La puntata di lunedì 29 settembre di Quinta Colonna si è aperta con Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) che, insieme al conduttore Paolo del Debbio, hanno affrontato il caso dell’autista dell’Atac aggredita a Roma nel quartiere Corcolle da un gruppo di extracomunitari. Nel servizio tra la gente di Corcolle monta la protesta e il malcontento per il sussidio dato agli immigrati (circa 45 euro al giorno) mentre la gente non riesce ad arrivare alla fine del mese e vive con grandi difficoltà. La Meloni ha sottolineato che l’immigrazione deve essere regolata in base al tasso di disoccupazione e che bisognerebbe ispirarsi alle leggi tedesche. Per la Meloni gli immigrati stanno “prosciugando” le risorse del welfare italiano perché occupano i primi posti delle graduatorie negli asili nido, negli aventi diritto alle case popolari. Giorgia Meloni sta portando avanti una proposta sulla diminuzione del costo del lavoro, che deve essere agevolato per i datori di lavoro. Il punto fondamentale è assicurare almeno 1000 euro netti per ogni lavoratore, diminuire il costo del contratto di lavoro fino al 20% per i datori e solo cosi potrà ricominciare a far girare l’economia. La Meloni ha sottolineato che non si tratta di razzismo ma di un diritto acquisito dagli italiani che pagano per avere dei servizi. Anche sugli 80 euro di Renzi la Meloni ha commentato dicendo che alla fine è stata una manovra che si è annullata con le leggi che si sono succedute, non ultima quella sulla casa. Pare infatti che il governo stia lavorando per reintrodurre la tassa di successione. A Quinta Colonna Del Debbio ha continuato con l’iniziativa di mettere in contatto le aziende che offrono lavoro, invitando a inviare il curriculum.La tassa sulla casa, la Tasi, secondo la Meloni risulta essere più cara dell’IMU e in sostanza le tasse salgono invece di scendere. Renzi, riporta la Meloni, non ha voluto tassare le grandi multinazionali del web ma gli italiani. Nel servizio Renzi invita le banche a concedere prestiti alle piccole e medie imprese ma la Meloni lo ha contraddetto, perché negli ultimi anni in realtà diverse sono state le manovre e le leggi a favore delle stesse banche prelevando i soldi nelle tasche degli italiani. Del Debbio ha ipotizzato se la Meloni fosse eletta domani Presidente del Consiglio, che cosa farebbe subito?. La Meloni ha risposto, prima di andare via, che punterebbe alla legge sul lavoro e ha aderito all’abolizione dei vitalizi regionali.Nel servizio seguente si è parlato di Nicola Illuzzi, dentista, che è uno dei baby-pensionati della regione Lazio, con un vitalizio di 3000 euro al mese, come Roberto Buonasorte che è stato intervistato sul suo vitalizio. Ha affermato di aver inviato una lettera perché vuole restituirlo, altrimenti avrebbe percepito per tutta la vita dall’età di 50 anni i 3 mila euro di pensione.



In studio gli ospiti delle serata sono stati Daniela Santanché (FI), Mario Giordano direttore del TG4, Paolo Cento, Carlo Rienzi. Renzi sull’articolo 18 insiste che sia abolito e intanto a trasmissione si è collegata con la piazza nel centro storico di Torino, dove una storica libreria chiede domani. Giordano ha sottolineato che ci sono anche politici che prendono il doppio vitalizio e che non ha senso visto che “la vita è una sola”. Del Debbio ha chiesto quindi alla Santanché se l’art. 18 è il problema più importante in Italia e ha sottolineato che, anche se non lo è, è un “totem” che va cambiato per una “rivoluzione culturale”. Paolo Cento, in risposta alla Santanché, ha parlato della necessità di protezione sociale e del sostegno al reddito che esiste in tutti i Paesi. In un servizio una coppia con un figlio che lavorava presso ACEA, società municipalizzata di Roma, è stata licenziata insieme ai colleghi perché “costano troppo” e manifestavano in piazza in ginocchio, perché non vogliono “l’elemosina” ma un lavoro.Del Debbio ha riportato la discussione sulla paga dei lavoratori stranieri e la Santanchè ha risposto sottolineando la “concorrenza sleale” che va fermata. Carlo Renzi, presidente del Codacons, ha sottolineato che, da avvocato del lavoro, sono più di 10 anni che non affronta una causa sull’art. 18. Secondo lui la disputa sull’art. 18 serve per distrarre da altri problemi ed è un problema interno al PD.Anche Paolo Cento ha sottolineato che dietro il dibattito dell’art. 18 c’è il progetto di Renzi nei confronti dell’Europa di portare qualche risultato a scapito degli italiani. In piazza a Torino la gente ha chiesto cosa serve parlare dell’art.18 e perché non si pensa ai problemi italiani.Durante la trasmissione è arrivata la notizia, pubblicata da Il corriere della Sera che il PD è sull’orlo della rottura perché Bersani è “durissimo” con Renzi sull’art. 18. Giordano ha risposto alla domanda del conduttore sul motivo per cui tutti si sono ribellati contro Renzi per l’art. 18 e ha risposto che si ha paura di abbattere i totem e quindi fare le vere riforme. Del Debbio ha illustrato una tabella insieme al presidente del Codacons che fa un paragone tra gli stipendi percepiti dai lavoratori e quelli impiegati in enti ormai inutili e che non si capisce a cosa servano di preciso: le differenze sono abissali.Giordano sottolinea come i vari enti pubblici e agenzie sono enormi “poltronifici” per sistemare ex politici “trombati” che non sono stati rieletti. La Santanché si è ribellata sull’art. 18, perché in genere si “predica bene ma razzola male”.



In collegamento c’era Ivan Scalfarotto del PD al quale il conduttore ha chiesto come mai c’è questa rottura nel partito. Scalfarotto ha risposto che in Italia ci sono forme del lavoro che sono alla stregua della schiavitù, senza nessun diritto. Ma Paolo Cento ha dubitato sulla disponibilità della risorse che secondo l’aderente al PD devono essere trovate. Ormai i Centri per l’impiego per Scalfarotto servono solo per tenere gli impiegati perché non servono a nulla senza il lavoro.Quinta Colonna ha affrontato un ulteriore argomento e cioè se c’è ancora posto per gli immigrati e in studio sono cambiati alcuni ospiti per parlare dell’episodio di Corcolle (RM) Tra questi Claudia Terzi (Lega Nord), Gianfranco Librandi (Scelta Civica), Daniele Martinelli, Mario Giordano e due autisti dell’Atac. L’aggressione a 2 autiste dell’Atac degli abitanti di Corcolle è una vera e propria caccia all’uomo. La gente ha iniziato a raccogliere firme per la sicurezza sociale in riferimento al disordine che hanno portato gli immigrati. Le periferie già disagiate subiscono la presenza degli immigrati. Del Debbio sottolinea che è improponibile dare 30 euro ai cittadini romani, come ha proposto Marino sindaco di Roma, che accolgono un immigrato in casa. Un cittadino di Corcolle ha sottolineato che non vogliono essere considerati razzisti, ma persone che hanno problemi oggettivi. I cittadini si sono sentiti costretti a reagire in quel modo per difendersi.Il giornalista ha confermato che girando per le vie di Corcolle c’è un atmosfera concretamente avversa, perché sono al limite della sopportazione.



Micaela Quintavalle, un’autista ATAC e sindacalista, lamenta la poca sicurezza sui mezzi pubblici per attacchi agli autisti anche da parte di persone italiane.Nel quartiere di Tor Bella Monaca a Corcolle si è visto come nella riunione seguita all’aggressione dell’autista Atac la tensione e la rabbia era altissima, dentro e fuori dall’aula del VI Municipio. Una donna piangeva in preda a una crisi di pianto e la gente continua a chiedere lavoro.In studio Emilio Tora, un altro autista, ha raccontato quando è stato chiamato dall’autista aggredita, delle condizioni della ragazza fortemente scossa. E’ riuscita a scappare e raggiungere il deposito, inseguita dal almeno 30 extracomunitari che, alla vista del collega arrivato su un motorino, si sono dileguati nei campi vicini. In un nuovo servizio si sono visti gli immigrati irregolari che tampinano i passeggeri mentre fanno i biglietti del treno o dell’autobus e pretendono con insistenza dei soldi per “l’aiuto” dato. Sono tutti minorenni perché sanno che non sono imputabili per legge. Secondo Daniele Martinelli, ospite in studio, questo è il segno di un paese senza più senso di legalità, portando la gente a fare una “guerra fra poveri”. Il governo è responsabile di questo stato di cose. Da Torino hanno detto che la stessa situazione si vive anche in altre città, e il conduttore si è chiesto perché non è possibile mettere in sicurezza gli autisti.

In un altro servizio hanno intervistato gli immigrati che trascorrono le giornate nelle case che gli sono state assegnate, in attesa dei documenti per rifugiati, che spesso si prolunga per più di un anno. Uno di loro ha sottolineato che era contento di parlare con un italiano, perché nessuno vuole parlare con loro.Alle aziende che offrivano lavoro sono arrivati circa 900 curriculum che verranno vagliati dagli imprenditori. I risultati sulle opinioni hanno visto la preferenza su Renato Brunetta e Giordano ha sottolineato che oggi inseguendo un auto è morto un Carabiniere e tutti si sono alzati in piedi applaudendo. Del Debbio ha salutato le piazze di Torino e Roma e gli ospiti in studio, dando appuntamento a lunedì prossimo.

Va in onda questa sera una nuova puntata di Quinta Colonna, il programma di approfondimento condotto da Paolo Del Debbio su Rete 4 a partire dalle 21.15. Il nuovo appuntamento si aprirà con un faccia a faccia tra il conduttore e la leader di Fratelli dItalia Giorgia Meloni, mentre a seguire si entrerà nel vivo della trasmissione in cui si parlerà di riforma del lavoro e di articolo 18, ma anche della perdurante crisi delle attività commerciali in Italia e delle tensioni tra extracomunitari e i cittadini di Corcolle, frazione di Roma dove recentemente sono state prese dassalto due vetture del trasporto pubblico. Saranno come sempre collegate due piazze attraverso le quali Del Debbio, nel corso della puntata, darà voce a cittadini e opinionisti: questa sera Quinta Colonna ci porterà a Roma e Torino. Gli ospiti presenti in studio per dibattere sui temi della serata saranno invece Ivan Scalfarotto (Pd), Daniela Santanchè (Fi), Gianfranco Librandi (Scelta Civica), Micaela Quintavalle ed Emilio Tora (entrambi conducenti ATAC), Carlo Rienzi (presidente Codacons), Daniele Martinelli (ex responsabile comunicazione M5S) e Mario Giordano.