Si intitola I nostri ragazzi ed è firmato dalla penna registica di Ivano De Matteo. Con Alessandro Gassmann, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio e Barbora Bobulova, non solo ha riscontrato notevole successo alla Mostra del Cinema di Venezia, che lo ha visto entusiasmare la platea con lo scroscio di lunghi (e a mio parere un pochino ansiati) applausi, ma si prefigge anche lobiettivo, dice il cast, di interessare chiunque voglia passare una bella serata al cinema, in compagnia. Un film che fa riflettere, sin dai primissimi secondi iniziali, sin dal titolo.
I nostri ragazzi, per lappunto, racconta di bimbi, e adolescenti, cresciuti in famiglie che li amano alla follia, dove però la pazzia talvolta è molto più presente del previsto. Sì, perché lincipit della sinossi è inaspettatamente bellissimo, ma altresì traumatico. Un sorpasso azzardato nelle vie trafficate di Roma, un automobilista rozzo e decisamente scontroso, una rissa per motivi inesistenti, e un omicidio inaspettato. Ma geniale è che i protagonisti non li conosciamo se non passata mezzora. E nonostante tutto, di questa scena iniziale ci ricorderemo comunque fino alla fine. Intrigantissimo.
Un prodotto originale, recitato e diretto come solo nel bel cinema si fa. Sono sempre stato affascinato dalle famiglie intese come società in miniatura, racconta De Matteo, il regista. Io, ad esempio, vengo da una di queste. Mi ha sedotto con le sue grandi contraddizioni. Il film, tratto dal romanzo La cena di Herman Koch, infatti, affascina il lettore proprio per laccuratezza e la semplicità schietta col quale affronta certi temi. Ad esempio, quello sul quale tutti e 92 i minuti di lungometraggio ricade: fino a che punto possiamo o dobbiamo, forse, ignorare la coscienza per proteggere la felicità? Questione alla quale il finale relativamente aperto non risponde affatto, ma domanda a cui tutti, spettatori attenti o distratti che siano, vengono inevitabilmente spinti a confronto.
Due fratelli, opposti nel carattere come nello stile di vita, infatti, sincontrano da anni, una volta al mese, in un ristorante di lusso, a cena con le rispettive mogli. Avvocato penalista luno, pediatra laltro. Parlano sempre e soltanto del nulla, finché tuttavia la passione di Clara (Giovanna Mezzogiorno) per Chi lha visto? porta i suoi frutti (fastidiosi). Le telecamere di sicurezza di un bar riprendono due giovani uccidere una senzatetto. A calci e pugni in faccia. Senza ritegno e senza pietà. E proprio quando tutto è cristallino, tranne quello che i rispettivi figli hanno combinato la notte precedente, gli equilibri di una famiglia apparentemente perfetta non solo vanno in frantumi, ma distruggono ogni minima possibilità di salvezza.
Un cast d’eccezione, una produzione Rodeo Drive e Rai Cinema, ancora una volta un bel film, e poco altro da aggiungere. I nostri ragazzi piace, perché è fatto bene. Colpisce perché tanto realistico da sembrar cronaca recente. Felice di poter affermare che anche questo è uno di quei film per cui la speranza che la frase ‘il bel cinema in Italia non si fa più’ smetta di esser sentita e ripetuta al più presto si ingigantisce sempre più. Bravi tutti. Sceneggiatori soprattutto.
E comunque, finita la proiezione, per prima cosa ho chiamato mia mamma. E l’ho ringraziata per come mi ha cresciuta.