Quando cè di mezzo lamore – soprattutto se la parola love è contenuta già nel titolo – quasi do per scontato che quello debba esser per forza un film da non perdere. Se poi mi farà ridere o piangere non posso certo stabilirlo in partenza, perché tutto dipenderà dai ricordi che sarà in grado di rievocarmi. Ecco quindi che accendo la TV, schiaccio play e non aspetto altro che la magia abbia inizio.

Una magia, stavolta, tutta italiana. Diverse sono le mete tra le più apprezzate per le vacanze estive di tanti tantissimi turisti che da tutto il mondo giungono nel nostro Bel Paese. Inutile spiegare come tra le prescelte ci sia proprio la mia città del cuore, nella quale anche io farò finalmente ritorno entro settembre. Quindi, la magia, dicevamo Ecco, DVD partito, titoli di testa quasi pronti a iniziare e come protagonista niente popò di meno che, per lappunto, la capitale più bella del mondo e dalla squadra di calcio più ganza di sempre (mi perdonino i laziali), quale lintramontabile e sognatrice Roma. Come colorato condimento, invece, un pizzico di follia firmata Woody Allen.

Si intitola To Rome with Love, regista americano poco famoso (Woody Allen appunto) e cast semi-sconosciuto (il protagonista è Roberto Benigni). Bando allironia, ora parlo sul serio; la considero una delle pellicole più geniali degli ultimi tempi. Forse un po troppo critica nei confronti di usi e costumi italiani (ma daltronde un po di autoironia non fa mai male), si rifà abilmente alla commedia allitaliana, che da anni oramai gioca sui nostri vizi e capricci divertendoci sempre tanto.

Una storia certo complicata, perché una non storia, intrecciata e poco lineare, pronta a snodarsi tra le differenti e italianissime realtà di ognuno dei personaggi raccontati, come tra le imperdibili viuzze della capitale. Quasi un richiamo alla Dolce vita felliniana, che però di intrecci ne aveva di migliori e meno complessi, con lunico e bellissimo Marcello a farla da padrone. Qui, invece, di personaggi ce ne son un po di più. Sono quattro e tutti a loro modo abbastanza complessati.

Dal giovane studente di architettura, tale Jack, innamoratosi accidentalmente della miglior amica della sua ragazza, al produttore discografico Jerry, atterrato a Roma da qualche giorno per conoscer la famiglia di Michelangelo, giovane avvocato con cui la figlia vuole sposarsi. Poi cè Leopoldo, che da una vita qualunque passa alla celebrità, per poi capire di non amarla ma rimpiangerla quando non ce lha più. E infine gli sposini dalla campagna, Antonio e Milly, che nonostante inizialmente non amassero lidea di vivere in una metropoli come quella romana, inevitabilmente ne rimangono affascinati, perdendosi tra le bellezze (soprattutto fisiche) della città, decidendo in sordina di tornare alla monotona vita di ogni giorno per non rischiare di dire addio al loro matrimonio per sempre.

Insomma, ed è un peccato, qui la commedia romantica c’entra ma poco, così che la mia voglia di lacrime e amore se n’è andata a quel paese. Ma grazie alla fantastica interpretazione di Roberto Benigni, Antonio Albanese, Alessandra Mastronardi e, come dimenticarli, Woody Allen, Greta Gerwin o niente di meno che Penelope Cruz, To Rome with Love mi ha comunque, inaspettatamente, conquistata. Uno di quei film che personalmente rivedrei mille volte ancora. Un film che diverte e incolla allo schermo, non annoia e fa riflettere.

Semplicemente bello, nella sua complessità, To Rome with Love entra di fatto nella top ten dei film per me preferiti, forse anche e soprattutto merito del grande Fellini, a cui più volte si rifà Allen nel corso del film. Ad esempio, infatti, felliniana è la scena in cui vediamo la sposina Milly folgorata dall’incontro con la star di tutti i fotoromanzi (Antonio Albanese), sequenza facilmente rintracciabile, pari pari, ne Lo sceicco bianco, dove una giovanissima promessa sposa si infatua a più non posso di una star col volto del bell’Alberto Sordi. E anche in questo caso vediamo i due “neo-conoscenti” passare una romantica ed estiva giornata nella periferia romana, mentre il giovane promesso sposo deve giustificare l’assenza della sposina con i parenti.

Nonostante il mio nei confronti di Woody Allen e della sua tecnica registica sia assolutamente un amore-odio e poco altro, stavolta solo complimenti. Grazie Woody per questo film veramente ben fatto, che oltre ad avermi coccolata è altresì riuscito a giocare con le mie più intime riflessioni. Lo consiglio a chiunque voglia passare qualche simpatica ora in compagnia del grande cinema, e ovviamente della grande bellissima e intramontabile Roma. Nella quale io, peraltro, non vedo l’ora di fare ritorno.