Cè davvero molta carne al fuoco in questo La Mummia – Il Ritorno, film in onda oggi su Italia 1: tanti ingredienti per un piatto forse non tra i più facili da digerire, ma di certo molto saporito e speziato. Il grande successo di pubblico (433 milioni di dollari di incasso globale, a fronte di un budget di circa 100) certifica che la pellicola evidentemente funziona, eccome. Il mix di avventura, battaglie epiche e il lieve e immancabile sottofondo ironico colpisce nel segno ancora una volta. Buoni gli intrecci e i dialoghi frizzanti all’interno del quartetto Everett-Weisz-Hannah-Boath, e grande successo anche per Dwayne Johnson con il suo Re Scorpione. Il personaggio riesce anche a “oscurare” il pur bravo Vosloo e il suo Imhotep, talmente bene da meritare nel 2002 l’omonimo spin-off/prequel Il Re Scorpione.



Azione adrenalinica, amicizia, amore, avventura e antichi misteri. C’è questo e altro in La Mummia – Il ritorno (The Mummy Returns), pellicola del 2001 diretta da Stephen Sommers e seguito del successo La Mummia (The Mummy, 1999), sempre con Sommers dietro la macchina da presa. Il film, che viene proposto oggi domenica 4 ottobre su Italia 1 dalle 19.00, vede il ritorno da protagonisti di Rupert Everett, Rachel Weisz e John Hannah, nonchè dell’iconico Imhotep impersonato ancora una volta dal tenebroso Arnold Vosloo. Tra le new entry più interessanti c’è da segnalare senz’altro Dwayne “The Rock” Johnson nel ruolo del Re Scorpione, una performance talmente apprezzata da meritare, alcuni anni dopo, uno spin off proprio incentrato sul Re Scorpione. Come nel predecessore La Mummia, anche Il Ritorno inizia con un fondamentale prologo ambientato nell’antico Egitto. Questa volta il fulcro è a Tebe, nell’anno 3067 a.C. Nella città si sta consumando un cruento scontro con le armate di un potente signore della guerra, il Re Scorpione (Dwayne Johnson), che voleva creare e guidare un impero. il suo obiettivo fallisce, causandone l’esilio assieme ai pochi superstiti del suo esercito nel terribile deserto di Ahm Shere.



I soldati moriranno a causa della calura e agli stenti, mentre il Re, pronto a tutto pur di sopravvivere e avere la sua vendetta, pronuncia un voto sacro a una delle principali divinità del pantheon egizio, Anubi: la sua anima e la costruzione di un tempio in suo onore, in cambio della sopravvivenza temporanea e di un esercito inarrestabile. Il dio dalla testa di sciacallo lo ascolta, e il guerriero riesce effettivamente a portare a compimento il suo piano. Subito dopo, Anubi reclama ciò che gli è dovuto, portando alla morte sia lo stesso Re sia i soldati divini che aveva plasmato per lui. Salto temporale. Tebe, 1933, dieci anni dopo gli eventi del primo La Mummia. L’avventuriero ed ex legionario Rick O’Connell (Rupert Everett) e la bella bibliotecaria Evelyn (Rachel Weisz) sono sposati e hanno un figlio di otto anni, Alex (Freddie Boath), anch’egli “iniziato” ai segreti dell’egittologia e della sopravvivenza dagli avventurosi genitori. All’interno di un antico tempio gli O’Connell trovano il leggendario Bracciale di Anubi, mentre Rachel (evidentemente di poca memoria…) legge un’iscrizione pericolosa posta su un muro, causando il progressivo crollo dell’edificio già parzialmente in rovina. Tornati a Londra il piccolo Alex esamina il bracciale più da vicino, rivelando la stessa pericolosa curiosità della madre. Il Bracciale crea un legame con lui, provocandogli ripetute visioni dell’Oasi di Ahm Shere e facendo capire che avrà sette giorni per raggiungerla, pena la morte. La situazione si complica quando un culto legato all’antico sacerdote Imhotep (Arnold Vosloo) rapisce proprio Alex per il bracciale, e cerca di sfruttare lo stesso Imhotep per uccidere il Re Scorpione e appropriarsi della sua armata divina…

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