La puntata di Presadiretta è dedicata al trasporto pubblico e nell’anteprima si riflettere sul servizio che non funziona e sulla vertenza dell’Irisbus di Avellino, fabbrica di autobus che nel 2011 è stata chiusa dalla Fiat. Dopo una puntata di Presadiretta sono stati convocati a Roma i lavoratori per decidere sui licenziamenti. Alcuni rappresentanti sono saliti a parlare con i rappresentati degli operai e l’incontro è durato diverse ore e gli operai fuori protestavano. Il governo ha fermato la mobilità e ha proposto la creazione di un polo di costruzione dell’autobus nazionale, con una fusione con Breda Menarini. Anche l’indotto facente capo a Irisbus ha subito le conseguenze della chiusura dell’azienda, alcune aziende hanno già chiuso e altre sono state fortemente penalizzate o hanno messo in mobilità e in cassa integrazione i dipendenti. Le cause del fallimento dell’Irisbus è imputata alla politica industriale del governo e non alla Fiat. Nel primo servizio si parla di Napoli dove un autobus su due non esce in strada; il deposito sembra un cimitero degli autobus, tantissimi sono in manutenzione perché obsoleti e sempre in riparazione. Sono tutte macchine vecchie e gli autisti confermano che anche gli altri depositi sono nelle stesse condizioni. La gente lamenta carenze verso punti nevralgici della città, gli autisti non hanno più nemmeno la divisa, gli autobus sono super affollati. Gli autisti confermano anche che sono attivi meno della metà degli autobus e quelli in circolazione sono stati immatricolati tra il ’92 e il ’98. Ogni giorno i mezzi si fermano per ripetuti guasti, hanno le gomme lisce, la carrozzeria obsoleta, il motore che richiedere continua manutenzione. In una sola mattinata gli autobus guasti sono già 38 e per Bagnoli c’è una sola linea che la collega al resto della città ma il pomeriggio non è attiva per mancanza di mezzi. Le carenze degli autobus vengono rimpiazzati da pullmini da 9 posti abusivi e il biglietto costa 1 euro, che aumenta nei giorni di sciopero. Si viaggia anche in piedi o seduti per terra, caricando gente senza nessuna norma di sicurezza o assicurazione sugli infortuni. Anche i treni da Napoli centrale diretti a Benevento hanno corse soppresse e i cittadini scelgono l’autobus, ma non c’è una corsa per tornare a Napoli. Ci vogliono quindi 7 ore a/r per la tratta Napoli- Benevento. La Sicilia, con mezzi che hanno in media 12 anni e mezzo, ha solo un 1/3 dei mezzi disponibili. La situazione è assai simile nella altre regioni del sud (Calabria, Basilicata,ecc.). Nel secondo servizio si parla della situazione a Genova, dove viaggia 1 autobus su 3, che devono essere sostituti. I costi della manutenzione arrivano a 20 milioni di euro e i dipendenti chiedono mezzi nuovi per abbattere gli stessi costi. I depositi di Genova sono stracolmi di autobus rotti e anche le società extraurbane stanno nella stessa situazione. Anche a Bologna ci sono mezzi che hanno in media 13 anni. In questa città sono stati acquistati 46 nuovi autobus da aziende non italiane (la Irisbus francese). La Fiat quindi ha lasciato aperto lo stabilimento in Francia e ha chiuso quello italiano. Ha 1200 dipendenti fissi e 700 interinali e gli affari vanno a gonfie vele. Dopo la chiusura della fabbrica italiana hanno inviato le divise degli operai licenziati a quelli dello stabilimento francese, un gesto ritenuto di cattivo gusto. La presenza di uno stabilimento di costruzione di autobus vuol dire un enorme indotto, con decine di fornitori. In Francia non hanno intenzione di delocalizzare perché trovano personale qualificato in patria. Forniscono gli autobus a una città come Parigi e i mezzi di Iveco Irisbus francesi sono considerati i migliori. Non si capisce quindi per quale motivo la Fiat abbia chiuso uno stabilimento italiano.

Il terzo servizio è stato girato in Bretagna, che è letteralmente un mondo diverso del trasporto pubblico. I “controllori” svolgono solo un ruolo di supervisione ma non impediscono ai cittadini di usare il mezzo pubblico se non hanno il biglietto; fanno solo un opera di sensibilizzazione. Esistono cartelli che indicano con precisione gli orari di arrivo dei mezzi, che sono precisissimi, e gli stessi monitor sono all’interno degli autobus. La soglia di tolleranza è di 2 minuti, e i gestori pagano una penale se non sono puntuali, anche nel caso di guasti. Con una sola carta si può circolare su tutti i mezzi pubblici e vale anche per i parcheggi senza dover fare il biglietto e il parcheggio non si paga se si usa la metro. C’è anche un servizio di bike sharig con più di 80 parcheggi in città e i servizi pubblici non costano nulla perché i proventi arrivano dalla tassazione nazionale. Anche la condivisione delle macchine va molto bene grazie anche a un app che fa incontrare i passeggeri che fanno lo stesso tragitto. tutto pensato sulle esigente dei cittadini, con intelligenza e responsabilità. Un ufficio di 3 persone gestisce questo sistema di miglioramento dei mezzi pubblici: per esempio è bastato spostare l’entrata nelle università di 15 minuti per decongestionare la metro. Per spostarsi da Rennes a Maleaux ( 70 km) ci sono mezzi puliti, puntuali, con un abbonamento che per la metà viene pagato dall’azienda dove si lavora. La regione sceglie di acquistare nuovi treni e mezzi pubblici puntando alla qualità del servizio, da cui si viene ripagati dalla gente che sceglie di utilizzare solo quelli. Nantes è considerata la città più vivibile d’Europa e i mezzi pubblici puntano a ridurre la circolazione delle auto private con un servizio realmente efficiente. I trasporti pubblici hanno risollevato la città di Nantes che era oppressa da debiti e un calo d’industrie. Oggi la popolazione cresce di 5000 abitanti all’anno perché attrae imprese, investimenti, grazie anche all’alta velocità. Nantes è diventata un polo attrattivo di persone preparate, giovani laureati nel campo della tecnologia e dell’ingegneria, facendo concorrenza in tutta Europa e sviluppando commerci in tutto il mondo. Questa è l’importanza del trasporto pubblico che può rilanciare un paese. Il quinto servizio ha parlato della grande efficienza del sistema di organizzazione del servizio pubblico da esportare all’estero e che rilancia l’economia francese. La società francese Keolis ha avuto una commessa per il trasporto pubblico a Boston aprendosi al mercato americano. Il sesto servizio ha trattato della famigerata linea Ostia Lido- Roma che vorrebbero acquistare i francesi, una delle più affollate che portano a Roma. I treni passano ogni 12 minuti, sempre affollati e che dovrebbero servire un bacino di utenza di 250 mila persone. Il treno non è sufficiente in considerazione del traffico sulla vicina Via C. Colombo, che è servita da un solo autobus, il 709, che si fa attendere anche un’ora e mezza. Nessun cartello indica gli orari o dove si trovi il mezzo, e nella prova la corsa passa dopo più di un’ora. La stazione di Ostia Lido è sporca, per nulla curata e nel piazzale di fronte con i capolinea degli autobus, i passeggeri attendono di norma sempre più di 40 minuti. Ecco il motivo per cui i romani non prendono i mezzi pubblici e creano file interminabili per andare a lavoro, rimanendo letteralmente intrappolati nel traffico. Non c’è nessun piano per il trasporto pubblico, mancano le stazioni che erano state progettate e che lasciano a piedi migliaia di persone. Diverse le stazioni programmate per il treno Ostia Lido, una delle quali con lavori iniziati e subito interrotti perché mancano i fondi, ma i soldi per fare le opere sono stati comunque incassati dal Comune di Roma. Si continua a costruire senza nessun criterio per il trasposto pubblico, specie a Roma Sud, dove erano previste le nuove linee della metro, e i filobus mai costruite. Il settimo servizio ci ha permesso di salire sui mezzi pubblici di Roma e in particolare sul treno Ostia Lido. Non c’è il parcheggio per le auto ne per le biciclette e molte corse sono soppresse, ma il Comune le chiama “rimodulazioni degli orari”. I treni non hanno l’aria condizionata, d’estate non si respira e capitano incidenti di surriscaldamento, dove i passeggeri vengono fatti scendere sui binari per fumi e pericolosi per l’incolumità. I mezzi nuovi sono solo 3 e il comitato dei pendolari evidenzia ritardi, corse mancate per carenza di personale dell’ATAC, i treni sono affollatissimi e non è possibile salire, sporchi. La metro con l’aggiunta della nuova linea B1 ha penalizzato la linea B in quanto non sono state aggiunte nuove vetture. I collegamenti sono influenzati dalle lunghe attese, dal traffico in superficie, dai continui guasti. I nuovi autobus di Roma sono stati acquistati dalla Irisbus in Francia e gli altri hanno almeno 15 anni di vita. Le vetture sono vecchie e non hanno manutenzione per risparmiare sui costi. L’ATAC ha problemi di soldi e i lavoratori manifestano per il mancato pagamento dello stipendio, mentre la TPL, una società privata che copre le linee periferiche della capitale,ha continui guasti dovuti a mezzi molto vecchi. Anche le linee più nuove sono penalizzate dal buco economico dell’ATAC perché mancano le batterie per i filobus a corrente. La magistratura indaga anche sulla corsia per i filobus (45) di via Laurentina che non sono mai stati messi in funzione per una tangente. Riccardo Mancini, molto amico di Alemanno, ha ammesso di aver intascato una parte della tangente (50-60 mila euro). Il resto della tangente pare sia stata versata Lorenzo Cola di Finmeccanica. Ha raccontato di una cena ai Parioli nel 2009 dove era presente anche Alemanno, che era “furioso” perché non aveva avuto nulla della tangente, ma Alemanno nega nonostante sia ancora indagato. Nel 2013 dodici persone sono state rimandate a giudizio per aver clonato i biglietti del’ATAC, argomento dell’ottavo servizio. I biglietti falsi non passano ai tornelli e risultano già timbrati. Alcuni esercenti sono stati vittima di furti di biglietti che l’ATAC non ha mai rimborsato e che sono evidentemente stati usati per clonare i biglietti. L’ATAC era stata informata, in base a una perizia commissionata dalla stessa municipalizzata, della possibilità di clonazione. Un solo furto di biglietti ha provocato un danno di 500 mila euro e la società non ha preso nessun provvedimento. Una nuova inchiesta mira a catturare i super manager di ATAC, ipotizzando che attraverso false fatturazioni abbiano incassato denaro riciclato proveniente dai biglietti falsi. Gli operai della Irisbus torneranno a lavorare e lo dicono nell’ultimo servizio dove rendono noto che nello stabilimento di Bologna della Bredamenarini, entrerà la King Long Italia che deterrà il monopolio del trasporto pubblico, di gestione cinese. Ci vorrebbero 750 milioni di euro ogni anno per rinnovare il parco auto del trasporto pubblico mentre ci sono 15 miliardi di euro di fondi strutturali europei che attendono di essere spesi entro il 2015 altrimenti verranno persi.

Sarà visibile anche in diretta streaming la nuova puntata in programma questa sera di Presadiretta, in onda su Rai Tre. Questa sera durante la trasmissione di Riccardo Iacono si parlerà della crisi industriale italiana con un occhio di riguardo al trasporto pubblico: autobus, tram metro e treni locali, da nord a sud. Clicca qui per vedere la puntata in streaming grazie a Rai.tv

Su e giù da autobus, treni, tram e qualsiasi altro mezzo di trasporto pubblico presente in Italia. Questo è solo un minuscolo assaggio di quello che ci aspetta a Presa Diretta, con il suo nuovo appuntamento previsto per questa sera, domenica 21 settembre 2014, su Rai Tre a partire dalle 21.05. Infatti, nel corso della puntata si parlerà della crisi delle industrie italiane e in particolare di tutti i problemi che interessano i trasporti pubblici nel nostro Paese. Molti inviati in giro per lItalia hanno potuto constatare il degrado in cui versano molti dei mezzi: per esempio, il 70% degli autobus che lItalia mette sulle strade non raggiunge gli standard richiesti dalle norme europee, molti non riescono ad essere utilizzati perché in manutenzione. Questo succede soprattutto a Napoli, Genova e Bologna, ma anche la situazione nella capitale non è migliore, anzi. In una grossa città come Roma alcune zone non sono neanche coperte dai trasporti e lazienda dei trasporti del comune di Roma, lAtac, ha un debito che ammonta a 600 mila euro ed è continuamente alle prese con inchieste giudiziarie, continuamente travolta da scandali; senza che riesca a funzionare in un modo per lo meno efficiente. Durante la trasmissione sarà presente, come ospite, lAssessore alla trasformazione urbana, Giovanni Caudo, che chiarirà alcune situazioni a tutti i telespettatori. Lo stesso Riccardo Iacona, si è rivolto personalmente a tutti i telespettatori, spiegando limportanza di questa puntata che parla di trasporto pubblico, argomento così critico in Italia, specialmente a Roma e Napoli. Il conduttore ha spiegato che per far fronte alle carenze e risistemare il trasporto pubblico in Italia servono circa 750 milioni di euro allanno per i prossimi 10 anni, quando invece lo Stato ne rende disponibili meno della metà, cioè 300 milioni. Per chiarire limportanza del servizio, non solo a vantaggio dei cittadini ma anche delleconomia italiana, si poterà lesempio dei trasporti pubblici in Francia, la nazione leader in questo ambito.