Diventa sempre più difficile proporre una commedia romantica degna di questo nome: si tentano diverse strade, staccandosi dai modelli precedenti oppure richiamandosi a essi, adeguandosi alla moda dei tempi o cercando di rompere gli schemi. Quel momento imbarazzante, diretto da Tom Gormican, si rivela un buddy movie che prova a miscelare elementi romantici e commedia brillante, spesso giocata sul sesso in un modo che ricorda, per certi versi, una nuova versione di Sex and the City al maschile.
La storia ruota intorno a tre amici, Jason, Mikey e Daniel, che vivono tre situazioni sentimentali diverse: Jason cambia ragazza con la velocità con cui una donna si cambia dabito, Daniel ama giocare al serial lover usando lamica Chelsea come esca, Mikey è ancora innamorato della moglie traditrice e non accetta che lei abbia chiesto il divorzio. Per sostenerlo, gli altri promettono di restare a loro volta single e di non complicarsi la vita con rapporti seri e impegnativi, limitandosi a cercare il divertimento. Ma ogni azione ha un effetto e, poiché non esiste storia senza complicazione, i nostri eroi sono messi alla prova da incontri ed eventi che cambiano le carte in tavola.
Mikey ritrova una sorta di intesa con la moglie, senza accorgersi che lei, nel frattempo, porta avanti la sua relazione extraconiugale. Jason incontra Ellie, bella, intelligente, di buona famiglia, e tenerla a distanza diventa complicato. In quanto a Daniel, ancora non si rende conto che in Chelsea ha trovato pane per i suoi denti e che la loro amicizia rischia di prendere una direzione inaspettata.
Zac Efron, lex ragazzino di High School Musical, si ritaglia ampio spazio nel ruolo di Jason (è anche il produttore del film), ma non eclissa i bravi Miles Teller e Michael B. Jordan. Segna un punto a suo favore lattrice inglese Imogen Poots, unadorabile Ellie, credibile nelle situazioni comiche così come in quelle più drammatiche.
Man mano che la trama procede, si susseguono situazioni più o meno divertenti e paradossali, che esaltano il leitmotiv del film: fuggire dallimpegno che lamore richiede non rende liberi. Il divertimento non basta ad appagare il bisogno di felicità insito nelluomo e lamore, quello vero, è un bene raro e fragile come un fiore. Se ne accorge Jason, che si eclissa nel momento in cui Ellie ha bisogno di lui e ne paga le conseguenze: quando si accorge di cosa vuole veramente, potrebbe essere troppo tardi. Ma siamo in una commedia e al lieto fine non si sfugge, condito con tutti i cliché del caso.
Non si resta certo folgorati dalla storia, in cui non manca una buona dose di prevedibilità e che non offre momenti indimenticabili o trovate particolari.
L’alternanza di momenti dolci e romantici e di scene esplicite e sfacciate (non sempre necessarie, a dire il vero), in linea con il già citato Sex and the City, può risultare un metodo scontato di raccontare la difficoltà dei giovani a districarsi tra i propri desideri e timori. Tuttavia l’insieme è piacevole, grazie soprattutto alla capacità di interazione degli attori, evidentemente a loro agio nei rispettivi ruoli, ai dialoghi veloci e brillanti e alla riflessione, non banale, sulla necessità di “esserci” quando l’altra persona ha bisogno di noi, anche se non lo chiede.