L film Hannah Arendt lo scorso anno uscì al cinema in un evento speciale dedicato al giorno della memoria. Nella pellicola vediamo che la Arendt, nonostante i dubbi di suo marito, sostenuta dall’amica scrittrice Mary McCarthy, chiede e ottiene di essere inviata in loco come reporter della prestigiosa rivista “New Yorker”. Nel corso dei suoi viaggi Hannah nota che Eichman, uno dei gerarchi artefice dello sterminio degli ebrei nei lager, è un mediocre burocrate, che si dichiara semplice esecutore di ordini odiosi e, d’altro canto, si sorprende nell’ascoltare testimonianze di sopravvissuti che mettono in evidenza la condiscendenza dei leader delle comunità ebraiche in Europa, di fronte ai nazisti. Ecco una clip tratta dal film:



Questa sera andrà in onda su Rai Tre il film Hannah Arendt che ricostruisce un periodo fondamentale della vita della filosofa tedesca, ovvero quello tra il 1960 e il 1964. All’inizio della vicenda, la cinquantenne intellettuale ebrea – tedesca, emigrata negli Stati Uniti nel 1940, vive felicemente a New York con il marito, il poeta e filosofo tedesco Heinrich Blücher. Ha già pubblicato testi fondamentali di teoria filosofica e politica, insegna in una prestigiosa Università e vanta una cerchia di amici intellettuali. Nel 1961, quando il Servizio Segreto israeliano rapisce il criminale di guerra nazista Adolf Eichmann, nascosto sotto falsa identità a Buenos Aires, la Arendt si sente obbligata a seguire il successivo storico processo che si tiene a Gerusalemme. Ecco il trailer del film 



Questa sera andrà in onda su Rai Tre il film Hannah Arendt. Come scrive Giovanni Ottone già in passato von Trotta ha realizzato film riguardanti donne “eccezionali” e dissidenti: Rosa L. del 1985, ritratto della leader marxista Rosa Luxemburg, interpretata dalla stessa Sukova, e Vision del 2009, rievocazione di Hildegard von Bingen, mistica cristiana del XII secolo. In questo caso si tratta di un biopic che, delineando il personaggio in termini personali e di teoria filosofica elaborata dallo stesso, intende propriamente (come dichiarato dalla regista) “trasformare il pensiero in un film”. Si tratta di un tentativo solo parzialmente riuscito. In effetti l’approccio, pur serio, documentato e scenograficamente preciso, risulta spesso didattico. Ecco il video del discorso finale:



Questa sera, giovedì 29 gennaio, Rai Tre propone in prima tv il film Hannah Arendt, diretto da Margarethe von Trotta. Il film racconta la vita della filosofa e teorica politica ebraico-tedesca Hannah Arendt, interpretata da Barbara Sukowa. Nel cast anche Axel Millberg, Janet McTeer, Julia Jentsch, Ulrich Noethen e Michael Degen. Ecco la trama del film. Hannah Arendt (Barbara Sukowa), come tante altre persone che risiedevano nella Germania nazista durante lascesa al potere di Hitler, è costretta a fare i conti con una violenta intolleranza contro gli ebrei. Una situazione molto difficile che la vede insieme al proprio marito costantemente in pericolo di vita, per via delle deportazioni che incominciavano ad avere luogo con tantissimi ebrei che venivano caricati su treni per poi essere portati nei campi di concentramento. Intorno al 1940 Hannah con laiuto di un giornalista americano che faceva da inviato in Germania per un giornale americano, riesce a fuggire dalla Germania insieme al marito e a trovare rifugio e asilo politico in America.

Negli Stati Uniti, poco alla volta, Hannah riesce a trovare un certo equilibrio mentale e la voglia di vivere: si ricostruisce una vita con laiuto e lamore del marito peraltro allargando la loro famiglia. Inoltre, Hannah riesce a coltivare la sua grande passione per la scrittura riuscendo a farsi assumere da una delle principali testate giornalistiche della Grande Mela, ossia il New Yorker. Hannah sembra essere finalmente felice, potendo vivere una vita tranquilla e serena, nella quale quotidianamente non deve avere quella paura di poter essere presa dai soldati nazisti. Gli anni passano e finalmente la Guerra in Europa giunge al suo termine con la Germania di Hitler che viene sconfitta e soprattutto vengono sconfitti i suoi ideali nazisti.

Ben presto per Hannah si presenta una possibilità lavorativa che la potrebbe rimettere in collegamento con il suo passato in quanto dovrebbe fare da inviata per il proprio giornale in Israele per assistere in prima persona ai primi processi post guerra nel quale vengono giudicati alcuni ufficiali nazisti incriminati di orrori di guerra. Hannah accetta e qui non solo vede riaffiorare nella propria mente vecchi e drammatici ricordi del proprio passato, ma  riesce ad avere lo spunto per scrivere un libro molto intenso nel quale racconta tutto quello che ha vissuto in prima persona anche per ciò che concerne il processo, sulla drammaticità di un conflitto folle animato da un rancore ingiustificato verso un popolo.