Per pochi giorni (da oggi e fino a mercoledì) torna al cinema Nausicaä della Valle del Vento, il primo lungometraggio scritto e diretto da Hayao Miyazaki negli anni Ottanta, tratto dall’omonimo manga del grande regista giapponese. Una storia che unisce suggestioni fantastiche, fantascientifiche, distopiche, mitologiche e invenzioni che contribuiscono a creare un mondo straordinario, denso di significati nascosti. 

La trama si inserisce perfettamente nel filone distopico tornato alla ribalta di recente: dopo un cataclisma che ha colpito la Terra, causato dai suoi abitanti, l’ecosistema si è irrimediabilmente alterato. Il Mare Marcio si sta espandendo, esalando fumi tossici che minacciano le comunità sopravvissute, tra cui la pacifica popolazione della Valle del Vento. qui che vive la principessa Nausicaä, una giovane dall’animo gentile dotata di due abilità straordinarie: cavalca le nuvole a bordo di quello che assomiglia a un piccolo deltaplano e riesce a comunicare con gli ohm, enormi insetti rimasti a proteggere il Mar Marcio. Perché nelle sue profondità cresce una foresta antica, i cui alberi purificano ciò che l’uomo inquina, trasformandosi poi in pietra. Un sacrificio che commuove Nausicaä, la quale decide di seguire il loro esempio quando nuove guerre minacciano di distruggere ciò che resta del pianeta. 

L’eroe che si sacrifica per la comunità è tipico delle storie mitologiche, ma nel film di Miyazaki si intreccia con elementi di scottante attualità: la minaccia della guerra tra popoli, il ricorso alla violenza, l’incapacità di creare un rapporto sano con l’ambiente. Non esiste una netta divisione tra bene e male, nel suo mondo: la violenza nasce dalla paura, da ferite mai rimarginate, e nessuno è completamente cattivo. La possibilità di cambiare è insita nell’animo umano, ma non si sviluppa con la costrizione e il ricatto, bensì con l’ascolto. 

Nausicaä sa ascoltare e comunicare. Sa arrendersi quando è necessario, lasciando che gli altri comprendano che esiste una forza più grande della guerra. Lungi dall’essere un’eroina immacolata, anche lei reagisce con rabbia quando colpiscono suo padre, e confessa di avere paura di se stessa. Ma non permette che il desiderio di distruzione prevalga sulla fiducia nella pace e nella solidarietà, riuscendo infine a dimostrare che l’amore – inteso come rispetto e comprensione verso tutti gli esseri viventi – può conquistare l’impossibile. 

Disegni e colonna sonora creano un’atmosfera magica, l’atmosfera tipica delle storie di Miyazaki, che accompagna i temi cari al maestro: l’ecologia, il rispetto per l’ambiente e gli esseri viventi, la ricerca del dialogo, la risoluzione pacifica dei conflitti, il coraggio di un’adolescente che si oppone al pensiero comune. Nella rappresentazione della foresta nascosta sotto il Mar Marcio emerge il potere di rinascita insito nella natura, che tende a ristabilire l’equilibrio rotto con tanta noncuranza dagli uomini. E gli insetti visti come nemici sono in realtà dei guardiani, capaci di distruggere così come di guarire. Reagiscono ai sentimenti umani, e laddove trovano odio, rispondono con la collera, se percepiscono amore, donano la vita.

Abbiamo sempre bisogno di queste storie, che senza retorica insegnano a guardare il mondo da una prospettiva diversa e ci ricordano che la violenza, generata dalla paura, non è mai la risposta ai problemi dell’essere umano e dell’universo in cui vive.