Son passati 25 anni da quando, nell’oramai lontano 1990, uno dei film di Natale a oggi ancora tra i più amati e ricordati di sempre riusciva a conquistare il box office in meno di una settimana, raggiungendo cifre del calibro di oltre 17 milioni di dollari. Mamma, ho perso l’aereo (titolo originale Home Alone) è un classico senza il quale non può dirsi a tutti gli effetti Natale. Diretto da Chris Columbus, con il biondino combina guai Macaulay Culkin, all’epoca poco più che 10 anni compiuti, è proprio solo con il passaggio in tv di questo capolavoro della commedia e del family-movie americano che lo spirito del Natale prende ogni volta possesso delle serate cinema di grandi e piccini.
Una storia, quella raccontata abilmente da un cast eccezionale che vede tra gli altri, in scena attori del calibro di Daniel Stern, Joe Pesci, Catherine O’Hara e John Heard semplice, non banale e al tempo stesso avventurosissima. Inutile negare la mia eccitazione nel riguardarmi con piacere, ridendo a più non posso, tutti i dispetti ingegnosi che proprio il furbetto Kevin farà sorbire ai “poveri” ladruncoli che, di certo inesperti e poco più che ingenui, cercheranno di svuotargli casa.
Ma, cominciamo sin dal principio; una delle scene più famose fra tutte è proprio quella ricordata anche dalla cartellonistica stessa del film, che ritrae il piccolo Kevin McCallister in una smorfia di dolore, di paura e di disperazione! Niente è lasciato al caso, e allora proprio l’importante grido con tanto di bocca spalancata e mani a incorniciare le gote, trae ispirazione (parodisticamente, ovvio) dal famoso “L’urlo” di Edvard Munch.
Ma perché il big baby Kevin si dispera tanto? Certo quello spezzone fa riferimento a un dopo-barba assolutamente pungente, ma – come meglio saprete – la storia racconta di una famiglia (peraltro numerosa) che dimentica il figlioletto più piccolo a casa.
Stupefacente il successo ottenuto sin dalla prima stagione (1990-1991) in cui il prodotto cinematografico di Chris Columbus approdò in Italia, conquistandosi un ascolto, un paio di anni dopo (11 ottobre 1993), in prima visione su Canale 5, di ben 13.622.000 di telespettatori – in assoluto il dato più alto mai registrato prima dalla rete (allora) Fininvest.
Ambientato a Chicago, in Illinois, fu ripreso nell’arco di pochi mesi, dal febbraio 1990 al 16 maggio dello stesso anno, e uscì nei cinema americani a metà novembre. Solitamente, “come da tradizione”, trasmesso in tv Natale dopo Natale, quest’anno tuttavia non ho (e dai, non abbiamo) ancora avuto il piacere di vederlo passare. Certo l’attesa aumenta il desiderio, speriamo soltanto questo prima o dopo venga esaudito!
Nel frattempo, due chicche sulla vita privata del bravo Culkin; spesso, infatti, girano sul web notizie a proposito della sua morte, causa “dipendenza da stupefacenti”. Tuttavia non solo queste risultano essere tutte bufale, ma, cosa ancor più importante, Culkin non risulta esser dipendente da sostanze illegali oramai da un po’. A seguito della fine del suo precoce e veloce matrimonio con la giovanissima coetanea Rachel Miner, la sua carriera è brillantemente proseguita (negli USsasoprattutto) fra cinema e teatro. Ultimo progetto su grande schermo il bel film Sex & Breakfast, firmato dalla penna registica di Miles Brandman. In TV invece torna come doppiatore, dal 2005 al 2009, nella serie “Robot Chicken”, e lo stesso anno, ancora, come attore nella serie “Kings”.
Tanto meritevole da bambino, zeppo di sorprese ancora oggi. Dopo qualche ricaduta in passato, ora sembra esser finalmente cresciuto e maturato, voglioso di nuove esperienze (ma stavolta solo artistiche)! Rimessosi in forma, da qualche mese ormai allena le corde vocali e veste i panni del musicista rock.
Insomma, Kevin! Pardon, Macaulay, non solo il tuo nome è tutto un programma, ma… il vero spettacolo sei tu!