In apertura della puntata di Amore Criminale del 26 ottobre 2015, abbiamo ascoltato la storia di Francesca, un’infanzia fatta di violenze subite proprio da chi avrebbe dovuto proteggerla, suo padre. La scuola è un luogo dove dovrebbe avvenire la prevenzione sui maltrattamenti ai minori e questo dovrebbe essere considerato, ha spiegato l’avvocato della donna. Francesca ora è mamma ed ha un bellissimo bambino. Il suo è un esempio di come si può ricostruire la propria esistenza dopo aver subito un così grosso trauma. Lei dice di essersi aggrappata a suo figlio e di essere riuscita a garantirsi così un nuovo futuro. La cosa più importante per le vittime di reati sessuali, ha detto sempre l’avvocato, è essere credute e importante è anche veder condannato colui che ha fatto loro del male. A chi vive una situazione simile Francesca dice di non avere paura, di credere nelle forze dell’ordine e di andare a denunciare. Angelo, detto Mimmo Niemen, è stato ucciso dall’amante della moglie. Nel 2002 fu ritrovato in fondo a un pozzo in provincia di Vercelli il suo cadavere.



Lei per due mesi aveva continuato a dire che suo marito era fuori per lavoro e chissà quando sarebbe tornato. La signora Lidia, mamma dell’uomo, dice che quelle persone devono stare in carcere e magari morire prima che vengano fuori. Mimmo era un uomo esuberante, che sapeva trasformare ogni cosa in gioco. Tutto era iniziato 30 anni prima in una fiera di paese, dove Mimmo conobbe Giovanna. Liu era un giostraio e lei aveva portato suo figlio alle giostre. Entrambi erano molto giovani e lei era una ragazza madre con un figlio di tre anni. Lui appena la vide se ne innamorò subito, la fece conoscere ai familiari, la sposò e adottò il suo bambino. Mimmo e Giovanna sembravano innamorati, una famiglia serena ma con la vita particolare dei giostrai. Mimmo apparteneva a una famiglia di circensi e fin da piccolo aveva iniziato a fare il clown, facendo da spalla a suo padre. Il suo nome d’arte era fagiolino e fin da subito il pubblico iniziò ad apprezzarlo per l’allegria che trasmetteva. A un certo punto una nevicata intensa distrusse il circo Niemen e il papà di Mimmo dovette reinventarsi un lavoro. Fu così che anche Mimmo iniziò la sua attività di giostraio. La fortuna la aiutò, perché ogni cosa che faceva gli portava guadagno.



Con Giovanna rimase 30 anni, fino al giorno in cui lei lo fece uccidere. Giovanna parlava molto poco di sè stessa, ricordano le sorelle di Mimmo. Ormai era una persona di famiglia. Dopo il matrimonio con Mimmo dovette andare a vivere in roulotte, per seguire lui nel suo lavoro. Così i primi tempi li passava lì dentro a ricamare. Era evidente però che lei amava vivere in un appartamento e non si era mai adattata a quel tipo di vita. A un certo punto Mimmo decise di trasferirsi in un caseggiato in provincia di Vercelli, dove andò con tutta la sua famiglia. Non poteva sapere che quella sarebbe stata la sua rovina. A un certo punto, raccontano le sorelle di Mimmo, che Giovanna iniziò a dimagrire e a curarsi sempre di più. Loro infatti avevano anche iniziato a insospettirsi. Il perché di tutto ciò era un vicino di casa, Franco, con cui Giovanna aveva legato praticamente quasi subito. Franco, sposato con due figlie, abitava ad appena 50 metri dal capannone di Mimmo e si occupava di irrigazione. Il suo capannone era praticamente adiacente alla casa di Mimmo e le due famiglie si frequentavano e spesso uscivano anche insieme. Mimmo però non si era accorto che tra sua moglie e Franco era nato qualcosa, anche se aveva percepito che il legame tra loro due si era rotto, e così aveva ricominciato a girare per l’Italia. Con sua sorella Carmen un disagio aveva fatto trapelare, ma lei non ci aveva fatto caso. Mimmo cercava di mascherare la sua situazione con Giovanna, ma in paese le voci iniziarono a trapelare. Tutti infatti avevano notato che Giovanna si curava di più e la gente cominciò a chiacchierare perchè lei e Franco si facevano vedere in giro. Così pian piano si diffuse la voce che Giovanna aveva un’amante. Quando tale voce arrivò anche a Mimmo lui reagì picchiandola e quando la portò poi in ospedale tutta la sua famiglia venne a sapere cosa stava succedendo.



Mimmo avrebbe voluto separarsi, ma lei finse di volersi riappacificare. In realtà quella che stava progettando era una vera e propria pace armata. Franco, che nel frattempo era stato anche lui malmenato da Mimmo, si procurò una pistola da un pregiudicato della zona. Le sorelle di Mimmo erano insospettite intanto dalla calma di Giovanna e le avevano proposto di separasi. Lei però disse di no, perchè lui le portava soldi. Ora si pentono di non aver capito. La sorella Carmen ha raccontato dell’ultima telefonata ricevuta, il 18 aprile del 2002, quando lui le disse che sentiva una brutta aria intorno a sè ed era sensibilmente preoccupato. Proprio quella sera Franco si appostò nel capannone di Mimmo. I due amanti infatti avevano progettato per lui una trappola da mesi. Giovanna si chiuse in bagno, Franco dal capannone fece saltare la luce e quando Mimmo andò per riattivarla fu colpito alle spalle da diversi colpi di pistola. Fu sempre Franco a pensare ad occultare il suo cadavere all’interno di un pozzo molto profondo, ricoprendolo con la nafta, credendo così di eliminare il cattivo odore. Giovanna disse a tutti che suo marito era partito per la Sardegna, ma i familiari iniziarono ad insospettirsi. I carabinieri trovarono Mimmo quattro mesi dopo nel pozzo e così arrestarono sia Giovanna che Franco.

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