L’occasione dell’arrivo del premier Matteo Renzi negli studi di Fabio Fazio per Che tempo che fa sarà un’occasione per discutere del canone Rai e delle discusse novità che lo riguardano con la proposta dell’aggiunta in bolletta. “Nella legge di stabilità riduciamo il canone e contemporaneamente diciamo che lo devono pagare tutti attraverso un meccanismo che potrebbe essere quello del pagamento in bolletta. Oggi costa 113 euro, il prossimo anno costerà 100 euro. Chi è onesto e paga, paga meno” ha già detto Renzi sulla questione, mentre sulle riforme il premier parlerà dell’eventuale taglio dell’Ires, di cui si discute da mesi. Probabilmente nel corso della serata anche Luciana Littizzetto parlerà con il premier e bisognerà vedere se il politico toscano starà agli scherzi della comica torinese.
In occasione della sua partecipazione al programma Che tempo che fa di oggi, domenica 11 ottobre, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi farà il punto della situazione su quanto è accaduto negli ultimi mesi in Italia ed illustrerà quali sono i progetti che il Governo ha messo in cantiere per il prossimo periodo.
Matteo Renzi è nato a Firenze 40 anni fa ed attualmente è il Presidente del Consiglio dei Ministri. In carica dal febbraio del 2014, Renzi ricopre anche il ruolo di segretario del PD dal dicembre del 2013. La sua nomina a capo del Governo a soli 39 anni gli è valsa il titolo di Presidente del Consiglio più giovane della storia d’Italia. I primati di Renzi, però, non finiscono qui: a lui, infatti, spetta anche il titolo di primo Presidente non parlamentare al momento della nomina. Laureatosi in Giurisprudenza nel 1999, Renzi prima di avvicinarsi al mondo della politica ha collaborato con una rivista di rilievo nazionale, si è occupato dell’azienda di famiglia e, addirittura, ha consegnato volantini ed ha distribuito elenchi del telefono. Non meno interessante è, poi, la sua partecipazione in qualità di concorrente alla trasmissione televisiva La ruota della fortuna in occasione della quale ha addirittura vinto ben 48 milioni di lire. Nel ’95 Matteo Renzi arbitra anche varie partite di seconda categoria ma, a causa di alcuni problemi, non porta avanti tale carriera.
La sua passione per la politica inizia già ai tempi del liceo quando collabora all’istituzione dei cosiddetti Comitati Prodi nella sua regione e decide di iscriversi al Partito Popolare Italiano del quale, tra l’altro, nel ’99 diventa segretario provinciale. Proprio tale partito nel 2001 confluisce nella Margherita ed a Renzi viene chiesto di occuparsi della sezione di Firenze. Dall’esperienza nella Margherita agli incarichi istituzionali il passo è breve: dal 2004 al 2009, infatti, Renzi viene eletto Presidente di Provincia con una maggioranza del 58,8% . La sua politica è interamente volta alla lotta ai privilegi.
Nel 2009 Matteo Renzi, dopo aver vinto le primarie, viene eletto Sindaco di Firenze. L’anno successivo lancia la cosiddetta rottamazione senza incentivi ed organizza la prima edizione della Leopolda. Nel 2012 per Matteo Renzi arriva il momento di affacciarsi alla politica nazionale e decide di candidarsi alle primarie del centro-sinistra. La sua campagna elettorale è decisamente molto efficace ma non basta per consentirgli di superare Pier Luigi Bersani. Molti gli argomenti affrontati da Renzi in occasione della sua campagna elettorale tra cui, ad esempio, il taglio delle tasse, gli incentivi all’occupazione ed i diritti civili. Renzi, comunque, decide di sostenere Bersani nelle elezioni politiche del 2013 ma dichiara di correre per il ruolo di Segretario nazionale del PD. Nello stesso anno, viene eletto Segretario con il 67,5% di preferenze. Dopo le dimissioni del Presidente del Consiglio Enrico Letta, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affida proprio a Matteo Renzi il compiuto di formare un nuovo Governo. Senza alcun dubbio, l’ascesa politica di Matteo Renzi è stata rapida oltre che molto criticata da alcuni esponenti storici del centro sinistra. L’idea di Matteo Renzi di rinnovare la politica, infatti, non è stata accettata di buon grado da tutti e, talvolta, ha generato non pochi contrasti interni al partito.