Ieri sera è andata in onda su Rai Tre una nuova puntata de “La Grande Storia”. Cliccate qui per rivederla. Intanto ecco il riassunto della puntata. Uno dei simboli della rinascita italiana è sicuramente la televisione e la data chiave è il 3 gennaio del 1954, quando venne trasmessa dalla Rai la prima trasmissione “Arrivi e partenze”, condotta da Mike Bongiorno. Nei suoi programmi Bongiorno ha accolto gente di spettacolo, politici, poeti e personaggi internazionali di spicco. Grazie alla sua esperienza nel giornalismo americano, Bongiorno intuì che i quiz avevano tutte le carte in regola per sfondare anche nella tv italiana e propose di introdurre “Lascia o raddoppia”, ispirato ad un quiz in onda sulle tv americane, che gli garantì il successo. L’Italia del secondo dopoguerra è un paese devastato, quasi raso al suolo, ma nel giro di 10 anni è stata in grado di diventare una delle maggiori potenze industriale. Negli anni del boom economico gli italiani hanno iniziato a leggere e a spostarsi e nel giro di pochi anni il nostro paese si è trasformato in uno stato molto simile agli USA. La guerra ha lasciato un popolo affamato, con la produzione agricola e industriale letteralmente crollata e privo di energia e materie prime. Il costo della vita è 50 volte più elevato rispetto agli anni che hanno preceduto la guerra e la maggior parte degli italiani non possede più alcun bene. Il piano Marshall, varato dagli americani, ha permesso ai paesi europei di risollevarsi dalla situazione critica, ponendo le basi per uno sviluppo duraturo. Secondo lo storico David Elwood gli USA hanno attuato il piano, annunciato nel giugno 1947 e partito formalmente un anno dopo, per rilanciare il commercio mondiale e per evitare che i paesi europei entrassero nell’orbita dell’Unione Sovietica. Una delle principali problemi dell’Italia era l’emergenza abitativa, risolto con il piano INA-Casa, promosso dal ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale Amintore Fanfani, con cui lo Stato realizzò edifici residenziali popolari, e con la buona volontà degli italiani, che diventarono un popolo di manovali. Grazie agli investimenti del piano Marshall le industrie vennero modernizzate e riconvertite per le nuove esigenze, diverse da quelle belliche, e gli italiani mostrarono tutta la loro creatività ed esuberanza, unito ad uno spiccato intuito commerciale, come nel caso delle società Merloni, Smeg e Zanussi, che idearono nuovi modelli di elettrodomestici, e Ferrero, che creò la crema al cioccolato che poi spopolerà col nome di Nutella. Secondo lo storico Ernesto Galli della Loggia, ci fu una vera e propria mobilitazione psicologica degli italiani, aiutati dalle buone condizioni dell’apparato industriale, che non aveva subito molti danni, e dalla possibilità di importare dall’estero le nuove tecnologie a disposizione. Simbolo della rinascita del nostro paese è l’Eni, che si occupò dell’estrazione di metano dal giacimento di Cavriago (provincia di Lodi) e di petrolio nei pressi di Cortemaggiore (provincia di Piacenza). Eni considerava i dipendenti come membri della famiglia e nei pressi di San Donato Milanese (provincia di Milano) venne costruita Metanopoli, un villaggio residenziale per i dipendenti della società in cui case ed uffici furono ideati a misura di lavoratore. Lo storico Ernesto Galli sottolinea i risultati del referendum del 2 giugno 1946, la prima prova elettorale dopo la guerra, in cui il paese si spaccò letteralmente in 2, con il Centro-Nord che votò in massa per la Repubblica (ad eccezione della provincia di Como) e il Sud che altrettanto nettamente si schierò a favore della monarchia. Nel 1948 si tennero le prime elezioni politiche, il cui esito venne fortemente influenzato dagli avvenimenti esteri, dove trionfò la Democrazia Cristiana, grazie alla mobilitazione massiccia dei comitati civici, sostenuti dalla Chiesa Cattolica, ostile alle ideologie comuniste. A pochi mesi dalle elezioni l’Italia fu minacciata dall’attentato a Palmiro Togliatti, che potenzialmente poteva dare il via ad una vera e propria guerra civile, ma la giovane repubblica superò l’accaduto senza gravi conseguenze. Alla fine degli anni quaranta le vacanze sono un’utopia per gli italiani, che devono accontentarsi delle gite fuori porta (Ostia per i romani, l’Idroscalo per i milanesi) o di tornare al paese d’origine, per aiutare i familiari nel lavoro dei campi. La qualità della vita è ancora insoddisfacente: 2 italiani su 3 non hanno a disposizione bagni, gas e telefono e il 38% non mangia mai carne. Gli italiani non possono permettersi una vacanza ma possono sognarla, sfogliando i rotocalchi in cui sono contenuti i fotoromanzi, nati nel 1947, storie semplici ma coinvolgenti basate sull’amore e sull’avventura, in cui sono stati protagonisti anche personaggi famosi come Mike Bongiorno, Sophia Loren e Gina Lollobrigida. Nei primi anni cinquanta sta nascendo un’Italia diversa, i negozi si riempiono di gente e la televisione diventa un oggetto invidiato, da possedere ad ogni costo: il boom economico è iniziato, trainato dalla ferrea volontà degli italiani, disposti a lavorare fino all’esaurimento delle forze pur di cancellare la miseria e la povertà, e tutto il paese crescerà a ritmi elevatissimi fino al 1962.



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