Su Rai Tre andrà in onda questa sera il film di e con Roberto Benigni La tigre e la neve che lo vede protagonista al fianco della moglie Nicoletta Braschi. una storia di amore quella che Benigni ci propone questa volta, quell’amore che, partendo dai singoli, può portare la vita al suo massimo splendore. Il regista e attore toscano non ci offre un film comico nel senso stretto del termine ma piuttosto una riflessione poetica sullamore e lumanità. Ecco il trailer del film:

Come abbiamo più volte sottolineato il film La tigre e la neve stasera in onda su Rai Tre è intriso di poesia. Una delle scene più magiche della pellicola è quella in cui il protagonista Attilio, interpretato dal premio Oscar Roberto Benigni si sfoga raccontando cosa significherebbe per lui perdere il suo amore. Perché quando qualcuno a cui si tiene veramente ci abbandona, muore o semplicemente sparisce dalle nostre vite tutto perde di senso. Se muore lei tutta questa messa in scena del mondo che gira non significa più niente, sussurra Attilio alias Benigni con le lacrime agli occhi mentre è alla disperata ricerca della sua amata alias Nicoletta Braschi nel film così come nella vita. Ecco il video della toccante scena:

Nel film La tigre e la neve, stasera in onda su Rai Tre, Roberto Benigni interpreta un colto professore di nome Attilio. In una delle scene iniziali lo vediamo parlare ai propri studenti che sono alle prese con un compito in classe di italiano e scherzare con loro. Mi raccomando non scrivete subito poesie damore che sono le più difficili, per quelle aspettate 80 anni. Per Attilio non esiste una cosa più poetica di unaltra e li invoglia a cercare la magia nelle cose più piccole, inclusi un tram o un termosifone. La poesia, daltronde, non è fuori ma dentro di noi. Guardati allo specchio, sei tu, queste le magiche parole del prof. Ecco il video della celebre scena:

Stasera Rai Tre manderà in onda La tigre e la neve, film del 2005 diretto da Roberto Benigni e interpretato dal regista stesso, Nicoletta Braschi, Jean Reno ed Emilia Fox. La pellicola, che è stata sceneggiata da Vincenzo Cerami. Il film ha vinto due Nastri d’Argento nel 2006 (migliore fotografia e miglior soggetto). Anche in questo caso, Roberto Benigni ha affidato cura della parte musicale a Nicola Piovani, mentre ha collaborato con Vincenzo Cerami nella stesura della sceneggiatura. Ecco la trama. Roma, 2003. Attilio De Giovanni (Roberto Benigni) è un insegnante di letteratura italiana con una passione viscerale per la poesia, alla quale cerca di far avvicinare non soltanto i propri allievi ma anche le figlie, due gemelle avute dalla moglie da cui ora ha divorziato. Attilio viene corteggiato in maniera serrata da una collega, Nancy (Emilia Fox), della quale però non ricambia i sentimenti essendo follemente innamorato di Vittoria (Nicoletta Braschi), una critica letteraria spesso protagonista dei suoi sogni, nei quali puntualmente riesce a convolare a nozze con lei, in uno scenario che si arricchisce anche della presenza di Tom Waits (Tom Waits), che interpreta, suonando il pianoforte, You can never hold back spring. Attilio, che nutre una sincera passione anche per la cultura araba, si reca ad una conferenza tenuta da Fuad (Jean Reno), poeta di origini irachene che però da diverso tempo vive a Parigi, soprattutto a causa della guerra civile che insanguina la sua terra. Fuad confida ad Attilio che non intende più scappare e che è intenzionato a far ritorno in Iraq, stavolta per rimanere; il professore viene inoltre a sapere che anche Vittoria andrà a Baghdad, dato che sta scrivendo una biografia sul poeta. Prima che per Vittoria arrivi il momento di partire, Attilio decide di far capire alla donna che prova per lei un forte interesse e così la invita a cenare da lui. La donna, però, pare non essere molto interessata alle attenzioni che Attilio le rivolge e lo lascia da solo proprio nel momento in cui lui le dichiara i suoi sentimenti. Appena qualche giorno dopo il suo arrivo nella capitale irachena, Vittoria rimane gravemente ferita a causa del crollo di un edificio: le sue condizioni appaiono da subito disperate, e infatti finisce in coma. Consapevole dei sentimenti che l’amico nutre nei confronti della donna, Fuad mette subito al corrente Attilio dell’incidente di cui Vittoria è rimasta vittima, cosa che induce il professore a raggiungere subito l’Iraq.

Dato però che non riesce a trovare nessun aereo di linea che si rechi in un paese dove infuria un conflitto, Attilio decide di tentare di arrivare in Iraq spacciandosi per un chirurgo che deve partecipare ad una spedizione umanitaria organizzata dalla Croce Rossa Italiana, ma una volta giunto sul posto non gli rimane che constatare l’impossibilità di far curare l’amata come si deve. Il docente prova dunque ad ottenere aiuto dal suo amico Fuad, che lo porta da un droghiere che consegna nella mani di Attilio un rimedio che potrebbe allontanare dalla donna il rischio di perdere la vita, senza però assicurarle una completa guarigione. Attilio accetta il rimedio e sistema Vittoria come meglio riesce a fare. L’uomo cerca di trovare un rimedio risolutivo per la salute di Vittoria, ma ad un certo punto rischia anche di essere assassinato da alcuni soldati americani, i quali, però, conquistati dalla poesia, lo rimettono in libertà. Attilio apprende con dolore che Fuad si è tolto la vita perché incapace di sopportare lo scempio che la guerra sta facendo del suo Paese: l’amico del poeta si sente un po’ in colpa perché l’uomo gli aveva accennato delle sue preoccupazioni, ma il suo continuo pensare a Vittoria gli ha impedito di occuparsene e di intuire che Fuad avrebbe potuto fare qualche sciocchezza. Vittoria riesce alla fine a fare ritorno in Italia dopo essersi totalmente ripresa grazie all’aiuto e alle amorevoli cure di Attilio, il quale, dopo alcune peripezie, riuscirà a rientrare a Roma, dove una tigre scappata dallo zoo e la neve che nella stagione primaverile spunta dai pioppi lo aiuteranno, forse, a realizzare il suo sogno di sposare Vittoria (che si scopre essere, in realtà, la ex moglie del protagonista), che capirà che è stato l’uomo a strapparla all’inferno della guerra.