Si apre questa sera un’altra puntata di Amore Criminale (prima serata su Rai 3, sesta puntata) condotta da Barbara De Rossi e il caso centrale sarà quello di Camilla Auciello, una giovane e bella donna massacrata e uccisa dal suo compagno carabiniere, Claudio Bertazzoli, con il quale avevano da poco avuto una bella bimba. La violenza sulle donne che spesso sfocia in tragedia: questo il fulcro, come sempre, della trasmissione di Rai 3 dedicata ai purtroppo numerosi casi nella cronaca quotidiana italiana. La vicenda di Camilla Auciello uccisa nell’aprile del 2011, dal compagno e convivente è indicativa del clima purtroppo generalizzato, in cui le violenze domestiche la fanno da padrona e continuano a mietere vittime innocenti. Camilla è una bella ragazza non più giovanissima di 34enne, quando viene massacrata dal compagno con cui vive da un paio di anni, Claudio Bertazzoli un appuntato dei Carabinieri in forza presso il Comando provinciale di Bologna. La donna ha avuto nel 2008 una bambina con il suo assassino, e proviene da una vita sentimentale difficile con una separazione alle spalle. La giovane donna è dipinta dalle sue amiche come bella e solare, nella sua vita tra il matrimonio fallito e la convivenza con il suo assassino ci sono stati pochi, pochissimi uomini. Ripercorrendo la sua storia, Camilla conosce il suo assassino al lavoro, la ditta per la quale lavorava aveva vinto l’appalto per la mensa dei carabinieri di Bologna, e i due si conoscono tra i tavoli della sala refezioni della Caserma del comando di Bologna. Tra i due scoppia la scintilla e presto decidono di andare a convivere. Nessuno sa dire perché scatta il colpo di fulmine, lui 12 anni più grande, originario di Riolo Terme una piccola cittadina dell’hinterland emiliano, una vita nell’Arma, impiegato in mansioni d’ufficio. La relazione inizialmente sembra funzionare, i due almeno nei primi anni sono dipinti come una coppia molto felice, Lei mette al mondo la piccola Alessia, e raggiunge il massimo della felicità per una gravidanza che aveva sempre desiderato, ma che con il suo precedente marito non aveva avuto. Poi nascono le prime incomprensioni, prima economiche e poi sentimentali. Le amiche della donna raccontano di come lei si sarebbe sentita sfruttata da un rapporto in cui si sentiva oppressa e non capita, sono sempre le amiche di Camilla a raccontare delle continue umiliazioni cui l’uomo la sottoponeva, con le accuse sempre meno velate di essere poco colta e per nulla acculturata. Nessuno però saprà mai cosa scatta nella testa del militare in quell’alba del 2 Aprile del 2011, i vicini di casa della coppia non notano nulla di diverso, ricordano solamente che Bertazzoli esce di casa verso le 9.00 del mattino: l’uomo si costituisce poco dopo nel locale commissariato della polizia di Stato, cosa questa che ha escluso fin da subito l’Arma dei carabinieri dalle indagini, dove immediatamente confessa l’omicidio, non fornendo però nessuna giustificazione. I primi agenti giunti sul luogo del delitto raccontano di una violenza inaudita: la donna è ancora nel proprio letto, il volto distrutto con un grosso martello e una forbice, le armi del delitto vicino al cadavere, le lenzuola intrise di sangue distolgono l’attenzione dei primi soccorritori, ad un esame attento però anche gli esperti investigatori inorridiscono per la violenza con cui la donna è stata uccisa. L’uomo è immediatamente arrestato e trasferito al carcere militare di Peschiera sul Garda, la donna è sottoposta invece all’autopsia (che stabilisce l’esatto numero dei colpi ricevuti, ben 46): gli investigatori poi convocano la nonna paterna per permettere l’affido della piccola Alessia, che era nella casa durante l’efferato omicidio.