Finisce con una esplosione e tutto che può svanire in pochi secondi. Langelo di Sarajevo mostra il lato più crudo, ma è solo un assaggio di quanto succederà. De Luca arriva allorfanotrofio per prelevare Malina con pochi minuti di ritardo, quando i bambini sono già in viaggio per la Germania. Ironia della sorte, anche la lettera che ne sancisce laffido è arrivata dopo la partenza del convoglio. In una rincorsa disperata de Luca cerca di raggiungere il suo Angelo, ma viene bloccato a un check point. Davanti ai suoi occhi una bomba scoppia di fianco al convoglio. Malina è morta?



De Luca è tornato a Sarajevo, ha fatto la sua scelta. Ha richiesto l’affidamento di Malina a un alto notabile di Sarajevo che, dopo diversi tentennamenti, farà quel che può per renderlo possibile. Ma ‘L’angelo di Sarajevo’ rientra crudelmente nella realtà di tutti i giorni, fatto di guerre e dei cecchini. De Luca ha una soffiata su Zico e incontra Aisha, bosniaca. Lei è una cecchina, dei bosniaci. E ha un legame speciale con Zico. E’ suo marito. Ma ormai troppo odio si è consumato e l’affetto che i due provavano l’uno per l’altro si è trasformato in odio. E mentre de Luca insegue la pista di questo servizio, ha fatto richiesta di adozione di Malina. Che però per una decisione politica di tipo nazionalistico è destinata ad un instituto in Germania. E’ una lotta contro il tempo, perchè la lettera del ministero che conferma l’affido di Malina a de Luca arriva tardi, quando l’orfanotrofio è stato evacuato. De Luca parte all’inseguimento 



Il ritmo de LAngelo di Sarajevo si fa sempre più convulso. Laffidamento di Malina è a rischio, anzi quasi impossibile, e il tempo stringe. Ma una idea folle comincia a farsi strada nella mente di de Luca. Senza chiedersi perché e sfidando ogni pericolo, Marco andrà alla ricerca dei genitori di Malina avventurandosi in un viaggio doloroso verso il villaggio di Visegrad, dove insieme a Romano e a Kemal saranno testimoni delle barbarie perpetrate dalle milizie. Lorrore che si para davanti ai loro occhi è inimmaginabile, ma

Anche se spesso gli eventi ci determinano, è quando facciamo la nostra scelta che diventiamo protagonisti. E così per de Luca ne ‘L’angelo di Sarajevo’ arriva il momento di una scelta. Il capo lo chiama dall’Italia, la notizia bomba gliala da lui: c’è la possibilità di arrivare a condurre il tg delle 20. Ma devi rientrare subito. Grande notizia, in effetti. De Luca ha la possibilità di coronare il suo sogno professionale. In Bosnia ne mandano un altro, uno bravo, ci penserà lui. E de Luca in fondo, il suo lo ha fatto, convincendo una operatrice internazionale a donare in segreto alcune scatole di derrate alimentari all’orfanotrofio di Malina. E così, de Luca, saluta tutti e riparte per l’Italia. Al ritorno, in pieno periodo di Mani Pulite, però, l’atmosfera è greve. E Marco si scopre sempre più solo. Mentre le foto dell’orfanotrofio, di Malina, solo quelle riescono a strappargli un sorriso sincero. Marco però non riesce a sintonizzarsi di nuovo in un paese che ha tutto, ma si perde in guerre di potere, di rapporti interpersonali esasperati e finti, quando solo poche centinaia di chilometri più a oriente si barattano sigarette per un kg di latte in polvere per bambini, e anche solo attraversare la strada può significare morire. E le videocassette dei suoi servizi, con lo sguardo di Malina, lo tormentano dal televisore. Ora è tempo di fare la sua scelta 



Il seme gettato dallo sguardo della piccola Malina, comincia a germogliare nel cuore di de Luca. Ma che prima viene dissodato da una delle scene più intense de ‘L’angelo di Sarajevo’. In uno slalom tra i palazzi cercando di sfuggire a un cecchino chiamato Zico per la sua mira infallibile, de Luca assiste a qualcosa di orribile. Le strade sono piene di oggetti, sacchi, materiale sfuggito dalle mani di chi le percorre correndo, stando bassi, perchè fermarsi a raccogliere qualcosa potrebbe essere un errore fatale, quando si cerca di inseguire una vita che potrebbe essere strappata in qualsiasi momento. E proprio in uno di questi vicoli, allo scoperto tra decine di palazzoni che sembrano giganti grigi e severi, un vecchio decide che – basta – non ce la può più fare a vivere nella paura. A passo strascicato arriva allo scoperto, tirandosi un carrello per la spesa appresso, quasis stancamente. E al centro della strada si ferma. Davanti a una scritta su un muro “don’t forget”. Guarda le finestre dei palazzi, intensamente, senza espressione. E apre le braccia quasi a voler volare. De Luca è scosso: “vuole morire, non ce la fa più a vivere così, nella paura. Che fai scappa! Scappa!”. L’operatore riprende tutto. Il vecchio è nell’obiettivo della telecamenra, come nel mirino telescopico del cecchino. Che però non spara. Attimi che sembrano infiniti e poi il vecchio scivola via, con una tristezza opprimente. Il cecchino non lo ha lasciato vivere, lo ha condannato a non morire. Dietro di lui una giovane donna, titubante, ingenuamente, cerca di attraversare, forse il cecchino non c’è. Che succede, dove devo andare? E’ disorientata. In quel momento crepita un colpo. E Zico ha fatto l’ennesimo centro. De Luca e Romano sono sconvolti, e girano uno dei servizi più belli della loro carriera. Ma chi è questo cecchino? Ora de Luca si pone l’obiettivo di scoprirlo 

Decisamente non comincia bene l’avventura per Marco de Luca (alias Franco di Mare, interpretato da Beppe Fiorello) che nei primi dieci minuti di ‘L’Angelo di Sarajevo’ riesce a farsi sparare addosso da un mortaio appena sbarcato dall’aereo assieme al suo collega Romano (l’operatore che lo accompagna), e da due cecchini proprio davanti all’albergo. Tra i colleghi, si sa che i giornalisti quando vogliono brillano per cinismo, raccolgono scommesse su quanto potranno rimanere prima di abbandonare. Poi di colpo qualcosa cambia. Un collega, forse un furbo, gli fa una soffiata: hanno bombardato un orfanotrofio. E’ pericoloso ma de Luca si reca lì e avviene l’incontro che gli cambierà la vita. Tra tantissimi bambini, la più piccola (e rumorosa), Malina. Dieci mesi. Proprio la creatura che la madre, abbandonando, era riuscita a salvare. Ma che nessuno vuole, perchè “in tempo di guerra i bambini sono un lusso”. De Luca gira un bellissimo servizio, pieno di sentimento e rimane folgorato dallo sguardo della piccola Malina. De Luca prova a trasmetterlo, ma non ce la fa, a causa dell’inflessibilità della responsabile del centro emissioni. Una svizzera tedesca tosta, tostissima. Ma che ben presto si capisce, non è insensibile. L’avventura di de Luca, tra palazzi, e cecchini invisibili, sta per cominciare davvero… 

Inizio di grande impatto per ‘L’angelo di Sarajevo’, che mette sul piatto della narrazione le carte dei suoi personaggi. A partire da lei, Malina, che in un gruppo di profughi, in braccio alla madre, si sta spostando vicino alle rive di un fiume su una strada costeggiada da due file di alti alberi. D’un tratto gli spari e quella normalità, precaria, di un gruppo di vicini che scappava, sparisce di nuovo. Tutti fuggono verso l’imbarcazione che può portarli sull’altra riva, lontana dalla mira dei cecchini, che crepitano colpi senza volto e senza una direzione. Ma la barca è piena e la madre riesce solo ad affidare a una sconosciuta la bambina. Rimanendo in piedi, bersaglio esposto e svuotato dalla paura di morire, mentre vede la figlioletta allontanarsi. Intanto Marco de Luca, in Italia, riceve l’incarico del suo editore di andare a Sarajevo. A svolgere il suo lavoro, a riprendere la sua vita, interrotta da un altro abbandono, quello della moglie che vuole in divorzio. Riuscirà l’adrenalina di un posto pericoloso come Sarajevo a far ripartire il suo cuore che pare indifferente a tutto?

Tra poco andrà in onda su Rai Uno la fiction Langelo di Sarajevo con Beppe Fiorello. Luglio 1992. Con la ferita di un matrimonio che sta fallendo, Marco De Luca, giornalista televisivo di successo, si offre volontario per recarsi a Sarajevo e raccontare l’orrore della guerra che si sta consumando. In un orfanotrofio appena bombardato Marco conosce Malina, una bambina orfana di appena dieci mesi e se ne innamora completamente, al punto di decidere di prenderla in affido e adottarla… Vi ricordiamo che, oltre a poter vedere Langelo di Sarajevo sintonizzandovi su Rai Uno, la fiction sarà visibile in diretta streaming su Raitv: cliccate qui per vederlo su Rai.tv 

La miniserie Langelo di Sarajevo, che sbarca sul piccolo schermo grazie allidea di Giuseppe Fiorello di adattare per la televisione il libro di Franco Di Mare in Non chiedere perché, prenderà il via questa sera, martedì 20 gennaio 2015, su Rai 1. Il primo dei due episodi ci presenterà il giornalista Marco De Luca, interpretato appunto da Fiorello, che viene inviato a Sarajevo durante gli anni della guerra. Un matrimonio, il suo, che sta finendo: anzi, ormai è concluso. La necessità di avere una svolta nuova nella vita, un nuovo inizio: da qui, la partenza per Sarajevo, e unaccoglienza a dir poco spaventosa. Come si vede anche dal promo della fiction rilasciato da Rai.tv (clicca qui per vedere il video), i primi attimi di permanenza del reporter nella città sono accompagnati dallesplosione di un ordigno, e da una corsa forsennata verso un riparo. Allorrore non ci si abitua mai, sono le parole del giornalista in sottofondo, mentre tenta di spiegare quello che è stato sotto i suoi occhi nel periodo che ha passato a Sarajevo: fino allincontro con una bambina di dieci mesi, Langelo, altra grande protagonista della miniserie. Appuntamento a questa sera!

Alle telecamere di Rait.v Beppe Fiorello protagonista della miniserie Langelo di Sarajevo ha raccontato come è nata la sua partecipazione a questo progetto. Stava guardando in televisione il racconto di questa storia, di un uomo che trova una bambina orfana di guerra e se ne innamora all’istante e dice di essere rimasto veramente colpito. Il gesto di questo uomo solo che porta via una bambina dall’assedio bellico più lungo della storia recente lo ha conquistato. Il paradosso della guerra e la nascita di una vita lo hanno convinto più di tutto il resto che si trattava di una storia da raccontare al grande pubblico. Così Fiorello ha chiamato Franco di Mare e insieme sono andati in Rai a chiedere di produrre il progetto. Cliccate qui per vedere l’intervista integrale

Tra gli autori delle musiche de L’angelo di Sarajevo c’è Pivio che le ha curate insieme ad Aldo De Scalzi. Il compositore in un’intervista esclusiva a Rai.tv dice di aver già collaborato con il regista Enzo Monteleone sia per il cinema che per la televisione. Pivio ha affermato di aver aderito con molto entusiasmo a questo progetto in quanto la storia era meritevole di essere raccontata. Le musiche sono un misto di struttura orchestrale e un omaggio alla tradizione balcanica ma c’è anche spazio per una situazione più straniante per dare il tempo al regista di raccontare la storia con delicatezza. Cliccate qui per vedere la sua intervista integrale

Tra gli attori protagonisti de L’angelo di Sarajevo c’è anche Luca Angeletti che in un’intervista esclusiva a Rai.tv ha parlato del personaggio che interpreta. Romano è un cameraman, spiega Angeletti sottolineando che si tratta di un personaggio di guerra per quanto possa apparire sensibile. Romano è un testimone oculare e accompagna Marco (il protagonista) in questo tortuoso percorso emotivo. Angeletti dice di aver contribuito anche da un punto di vista tecnico alle riprese che alcune ha realizzato egli stesso come operatore. L’attore ha anche affermato di essere stato colpito dal dolore che quelle terre portano ancora con sè. Cliccate qui per vedere la sua intervista integrale.

Oggi, martedì 20 gennaio 2015, Rai 1 trasmetterà la prima puntata de Langelo di Sarajevo, la miniserie diretta da Enzo Monteleone ispirata al libro di Franco Di Mare, Non chiedere perché. Lattore principale, che vestirà i panni del reporter e giornalista Marco De Luca, è Beppe Fiorello. In unintervista esclusiva rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Fiorello ha fatto alcune precisazioni rispetto al progetto, che inizialmente ha fatto fatica ad essere accettato e successivamente prodotto, a causa appunto del tema trattato, quello della guerra serbo-bosniaca del 1992. Il discorso si è spostato, quasi inevitabilmente, verso un paragone con lattualità di oggi, e lattore ha dichiarato: Io non so più cosa sia vero e cosa sia falso, non so di chi fidarmi, non so chi parla perché pilotato dai potenti. In questa fiction ho voluto celebrare anche il mestiere del giornalista proprio perché alla base della civiltà. Se un giornalista mente, e purtroppo succede spesso, si porta dietro il declino di questo Paese.

Martedì 20 e mercoledì 21 gennaio Rai Uno manda in onda in prima serata la miniserie Langelo di Sarajevo, con Giuseppe Fiorello nei panni del reporter Marco De Luca. La fiction, diretta da Enzo Monteleone, è liberamente tratta dal romanzo di Franco Di Mare Non chiedere perché ed è ispirata a vicende realmente accadute. Al centro della vicenda laffidamento di una bambina sullo sfondo del conflitto serbo-bosniaco nel 1992. Nel cast, oltre a Fiorello, anche Luca Angeletti, Thekla Reuten, Radoje Cupic, Adnan Haskovic, Bruno Armando ed Emanuela Grimalda. Appena ho letto il libro di Franco di Mare sono stato subito conquistato dalla forza della storia, dalle situazioni, dai personaggi, e dalla possibilita` di raccontare eventi che abbiamo vissuto in diretta solo 20 anni fa ma che ci sembrano gia` cosi` lontani. O cosi` vicini… La vicenda dellinviato della Rai che decide di adottare la piccola Malina nonostante la terribile situazione e gli impedimenti e` una della tante piccole storie coraggiose di cui le guerre sono costituite, ha detto il regista Enzo Monteleone. La fiction, girata a Sarajevo, è stata per Monteleone l’occasione di lavorare con grandi attori: Giuseppe Fiorello che ha voluto fortemente realizzare questa storia e si e` gettato con entusiasmo e generosita` nell avventura; Thekla Reuten che ha capito immediatamente il progetto ed ha accettato la sfida senza un attimo di esitazione; Luca Angeletti, sempre propositivo, che ho ritrovato dopo Il capo dei capi; e tutto il cast serbo-bosniaco guidato da Radoje Cupic , un eccellente Kemal. Ma un pensiero particolare va alla piccola Iva Nikolic vera co-protagonista del film: ha portato sul set una grazia e un allegria che ci ha permesso di superare tutte le difficolta`, ha detto del cast.

Ma vediamo le anticipazioni della prima puntata di L’angelo di Sarajevo. Nel luglio 1992 Marco De Luca (Giuseppe Fiorello), giornalista televisivo di successo ma con un matrimonio che sta fallendo, viene inviato a Sarajevo per raccontare lorrore della guerra. Qui, durante un servizio sullorfanotrofio bombardato, incontra Malina, una bambina orfana di dieci mesi.Marco decide di salvare la piccola e portarla in Italia.Le difficolta` non mancheranno, ma Marco troverà l’appoggio dellamico cameraman Romano (Luca Angeletti), del driver Kemal (Radoje Cupic) e  della gioanrlista Karen (Thekla Reuten), trovando collaborazione nellistituzione umanitaria di Maria Teresa Giovannelli (Emanuela Grimalda).