Stasera su Rete 4 va in onda il film Terminator 2 – Il giorno del giudizio, titolo originale “Terminator 2: Judgement Day”, pellicola diretta dal regista vincitore dell’Oscar James Cameron. il secondo capitolo della serie di quattro film che narra le vicende del robot killer che proviene dal futuro. Vediamo la trama. Dieci anni dopo essere scampata al cyborg che voleva eliminarla, Sarah Connor (Linda Hamilton) si ritrova in un manicomio criminale, rinchiusa per aver cercato di far saltare in aria una fabbrica di armamenti militari tecnologici destinati al sistema informatico “Skynet”. Il figlio John (Edward Furlong) è stato dato in affidamento a una famiglia di Los Angeles. I cyborg che giungono dal futuro, stavolta, sono due: il T-800 (Arnold Schwarzenegger) è identico a quello che 10 anni prima aveva la missione di far fuori Sarah, mentre questa volta gli è stato assegnato il compito di difendere John dall’altro robot, il T-1000 (Robert Patrick) che invece ha l’obiettivo di ucciderlo. Il T-1000 è un cyborg più evoluto, formato da metallo liquido e in grado di modificare le proprie sembianze in base alle persone o agli oggetti con i quali entra in contatto.



Il T-800 riesce a salvare John in una sala giochi, dove l’aveva raggiunto il T-1000 camuffato da poliziotto. Al termine della fuga, il Terminator illustra al ragazzo come stanno le cose: nel 2029 il John del futuro sarà protagonista di un’incursione all’interno di una base “Skynet”, con l’obiettivo di ri-programmare il T-800 affinché nel 1995 lo difenda dal T-1000.  Il Terminator, quindi, deve ubbidire a John, il quale gli ordina di salvare la madre reclusa nel manicomio criminale; giungono sul luogo proprio mentre Sarah sta evadendo, e i tre devono fare i conti con il T-1000 che vuole ucciderli: riescono a scappare servendosi di un’auto rubata e si dirigono verso la California, dove si trova Enrique Salceda (Castulo Guerra), amico di lunga data di Sarah che contrabbanda armi pesanti. Nel corso del viaggio, Sarah chiede informazioni al Terminator sulle cause che condurranno alla guerra nucleare due anni più tardi, nel 1997: il responsabile sarà Myles Dyson (Joe Morton), direttore della “Cyberdyne Systems Corporation”, che da ciò che era rimasto del primo Terminator ha avviato la creazione di un intero esercito di cyborg che nel futuro saranno contrapposti agli esseri umani.



Sarah decide quindi di abbandonare i compagni di viaggio per andare a uccidere Dyson, in modo che non possa portare a termine lo sviluppo dell’esercito di Terminator. La donna riesce soltanto a ferire Dyson, senza sparare oltre poiché vede insieme a lui la moglie e il figlio; poco dopo John e il T-800 raggiungono Sarah, e il Terminator mostra a Dyson le parti meccaniche del proprio braccio nascoste sotto la pelle, rivelandogli che le sue ricerche daranno il via a una guerra nucleare nel giro di un paio d’anni. Dyson, sconvolto da quelle informazioni, è deciso a distruggere i suoi progetti, perciò accompagna i tre all’interno della “Cyberdyne Systems”, dove sono custoditi il chip e un braccio del primo Terminator utilizzati come base del suo progetto. I quattro fanno saltare in aria tutta la struttura, ma nell’esplosione Dyson rimane ucciso.



John, Sarah e il T-800 tentano di portare via i resti del precedente Terminator, ma la loro fuga è complicata dall’arrivo dei poliziotti e del T-1000. I tre si rifugiano in una fonderia, dove il T-1000 li insegue deciso a farli fuori; quando sembra ormai sconfitto, il Terminator riesce ad avere la meglio sul modello più evoluto facendolo cadere in una vasca di acciaio fuso, distruggendolo. Nella stessa vasca si calerà poi anche il Terminator, insieme ai rottami del primo modello: è l’unico modo per evitare che rimangano tracce di tecnologia cybernetica e per scongiurare così la guerra nucleare del 1997. La morte del Terminator cambia il futuro: il conflitto che Sarah annunciava durante il suo periodo di reclusione in manicomio, scompare dalle sue visioni.

All’epoca il film fu il più costoso mai realizzato, coi suoi 94 milioni di dollari, quasi 20 dei quali destinati esclusivamente agli effetti speciali. Le riprese durarono cinque mesi – dall’autunno del 1990 alla primavera del 1991 – e Edward Furlong, nei panni dell’adolescente John Connor, fu costretto a doppiare una seconda volta quasi la totalità dei dialoghi nei quali era coinvolto poiché il suo timbro vocale era cambiato per via della pubertà. Nel 1992 la pellicola si aggiudicò ben quattro premi Oscar, fra cui “Migliori effetti speciali” e “Miglior trucco”. A livello mondiale riuscì a incassare oltre 500 milioni di dollari.