La puntata di “Servizio Pubblico” di giovedì 22 gennaio intitolata “Coppia di fatto”, inizia con l’editoriale di Michele Santoro, che analizza l’intesa tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sulla legge elettorale, nonostante le resistenze di una parte dei rispettivi partiti. Santoro presenta gli ospiti presenti in studio, il capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei deputati Roberto Speranza, il segretario generale della FIOM-CGIL Maurizio Landini, il giornalista Alan Friedman, il critico darte ed ex Sottosegretario ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi, la showgirl Alba Parietti, e Marco Travaglio. Sgarbi crede che il bipolarismo sia nato in Italia a causa di Tangentopoli e che Berlusconi si possa considerare un figlio diretto del tanto osteggiato Antonio Di Pietro. Secondo Sgarbi la destra italiana è inesistente e Berlusconi non ha più nulla da dire. Sulla possibile nomina di Amato a Presidente della Repubblica di Giuliano Amato Sgarbi si mostra scettico, ricordando che Amato non ne guadagnerebbe nulla in termini economici, considerate le numerose cariche che ricopre e a cui dovrebbe rinunciare; Amato, oltretutto, è un candidato gradito a Berlusconi e per questo motivo difficilmente verrà eletto. Sgarbi boccia la possibile elezione di Casini, che reputa un candidato poco credibile e critica senza mezzi termini la nuova legge elettorale, definendola una “riforma di mer**”. Landini critica l’eccessivo interesse verso la legge elettorale e ricorda che 15 milioni di italiani sono poveri o si accingono a diventarlo. Landini ricorda che una larga parte dell’economia è in mano al malaffare ma Speranza gli ricorda la nomina di Raffaele Cantone all’Autorità Nazionale Anticorruzione e lo taccia di populismo. Alba Parietti propone la giornalista Milena Gabanelli per la successione al Quirinale.



Nel suo editoriale, Marco Travaglio parla dei possibili candidati al Quirinale, tre persone che sono da tempo in politica alla faccia del rottamatore Renzi, Anna Finocchiaro, Giuliano Amato e Sergio Mattarella. I tre candidati, secondo Travaglio, sono esponenti della casta, che a parole dovrebbe essere contrastata, e ognuno di loro ha degli aspetti poco limpidi. Travaglio ricorda, in particolare, che alcuni parenti dei candidati hanno avuto problemi con la giustizia (il marito di Anna Finocchiaro è coinvolto in un processo per abuso d’ufficio e truffa, mentre il padre di Mattarella è stato sospettato di “amicizie mafiose”) ma il giornalista precisa, sarcasticamente, che le colpe dei padri (o dei parenti in genere) non devono ricadere sui parenti. Travaglio ricorda tutte le cariche che ricopre attualmente Amato, il prelievo forzoso del 6 per 1000 dai conti correnti degli italiani nel 1992, e il varo del decreto che salvò molti imputati di Tangentopoli. Sarà per questo che Berlusconi lo vorrebbe come Presidente della Repubblica?



Viene mandato in onda un’intervista al senatore del PD Miguel Gotor, che ha presentato l’emendamento contro il blocco dei capilista. Il senatore ha escluso la possibilità di scissione, che rappresenterebbe una vittoria per il resto del partito. Friedman accusa la minoranza interna al Pd di non accettare le regole fondamentali della democrazia e li definisce gattopardi. Il giornalista non reputa scandalosa la collaborazione tra Renzi e Berlusconi nella modifica della legge elettorale. Si ritorna a parlare del possibile successore del Presidente della Repubblica e Sgarbi fa il nome di Riccardo Muti. Alba Parietti ritiene che il presidente dovrebbe essere un arbitro ma trova curioso che l’arbitro venga eletto dai calciatori. Landini. caustico, sottolinea che negli ultimi anni gli italiani non hanno scelto nemmeno il capo del governo. Travaglio non crede che il Partito Democratico eleggerà il presidente assieme al Movimento 5 Stelle, poiché questo significherebbe prendere in considerazione nomi poco graditi a Berlusconi. Speranza crede che l’appartenenza politica non sia una ragione valida per escludere un candidato e che Napolitano abbia fatto un buon lavoro e salvato l’Italia.



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