Ieri, martedì 27 gennaio 2015, è andato in onda un nuovo appuntamento con DiMartedì, la trasmissione di approfondimento di La7 condotta da Giovanni Floris. Ecco cosa è successo: sono presenti come ospiti di serata il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, Simona Bonafè del Partito Democratico, Giacomo Vaciago noto economista, Antonio Polito giornalista de Il Corriere del Mezzogiorno, il regista Paolo Genovese, il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, Lina Palmierini, il giornalista Marco Damilano, Alberto Balocco, Gaetani Pedullà ed Antonio Caprarica. Come sempre linizio di trasmissione è affidato a Maurizio Crozza, con la sua divertente copertina satirica nella quale veste i panni del senatore di Forza Italia Razzi parlando della legge elettorale per poi focalizzarsi sulle elezioni del Presidente della Repubblica ed in particolare sulla possibilità o meno di vedere Giuliano Amato in tale ruolo, anche per capire se riuscire o meno nellintento di ottenere una nuova pensione. Impossibile non fare un cenno alla propria maniera della vittoria nelle elezioni politiche elleniche con laffermazione di Tsipras. Salvini a proposito di elezioni del Presidente della Repubblica, questoggi ha incontrato Renzi e sottolinea come non vi sia ancora una idea chiara da seguire, per poi aggiungere che la Lega non voterà mai un fautore dellEuropa. Poi parlando dellaccordo Renzi Berlusconi, il segretario della Lega rimarca come a suo parere i due siano in una fase di profondo disaccordo per poi gridare alla vergogna per quello che Renzi sta facendo approvare in Parlamento. Pronta la replica della Bonafè, che sottolinea come lidea di Renzi e del Partito Democratico sia quello di ottenere il maggior consenso possibile sul nome del prossimo Presidente. Salvini fa presente come in questo momento Renzi abbia pensato ad assicurarsi il proprio futuro per almeno i prossimi 20 anni invece di concentrare tutte le risorse e le attenzioni verso il rilancio delleconomia italiana che mai come in questo momento ne ha tanto bisogno. La Bonafè ricorda come il Jobs Act si messe le basi per consentire alle imprese di poter assumere con Salvini che reputa la cosa come una sorta di presa per i fondelli. Damilano analizza la situazione relativa al Colle facendo presente come i nomi siano già stati messi sul tavolo per cui ora si sta lavorando per arrivare alle condizioni politiche tali per cui si possa arrivare alla loro effettiva elezione. La Bonafè non è daccordo rimarcando non vi sia ancora un nome per il Pd ed inoltre chiarisce che il patto del Nazareno con Forza Italia sia relativo alla realizzazione di alcune riforme di cui ha assoluta necessità il Paese. Secondo Salvini, Berlusconi ha palesato a Renzi lopzione di un pieno appoggio su tutto a patto che non venga eletto un presidente della Repubblica scomodo nei propri confronti. La Bonafè cerca di sconfessare Salvini, rimarcando come per lapprovazione delle legge elettorale i voti di Forza Italia non siano stati determinati. Una disamina che non trova daccordo Sallusti che parla di un scenario molto differente. La Bonafè poi incalzata sullargomento ricorda come Renzi abbia ammesso lerrore sullormai famosa manina, mentre secondo Polito teoricamente i numeri per una elezione veloce ci sarebbero ma il problema è che occorrerebbe un nome che stia bene anche alla minoranza del Pd e contemporaneamente a Berlusconi. Inoltre, parla della contrarietà di Renzi nei confronti di esponenti del calibro di Prodi e di Amato. Per Sallusti, in questa partita Renzi si gioca molto in quanto deve decidere se accontentare anche la minoranza del proprio partito oppure mantenere lasse con Forza Italia in tema di riforme. Vengono quindi mandati in onda alcuni sondaggi che certificano come la maggioranza degli italiani reputi che Renzi non stia governando bene. Damilano ritorna sullargomento rimarcando come ci sia un pezzo di Forza Italia che stia fungendo da riserva per la maggioranza nei momenti di difficoltà mentre Sallusti fa notare come Berlusconi nonostante sia allopposizione stia portando una serie di risultati che non dispiacciono al proprio elettorato. Per Bonafè il calo di consensi da parte di Renzi è qualcosa di fisiologico e che storicamente accade a tutti i partiti che si sono trovati a dover governare. Parlando delle elezioni della Grecia, Salvini rimarca come da un lato Tsipras gli piaccia mentre dallaltra è preoccupato in quanto potrebbe non intendere pagare i 40 miliardi di euro che la Grecia deve allItalia. 

Vaciago sottolinea come l’economica greca non abbia tratto vantaggio dall’ingresso nell’UE e che comunque sia un Paese da sempre alle prese con un alto tasso di corruzione ed evasione. Salvini ci tiene a chiarire come lui non sia contrario all’idea di una Europa Unita bensì a questa tipologia di Europa in questo momento presente. Si parla delle riforma delle province che sono alle prese con difficoltà in termini di risorse con Salvini che poi ricorda il referendum indetto dalla Lega che ha raccolto oltre 600 mila firme per poi essere cassato. La Bonafè gli fa notare come lui sapesse già della sua inammissibilità. Salvini chiede che il Parlamento si possa far carico della legge Fornero. In studio arriva l’imprenditore Alberto Balocco che nel corso di una lunga intervista parla dei problemi economici che attanagliano l’Italia ed il mercato europeo. Quindi spazio ad Antonio Caprarica che parla di uno dei Presidenti della Repubblica più amato di sempre, ossia Sandro Pertini ma anche di altri recenti come Ciampi. Nel finale di puntata ci sono in studio anche Sergio Cofferati e Gaetano Pedullà, con il prima che rimarca il proprio disappunto per il fatto di essere stato costretto a lasciare un partito come il Pd per il quale lui ha contribuito alla sua nascita. Cofferati quindi conferma di aver votato Cuperlo durante le elezioni per il segretario del Pd e che andrà fino in fondo alla storia delle Primarie in Liguria. Finale con l’intervista al regista Paolo Genovese.

E’ possibile rivedere la puntata trasmessa ieri sul canale ufficiale di La7 dove vengono proposti i video integrali di tutti gli appuntamenti: clicca qui.