Si presenta molto interessante la partecipazione di don Maurizio Patriciello alla puntata di Che fuori tempo che fa in onda questa sera su Rai 3. Il parroco del quartiere Parco Verde di Caivano è infatti uno dei simboli della battaglia condotta nella cosiddetta Terra dei Fuochi, ovvero quella fetta di territorio campano avvelenata da rifiuti tossici che hanno seminato morte nel corso degli ultimi decenni. Morte che non ha risparmiato neanche la sua famiglia, con il decesso del fratello avvenuta per leucemia da pochi mesi e la cui notizia è stata da lui data sul suo profilo Facebook. 



Don Maurizio Patriciello è nato a Fratta Minore e dopo aver lavorato in qualità di paramedico ha deciso di entrare in seminario grazie all’incontro con un frate francescano che lo ha ricondotto nell’alveo di quella Chiesa che aveva temporaneamente abbandonato anni prima. In qualità di parroco di Caivano, in poco tempo è diventato uno dei volti più noti della battaglia intrapresa per la rinascita di un territorio inquinato dai rifiuti industriali sversati e poi interrati senza alcuna precauzione nelle campagne. Sulla clamorosa vicenda ha peraltro scritto due libri, Vangelo dalla terra dei fuochi, pubblicato da Imprimatur nel 2013 e Non aspettiamo l Apocalisse, scritto a quattro mani insieme a Marco De Marco e pubblicato da Rizzoli nel 2014.



In una recente intervista rilasciata a Sette, il magazine del Corriere della Sera, ha ripercorso le tappe che hanno segnato il dramma di migliaia e migliaia di famiglie colpite dai devastanti effetti di un uso criminale del territorio a opera dei clan camorristici. Una intervista partita dalle minacce di cui il parroco è stato oggetto e tese a silenziarne la denuncia, ritenuta evidentemente scomoda, a opera dei clan stessi.

Nell’intervista don Patriciello ha voluto ricordare come se dalla Camorra ci si possono aspettare comportamenti criminali, ben altre condotte dovrebbero invece ispirare gli imprenditori che nel corso di questi decenni si sono affidati alla criminalità organizzata per l’eliminazione delle scorie nocive delle lavorazioni delle loro industrie. Tanto da stigmatizzare il suo mancato ricevimento da parte di Giorgio Squnzi, il numero uno di Confindustria. 



Non meno grave la totale cecità dimostrata dalla politica, con interventi che non tengono in nessun conto la gravità della situazione innescata da indici di disoccupazione arrivati in alcune delle zone interessate al 90% e tali da spingere molte famiglie a farsi pagare per bruciare i rifiuti. Di fronte a questo incredibile disastro sociale, la risposta è stata semplicemente affidata alla repressione portata avanti a colpi di leggi che dichiarano illegale bruciare i rifiuti, ignorando il fatto che il non farlo farebbe mancare forme elementari di sostegno a famiglie che non possiedono fonti di reddito alternative.

Nella sua veste di parroco ha anche incontrato Carmine Schiavone, uno dei boss responsabili dell’inquinamento, il quale si è dichiarato pentito di quanto fatto e di non essersi reso conto della gravità delle operazioni quando i rifiuti sono stati sversati.

La presenza di don Maurizio Patriciello alla trasmissione di Fazio si deve anche al fatto che subito dopo andrà in onda la seconda puntata di Gomorra -La serie e le parole del sacerdote serviranno proprio a introdurre questa fiction italiana che parla proprio della criminalità campana.