Dopo circa nove mesi di trattative e rinvii, polemiche a non finire e indiscrezioni sfociate nel pettegolezzo, finalmente (per qualcuno) o per disdetta (per qualcun altro), è stata partorita quella che, dagli addetti ai lavori e non, viene definita l’operazione Mondazzoli, ovverosia l’acquisizione di Rcs Libri (cioè la vecchia casa editrice Rizzoli-Corriere della Sera) da parte di Mondadori, di proprietà della famiglia Berlusconi, come noto a tutti. Una cosina da centoventisettevirgolacinquemilionidieuri: alzi la mano chi sa veramente quanti siano e cosa si può comprare con quei soldi lì, oltre a una casa editrice.



Per la cronaca sarà l’Antitrust (risparmiatevi la corsa su Wikipedia: trattasi dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato) a battezzare ufficialmente (o a ridurre tutto a carta straccia) la nascita di un colosso dell’editoria, e non solo di quella italiana.

Va detto che tra i nostri autori è montata subito la polemica: molti scrittori non staranno in panciolle e con le mani in mano, aspettando supinamente la nascita di quello che loro stessi definiscono “un mostro editoriale”. Secondo indiscrezioni raccolte da Andrea Camilleri tramite il commissario Montalbano, è giunta eco che il prossimo pamphlet di Umberto Eco sarà dedicato proprio a questo affaire editoriale e ci si domanda soprattutto presso quali tipi vedrà la luce “Mondazzoli: contro il Nome della Cosa”, che l’autore del “Pendolo di Foucault” ha già bell’e pronto da distribuire nelle librerie italiane.



Ma cosa temono gli scrittori da questo imponente rassemblement appena formatosi? Non solo la nascita di un colosso che non avrebbe eguali in tutta Europa (si papperebbe quasi il 40% del mercato librario e ben il 68% dei tascabili) e che andrebbe ad arricchire ulteriormente il patrimonio della famiglia Berlusconi (“Mi creerebbe molti problemi personali”, è stata la sconsolata affermazione di Sandro Veronesi, autore di punta della Rizzoli: Caos Calmo il suo libro forse di maggior successo, un casino che mi rende nervosissimo il suo attuale stato d’animo). Stando alle opinioni più allarmistiche circolate in rete e sui giornali, saremmo di fronte a una gigantesca operazione di marketing, nella quale – si legge in un dispaccio, pardòn, in un comunicato stampa, che vede tra i suoi firmatari intellettuali del calibro di Lidia Ravera, Furio Colombo e Antonio Scurati – “si assisterebbe a un vero e proprio imbarbarimento culturale, in cui titoli di autori di facile e banale attrattiva verrebbero a trovarsi sul medesimo scaffale di altrettante opere di dubbia provenienza, di scrittori improvvisati e ghost writers politicamente sintonizzati, shakerati in un tragico mix il cui unico fine è la nascita di una nuova strategia commerciale, dove il guadagno la fa da padrone, e il Padrone ci guadagna un sacco”. “Certo che ci ho investito un Sacco, e pure senza Vanzetti”, avrebbe replicato il Silvio nazionale, alludendo alla mancanza di un socio in affari che in questi momenti di scarsa liquidità avrebbe fatto tanto comodo anche a lui.



Ma siamo proprio sicuri che andrà così, tra imbarbarimenti culturali e scrittori improvvisati? Il nostro amico Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là tra le cartacce di tutto il mondo, scuote la testa. E rilancia: “Quello di cui sono certo è che Mondazzoli farà della crasi una strategia vincente contro la crisi editoriale, offrendo al mercato brillanti contaminazioni di titoli, autori e generi letterari. Una mossa che riguarderà per primi i libri di cucina, le biografie, i grandi romanzi e i capolavori indimenticabili”. Strenne natalizie di cui vi forniamo già i primi titoli.

“Fiori rosa, fiori di pesto. Manuale di canzoni culinarie”, a cura delle mogli di Mogol e Battisti;

“Campari a cavallo che l’erba cresce” (quando l’aperitivo incontra il digestivo. Alle erbe, ovviamente) di Marzio Martini e Antonio Braulio;

“Il riso fa buon sangue. Carlo Cracco rilegge ‘Dracula’ di Bram Stoker“: quando uno chef scopre la vena dell’umorismo;

“Prima che il gallo canti meglio tirargli il collo”. Un libro di ricette pasquali, in collaborazione con suor Germana. Gli animalisti sono già in subbuglio e si prevedono pesanti forme di boicottaggio durante la presentazione del libro.

 

“Avrei voluto essere una band”. L’autobiografia di Bobby Solo scritta da Solo, cioè senza l’aiuto di nessuno;

“Il peso della farfalla, ovvero Mezzo Chilo”. Intervista-biografia (non autorizzata) di Gigliola Cinquetti firmata da Erri De Luca, i cui legali affermano con sicumera che non abbia affatto autorizzato la pubblicazione del libro (“Non si farà”, avrebbero canticchiato un po’ beffardamente sulle note di “Non ho l’età”);

“Se questo è un uomo. Autobiografia di Amanda Lear”. Anche a detta dei detrattori della suddetta, scusate il bisticcio di parole, il capitolo “Dalì a qui: il mio incontro con il grande Salvador” pare sia davvero commovente. Ma che non si sappia troppo in giro…;

“Fondine, fondali, fondute e fondelli”. È la storia dell’ascesa e caduta a precipizio di una nota famiglia americana: Henry, Jane & Af Fonda;

“Diamoci del Dudù. La vera storia del cane di Silvio”. Prefazione di Michela Vittoria Brambilla.

 

“I tre promessi sposi” di Alexandre Dumanzòn. Un romanzo che verte intorno al classico triangolo lui-lei-l’altro: a furia di scambi di coppie, diventa un rocambolesco dodecagono;

“El ciùla”. Versione lumbàrd de L’idiota di Dostoevskij, riveduta e corretta da Matteo Salvini;

“Mucchio d’ossi di seppia”. Raccolta di poesie “de paura”, da Stephen King a Dario Argento;

“Il sergente nella neve fa spalare il caporale” (Autori Vari). Senza reticenze o censure, il fenomeno del nonnismo nelle caserme alpine raccontato da chi l’ha vissuto sulle proprie palle (e non è un refuso di “sulla propria pelle”);

“Il bambino e la piscina”. Dall’ultima di copertina: “Sono meno ambizioso del mio bisnonno, ma è una storia, la mia, che valeva la pena di raccontare” (Giangi Hemingway, pronipote di Ernest); 

“Il buio oltre i 3000 siepi”. Breve e intensa storia di un atleta giamaicano purtroppo non assurto nell’olimpo dei campioni dell’atletica, per non aver capito che tremila erano i metri da percorrere e non le siepi da saltare…; 

 

“E guardo il mondo da un oblìo. Le memorie dello smemorato di Collegno”. La Mondazzoli è riuscita a sottrarre i diritti alla Smemoranda. Si tratta di un libro bianco, ma bianco in tutti i sensi. Una storia avvincente raccontata attraverso pagine di un… candore assoluto e che non dimenticherete facilmente se riuscirete a ricordarla. Si legge in un batter d’occhio.