Hannah Arendt è stata una filosofa, storica e scrittrice tedesca, che in seguito alle persecuzioni subìte in Germania a causa delle sue origini ebraiche è scappata in America dove ha assunto la cittadinanza statunitense. Nata ad Hannover il 14 ottobre 1906, Hannah cresce a Berlino e frequenta l’Università di Marburgo. Ed è proprio qui che si innamora del professore di filosofia Martin Heidegger, restando insieme a lui fino a quando non scopre l’adesione di questi alle idee del nazismo. Nonostante tali elementi, la Arendt non smette di amare Heidegger, fino alla fine della loro relazione sentimentale e la conseguente partenza di lei verso Heidelberg, dove si laurea.
Nel 1929 si sposa con il filosofo Günther Anders, ma il loro matrimonio dura soltanto otto anni. A causa delle sue origini ebraiche, viene perseguitata e costretta ad andarsene in Francia, a Parigi. Qui si accosta alle dottrine marxiste e fa in modo che altri ebrei vengano liberati dall’oppressione della Germania di Hitler. Nel frattempo, perde la sua cittadinanza a causa del regime totalitario e diventa apolide, restando tale fino al 1951. Intanto, Hannah Arendt deve di nuovo scappare a causa dell’occupazione tedesca nel territorio francese.
Nel 1940 si sposa con il poeta connazionale Heinrich Blücher e decide di andarsene con lui negli Stati Uniti. Nonostante sia oltreoceano, la sua battaglia contro le oppressioni non si ferma e la Arendt inizia a scrivere per un giornale in lingua tedesca, Aufbau. Nel 1951, diventa di nazionalità statunitense. In seguito fa pace con Heidegger e testimonia in suo favore nel corso di un processo nel quale l’uomo viene accusato di aver aiutato i nazisti. Da sottolineare anche la sua grande carriera come giornalista e insegnante. Muore per un attacco di cuore il 4 dicembre del 1975 a New York. Nonostante lei abbia sempre rifiutato questa etichetta, viene universalmente considerata come una grandissima filosofa. Convinta sostenitrice di un ampio pluralismo politico, la Arendt svolge una lunga serie di analisi su numerosi filosofi storici, quali Platone, Socrate, Aristotele, Kant, Jaspers, Machiavelli e Montesquieu.
Il suo lavoro è stato possibile grazie a numerosi documenti letterari, filosofici e politici. Di lei ci restano tante opere riguardanti discorsi politici, come l’eccesso del potere e dell’autorità. Hannah Arendt si è posta numerose questioni durante la sua analisi filosofica. Tra queste, la possibilità che il male possa non avere alcuna radice né memoria, ma che si basi soltanto su una sostanziale banalità.
Nella sua opera più conosciuta, Le origini del totalitarismo, sottolinea le origini di nazismo e stalinismo, considerati fortemente antisemiti. Due tipi di regimi ritenuti totalmente opposti dagli studiosi, ma che secondo Arendt hanno numerosi punti in comune. La sua teoria politica viene sottolineata in Vita Activa, nella quale si sottolinea la condizione umana nella quale versa un qualsiasi attivista politico.
Alla vita di Hannah Arendt è stato dedicato un film realizzato nel 2012 dalla regista Margarethe von Trotta. La pellicola è uscita nelle sale cinematografiche italiane il 27 gennaio 2014, giorno in cui ricorre la Giornata della Memoria. Ha ricevuto una nomination agli European Film Awards del 2013, per il riconoscimento di Miglior Attrice alla protagonista Barbara Sukowa, che ha interpretato proprio la Arendt.