C come calcio, C come comicità. Ma soprattutto C come contemporaneità. Queste le parole d’ordine e trainanti di questa ventiduesima stagione del programma Quelli che il calcio condotto per il secondo anno da l’eclettico Nicola Savino. E’ tornata da domenica 14 settembre alle 13:50 su RAI2, con un grande riscontro di ascolti e con una vera sterzata verso l’attualità attraverso una lettura leggera degli avvenimenti legati non solo al calcio, ma più in generale al momento. In questa edizione affiancheranno il conduttore Ubaldo Pantani nel ruolo di trasformista ed esperto di calcio. Corrado Nuzzo e Nunzia Di Biase (Zelig) che nella prima puntata proporranno una parodia di alcuni popolarissimi programmi della RAI e Dj Angelo che travolgerà con la sua comicità demenziale. In aggiunta al cast, l’atteso ritorno di Lucia Ocone che presenterà, oltre alla leggendaria Veronika, una imitazione di una donna della politica italiana che quest’estate ha fatto molto discutere. Ma chi meglio del padrone di casa Nicola Savino, può spiegarci le novità di questa nuova stagione di Quelli che il calcio? Lo abbiamo raggiunto in un momento di pausa lavorativa.



Parte la nuova stagione di Quelli che il calcio. La tua seconda volta da conduttore. Perseverare é diabolico?

Perseverare e diabolico, sbagliare umano. A parte gli scherzi, credo che ci sarà da divertirsi quest’anno perché é una edizione che vede grandi ritorni come quello di Lucia Ocone molto carica e con molta voglia di fare. Una nuova veste per Ubaldo Pantani. Il ritorno di Dj Angelo alias Mimmo in studio con me. Angela Rafanelli negli esterni. Nuzzo e Di Biase. Ti ho snocciolato una serie di nomi che detti cosi dicono già molto ma figurativi quando li vedrete in azione.



Abbiamo parlato molto di contemporaneità. Di multimedialità e di coinvolgere il social e la rete. In che modo Quelli che il calcio cercherà di coinvolgere o forzare queste realtà?

Forzare la mano sulla contemporaneità con l’agilità dei mezzi. Avremo telecamere molto più portatili, senza filo. La parola d’ordine é wireless e 4G per andare ovunque. Il segnale sarà sporco? Non importa. Cade la linea? Richiamiamo noi. Come nella vita, non ci formalizziamo. Con twitter, Facebook ed i social in generale devo dire che é uno dei pochi programmi , sommando le varie piattaforme, che lambisce i 100.000 contatti e questo non é male. Io poi modestamente ho il mio milione di follower su twitter e sono felice, non me lo spiego ma sono felice. Se avremo bisogno di qualcosa, esempio una sorta di cazzeggio estemporaneo come una vostra foto con la mano sulla testa, la chiederemo e la manderemo in onda in tempo reale. Una situazione molto simile alla radio.



Come riuscirete a coniugare la crisi nel calcio di oggi, portarlo in TV e renderlo contemporaneo. Magari dandogli una chiave diversa?

Da questo punto di vista siamo avvantaggiati perché la crisi del calcio la noti vedendo azioni di gioco un po scadenti e stadi vuoti. Noi non vedendo nulla di questo possiamo raccontarlo alla nostra maniera. Essendo un programma che vive di comicità possiamo scherzarci sopra.

Si é detto che c’è poco riciclo nel calcio italiano. Come affronterete questo argomento?

Abbiamo pensato di ospitare i campioni di domani. Avremo in ogni puntata ragazzi dei settori giovanili delle squadre di serie A con cui abbiamo stretto già un accordo. Quindi se questa domenica gioca Inter contro Juventus avremo due giovani leve di questi due team che guarderanno e commenteranno insieme la partita. Questo é il nostro contributo. Ospitiamo i campioni di domani.

Quindi anche un messaggio positivo per unire il tifo ed i tifosi?

Certo più che positivo. Come dice il main sponsor della serie A unire il tifo e guardare con una prospettiva più positiva il calcio ed ai campioni di domani.

Una domanda più personale. Spesso i comici, quando si spengono le luci della ribalta, sono crepuscolari, forse un po tristi. Tu come sei?

Abbastanza riflessivo, ma non crepuscolare. Certo mi piacciono anche le canzoni tristi, i momenti di raccoglimento anche miei privati. E poi vado in chiesa. Soprattutto da quando é mancata mia mamma ci vado moltissimo.

Hai fatto tanta gavetta. Cosa pensavano i tuoi genitori delle tue scelte?

Sono figlio di una farmacista e di un ingegnere. Loro volevano il pezzo di carta. Mia mamma mi voleva medico chirurgo ma a 18 anni avevo già capito che non faceva per me. Ho iniziato a 16 anni a fare la radio, dove passavo le mie giornate. Avevo ben chiaro cosa volevo fare. Ho avuto una grandissima fortuna, ma non poteva andare altrimenti. Comunque i miei genitori mi hanno insegnato che quel che conta nella vita é essere una persona per bene, certo il posto fisso la certezze sono importanti, ma conta essere soprattutto delle persone oneste.

Al giorno d’oggi nello spettacolo é ancora possibile questo? Si riesce?

Oneste abbastanza facile… Per bene, si fa quel che si può.

Tornando alla trasmissione, l’offerta della domenica é ricca e variegata. Perché dovremmo guardare “Quelli che il calcio” e non qualcosa di altro? In termini di ascolti, quanto temi la concorrenza?

Non molto. Anche lo scorso hanno, nonostante si dicesse di tutto, siamo stati più che in linea con le aspettative. In un momento cosi frammentato siamo contenti. Diciamo che offriamo un altro campionato o almeno un’altra visione del campionato. Volendo fare un paragone, gli altri sono degli ottimi ristoranti, hanno un altro approccio, si possono permettere anche l’ospite di grido. Mentre noi siamo uno “Street Food” molto accattivante dove spero la gente faccia la fila perché i panini sono buonissimi. Perché guardare “Quelli che il calcio”? Se volete una domenica di leggerezza e divertimento, noi siamo l’unica vera domenica alternativa in TV. (Angelo Oliva)

 

Nel video dell’intervista una piccola sorpresa per i lettori de IlSussidiario.net