atteso anche Massimo Banzi tra gli ospiti della prima puntata di Che fuori tempo che fa, la trasmissione di intrattenimento condotta da Fabio Fazio su Rai 3. Banzi è conosciuto in particolar modo per essere il cofondatore di Arduino, una piattaforma hardware open source che è ormai parte integrante della dotazione di ingegneri, designer, architetti e molti altri che operano nel settore della tecnologia. Nato come scheda elettronica, Arduino a partire dal 2005 si è trasformato nella base per una lunga serie di prototipi interattivi, richiamando l’interesse di multinazionali come Microsoft Research, che l’ha usato all’interno di un test teso alla riduzione delle vibrazioni nel corso degli scatti fotografici realizzati con dispositivi mobili. Anche Hitachi, Apple, Asus, Panasonic e altre aziende di primaria importanza sono solite utilizzare Arduino, come può fare del resto chiunque, scaricandolo dalla rete e usandone il linguaggio di programmazione. Proprio il fatto di essere realizzato in open source ha permesso ad Arduino un impiego larghissimo, se si pensa che in America Latina è stato parte integrante di un esperimento teso all’assemblaggio di una sonda spaziale. 



Massimo Banzi è nativo di Monza e, dopo essersi diplomato a Desio, si è distinto lavorando su una lunga serie di progetti per committenti di prestigio come Artemide, Prada, Persol, Adidas e Whirlpool. Ha poi collaborato al progetto per l’incubatore Seat Ventures, oltre che come software architect in una lunga serie di progetti estremamente importanti. Ha quindi svolto la funzione di professore associato a Ivrea, all’Interaction Design Institute, per quattro anni. Inoltre ha fatto parte di un lungo elenco di istituzioni disseminate tra Londra, Copenhagen, Postdam, Amsterdam, Basilea, Linz, Madrid e Barcellona.



Un curriculum di grande spessore, che ne ha fatto una figura prestigiosa ed estremamente conosciuta a livello internazionale. Vive a Lugano, ma in pratica gira come una trottola lungo tutto il corso dell’anno, per presenziare ad appuntamenti e convegni di grande importanza. Wired gli ha dedicato una copertina in qualità di icona del movimento dei Makers, ovvero coloro che si propongono un rilancio dell’artigianato tramite l’utilizzo del digitale. Proprio come Maker si è presentato attraverso le pagine di CheFuturo!, ricordando di essere cresciuto maneggiando il saldatore. In una intervista ha invece spiegato il motivo per il quale non ha terminato gli studi universitari, ovvero la noia di dover seguire corsi e dare esami che non riusciva più a reggere. Ha inoltre affrontato il tema di Ivrea, intesa come patria di Olivetti, affermando che il giorno in cui nel nostro Paese smetteremo di rimpiangere una azienda diventata ormai un modello non più attuabile in un mondo in grande trasformazione, avremo fatto un passo avanti.



Proprio al nostro Paese e alla mancanza di progettualità che lo affligge Banzi ha dedicato spesso parole che andrebbero lette con estrema importanza, paragonando la situazione di chiusura del Bel Paese al tasso di innovazione che distingue invece la Svizzera, ove Banzi risiede e insegna. Una chiusura derivante da barriere spesso culturali di un Paese che sembra aver lo sguardo sempre rivolto allo specchietto retrovisore, tanto da pensare all’artigianato come la bottega in cui siede e opera un vecchio signore, il quale considera quel locale come la massima dimensione perseguibile, mentre nei paesi più avanzati la dimensione è quella che ognuno di noi decide di darsi come obiettivo.

Anche la mancanza di autostima dei giovani italiani è stata affrontata da Banzi, ricordando come proprio l’ambiente imprenditoriale italiano sia alla base della stessa, con atteggiamenti da padrone delle ferriere che sono ormai anacronistici. Addirittura caustico è stato poi il ricordo degli incontri da lui avuti con ministri della Repubblica come Corrado Passera, o con personalità del mondo finanziario come Alessandro Profumo, indicati da Banzi come il vero freno al varo di vere politiche industriali in Italia. Ecco perché la consueta intervista di Fabio Fazio con Banzi promette, o meglio minaccia di essere estremamente interessante.