Di marziani il “nostro” mondo ha sempre voluto parlare e peraltro pare anche gli sia sempre piaciuto moltissimo farlo. Lo testimonia Andy Weir, con un romanzo di tutto rispetto, ben scritto e misteriosamente divertente, al quale si ispira un blockbuster attualissimo come Sopravvissuto – The Martian. Dopo il mistascientifico E.T., il più recente Alien, e poi Avatar, o ancora Planet 51, o Prometheus del 2012 (insomma i titoli – stranieri ovviamente – sugli altri sprazi d’universo sono stati decisamente numerosissismi) è stavolta il turno di un britannico film made by Ridley Scott, capace anche di farci chiedere se effettivamente la vita al di là della Terra possa credersi fattibile oppure no.

Parliamo in questo caso del pianeta Marte, il red planet per eccellenza, quello che forse più ci affascina perché gli scienziati proprio lì si concentrano con i loro studi importanti. 

Il protagonista, un caldo Matt Damon con tanto di tuta da super astronauta affaticato, si pone provocatoriamente come portatore del mistero stesso: il marziano in questione è stavolta lui in primis, poiché sopravvissuto chissà come, dopo esser rimasto bloccato nello spazio a causa di un incidente imprevisto avuto col suo equipaggio, l’Ares 3. Tutti lo credono morto, e così lo abbandonano su di una terra sconosciuta, piangendo il corpo dell’amico che in realtà più che altro aveva solo perso i sensi. 

E da qui allora il dipanarsi di un racconto incredibile, proprio perché impossibile pensare si avvicini anche minimamente alla realtà. Una storia sulla quale purtroppo c’è poco da dire, un racconto piuttosto banale che potrei sostenere forse addirittura già si conosca o che in ogni caso senza troppe difficoltà possa venir intuito ancor prima di entrare in sala e – soprattutto – prima che la proiezione abbia inizio.

Un lungometraggio però sicuramente interessante sotto almeno alcuni punti di vista, quale ad esempio il fatto che con l’ausilio della macchina da presa Scott riesca a farci scoprire nuovi paesaggi inesplorati, inimmaginabili. Lasciandoci anche perplessi perché in avanscoperta ci si arriva con gusto, verso l’ignoto e verso lo spazio veniamo infatti catapultati con empatia. 

Gli stessi attori visti lo scorso anno in un film quale Interstellar – Matt Damon e Jessica Chastain ce li siamo trovati sia là che qui – vengono stavolta ripresi in una sinfonia di colori ed emozioni completamente diverse, ma con anche stavolta la ripresa del fatto del restare isolati. La parte più interessante della sinossi poi (se effettivamente di racconto interessante si possa davvero parlare) resta quella firmata Weir, autore del romanzo dal quale il film è tratto. Perché proprio lui nel suo libro ci ha spiegato, con tanto di illustrazioni e personalissimi consigli, come un uomo qualunque possa riuscire a sopravvivere su di un pianeta difficile quale Marte, con una condizione ambientale sicuramente sconosciuta e altresì totalmente inospitale.

Sopravvissuto – The Martian allora supera la prova soltanto se a voi piacciono i film capaci di temporaggiare su di un nulla come prettamente del niente Scott cerca stavolta di parlare. Un film che il critico cinematografico Emanuele Sacchi suppone possa addirittura dirsi puro business nei confronti di una palesata promotion ai nuovi viaggi in previsione per l’americanissima Nasa. Sarà vero? 

Sta di fatto che su di una scala da 1 a 10, direi che questo film di numerini ne merita 6. Resta questo un voto puramente soggettivo e i gusti son certo totalmente personali, ma se mai doveste fidarvi di ciò che sto scrivendo ecco questo è uno di quei film che proprio vi sconsiglierei di perder tempo a guardare. E nonostante qualche isolata nota positiva la si possa qui anche rintracciare, tuttavia concluderei col dire che, nel complesso, per me rimane un film assolutamente insoddisfacente. Un gran peccato.