La puntata del 30 settembre 2014 di “Storie vere”, condotto da Eleonora Daniele con la presenza in studio della criminologa Roberta Bruzzone e del direttore di “Giallo” Andrea Biavardi è dedicata ai casi di cronaca nera. Si comincia con il duplice omicidio di Cinecittà, avvenuto la settimana scorsa a opera di Marco Micucci, che ha assassinato in un ascensore dell’edificio INPS sua moglie, Daniela Nenni e il suo presunto amante Alessandro Santoni. Micucci e sua moglie vivevano da separati in casa e l’uomo aveva pubblicato nei giorni scorsi un post su Facebook carico di odio e minacce. Alessandro Santoni, ascensorista, si recava spesso all’INPS per effettuare i controlli sugli ascensori e aveva ritrovato alcuni giorni prima della tragedia il parabrezza della sua auto sfondato da un sasso. Micucci, che lavorava assieme a sua moglie all’INPS, ha seguito i due presunti amanti e li ha uccisi con almeno 10 coltellate, in preda alla gelosia. Dopo il duplice omicidio Micucci ha chiamato i carabinieri che l’hanno trovato ancora sporco di sangue e con l’arma in mano. Andrea Biavardi commenta la vicenda, una tragedia annunciata in virtù delle scritte folli pubblicate dall’uomo su Facebook e dell’acquisto di un’arma da taglio. Per Roberta Bruzzone si tratta dell’ennesimo caso di femminicidio causata dalla sete di controllo sulle donne, da parte di un uomo che non voleva accettare la fine della relazione. 



In studio è presente la mamma di Ivan Regoli, il ragazzo scomparso da Matino (provincia di Lecce) nel 2011. Lo scorso agosto in un pozzo a pochi chilometri da casa di Ivan è stato ritrovato un cadavere decomposto che, tuttavia indossava gli abiti di Ivan. In attesa della conferma data dall’esame del DNA la madre di Ivan chiede giustizia per suo figlio. Biavardi sottolinea la lentezza delle indagini nel caso in questione e la possibilità che Ivan abbia visto o sentito qualcosa che non avrebbe dovuto sapere. Secondo Roberta Bruzzone si tratta dei tempi medi delle indagini, date le risorse e le strumentazioni limitate in possesso delle forze dell’ordine. Il ritrovamento del cadavere lascia ipotizzare l’occultamento, in quanto mancano le scarpe e gli effetti personali del ragazzo. 



In studio la figlia di Giuseppe Piscopo, l’uomo scomparso da Sant’Angelo Lodigiano 5 anni fa, chiede agli inquirenti di occuparsi ancora di un caso che presenta molte anomalie. Dopo la scomparsa dal conto corrente dell’uomo sono stati effettuati dei prelievi da bancomat a Melegnano e a Roma. Piscopo avrebbe dovuto aprire un ristorante a Lagos, in Nigeria, ma probabilmente si era accorto di essere vittima di un raggiro. I suoi soci, sono tutti tornati in Italia e secondo la donna la loro posizione non è stata adegutatamente vagliata dagli inquirenti. Biavardi sottolinea l’importanza delle indagini nelle prime ore dalla scomparsa e sottolinea che quando non ci sono i riflettori dei media i casi vanno a rilento. I parenti di Francesca Benetti hanno chiesto ad Antonino Bilella, accusato del suo omicidio su cui pesano prove gravissime, la restituzione del cadavere della donna, non ricevendo risposta. L’ultimo caso di questa puntata è quello di Mariangela Corradin, la donna scomparsa il 15 agosto del 1995 dalla sua abitazione alla periferia di Torino in circostanze misteriose. A 9 anni dalla scomparsa la figlia Paola, presente in studio, teme che il caso possa essere archiviato.

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