancanti corse da cavallo (e relativi afrori): per te c’è Pino Silvestre Vidal. Fks, obviusly!
Appartieni alla categoria dei fischietti che osserva tutti i falli, qualsiasi tipo di fallo? Bene, Malizia Fks ti aiuta a non cadere mai in fallo!
Ma lo spray più apprezzato da arbitri, guardalinee e calciatori, soprattutto dai migliori interpreti dei calci piazzati, è uno solo: Gillette Fks, lo spray… che fa la barba al palo!
(Fine dei rigori. Martedì prossimo premiazione e bilancio conclusivo)