Il film rivelazione dell’anno, di cui ho parlato tempo fa vince il Miami Italian Festival. Un film nuovo, frizzante, giovane, lontano dagli schemi didattici di un cinema troppo spesso sottovalutato con uncast di primo ordine, da Raoul Bova, Liz Solari, Nino Frassica e Sabrina Impacciatore. Un film di un caro amico, Paolo Genovese, che ancora una volta mette a segno una firma infallibile, tante storie in un solo racconto. Tante vite in un insieme di posti quasi tradizionali. Un traguardo importante per lui, e per la sua scelta accurata di ogni dettaglio, dall’attore al dialogo, dalla forma all’impeccabile regia. Noi del Sussidiario eravamo all’anteprima e gioiamo con lui di questo successo, che eravamo certi di constatare. In Italia il cinema dovrebbe essere sempre o quasi, firmato Genovese, per l’intelligenza, la spiccata sensibilità quasi perduta e per la voglia di mettersi in gioco in un paese in cui si da ormai quasi tutto per scontato.



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