Se in questi giorni doveste origliare i discorsi dei vecchi operatori di Borsa, potreste presumibilmente incappare in affermazioni di questo tenore: “Uhei, Mario, ma se troevom (traduzione: ci troviamo) a Piazza Affari e semm in utubèr (e siamo in ottobre) o forsi semm turnàa (oppure siamo ritornati) in Normandia in del giùgn del quarantaquàter (nel giugno 1944)?”. Un fondo di verità questi signori ce l’hanno: mai visti, negli ultimi anni, così tanti tentativi di sbarco di titoli in Borsa. Perché, in questo periodo di sbarchi ben più seri (talvolta tragici), anche in Borsa c’è chi ce la fa e chi invece se ne torna con le pive nel sacco. In gergo tecnico, l’operazione di sbarco si chiama Ipo, acronimo di Initial public offering, cioè offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato. 



In questi giorni, per esempio, i movimenti per il collocamento di Poste Italiane stanno per entrare nel vivo. E in coda già seguono Enav (fornitore in esclusiva di servizi alla navigazione aerea civile), FS (le Ferrovie dello Stato) e Technogym (attrezzature per il wellness). Insomma, sul mercato finanziario si abbatterà una valanga di francobolli, aeroplanini, trenini e cyclette (senza contare le macchinine della Ferrari, che però hanno scelto di approdare a Wall Street). Ci sarà da divertirsi? Andiamoci piano, che con i soldi (specie quelli guadagnati a fatica con il sudore della propria fronte) non si può scherzare. Ecco allora alcuni doverosi consigli pratici per affrontare questi sbarchi senza rimanere con l’acqua alla gola.



Poste Italiane. Innanzitutto, è giusto ricordare che il progetto della quotazione viene da lontano. Pensate che il prospetto per il collocamento è stato spedito nel 2009, nel timore di non arrivare in tempo alla Consob, l’organo deputato a valutare i prospetti informativi per la quotazione. Perché in Italia le raccomandazioni volano, ma le raccomandate… latitano! Battute a parte, per entrare subito nel merito dell’operazione e potervi dare l’imbucata giusta (e visto che parliamo di poste, questi suggerimenti andrebbero presi… alla lettera), sappiate che le azioni saranno suddivise in tre tipologie:



1) azioni ordinarie: il postino consegnerà direttamente a casa vostra le azioni appena acquistate in banca; attenzione: ha il compito tassativo (cioè della tassa sull’azione ordinaria) di suonare due volte solamente. Per chi si farà trovare pronto, nessun problema. Agli altri, invece, le azioni non verranno consegnate, come appunto ordinariamente succede con la normale corrispondenza; 

2) azioni privilegiate: il postino, sempre lo stesso, in questo caso suonerà egualmente due volte al campanello di casa vostra, ma, contrariamente a quanto avvenuto per le azioni ordinarie, aspetterà diligentemente il vostro arrivo, munendosi di santa pazienza e di qualche artificio per ingannare l’attesa (cellulare, la Gazzetta, un ebook reader…), pur di farvi godere il privilegio di poter finalmente ricevere qualcosa a casa senza ritardi o disguidi di sorta;

3) azioni di risparmio: lo stesso postino di sempre, dismessa per contratto la pazienza di cui sopra, avrà la premura (nel senso di fretta) di telefonarvi direttamente a casa, spese a carico del destinatario naturalmente, invitandovi, se non proprio intimandovi, di passare da casa sua celermente, così da fargli risparmiare tempo e fatica. 

Da ultimo, in prospettiva futura, ricordate di dare sempre un occhio alle cedole: non fosse mai che il dividendo di Poste Italiane vi venisse corrisposto in francobolli!

Il Gambero Rosso. Se raccontare un po’ di storia non guasta (e noi lo si ritiene assolutamente indispensabile) non possiamo non affidarci alle capienti borse enciclopediche del nostro fidatissimo Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose di finanza e mercati perché con destrezza (e pensare che è mancino…) le ha rubacchiate qua e là nelle Borse di tutto il mondo: “Il Gambero Rosso nasce nel 1986 come rivista di settore. La principale caratteristica dell’editoria culinaria del tempo era legata al fatto che le vendite procedevano letteralmente a… passo di gambero. Antonella Clerici e la sua Prova del Cuoco erano ben di là da venire, sebbene la bionda presentatrice già si dilettasse ai tempi di tv (lavorava infatti come speaker a Telereporter); ma pochi tra noi rammentano quella bella spargiottòna (in dialetto lombardo: ragazza ben in carne) che si dilettava a parlare di sport. Il boom del cooking sul piccolo schermo ha favorito non poco anche la carta stampata, sicché ora Il Gambero Rosso è diventata una casa editrice specializzata in enogastronomia, pronta a presentarsi sui mercati e a puntare sull’internazionalizzazione. Il Gambero Rosso vuole sfondare in Svizzera (già pronta la guida Il Gambero Rossocrociato), in Brasile (con Il Gambero del Mato Grosso), in Micronesia (Il Gamberetto Rosso) e in Uzbekistan (Il Qizil Qisqichbaqalar)”. 

Il prospetto è stato presentato agli analisti sotto forma di menù e il prezzo di collocamento, secondo indiscrezioni raccolte negli ambienti finanziari, sarà fissato in una forchetta, vale a dire che il foglietto con il range dei valori del titolo verrà infilzato come un maccherone tra i quattro rebbi della posata da tavola. Sarà poi tagliato? Non è dato sapersi. Indicazioni non elusive sono arrivate invece sul collocamento del titolo in Borsa, che avverrà con l’aiuto di un cucchiaio. Al mercato, in apposite cassette messe a disposizione per gli acquirenti, verranno offerte azioni e obbligazioni. Gli investor relator del Gambero Rosso, indossando una livrea scarlatta, gireranno tra i tavoli di Piazza Affari come camerieri, offrendo il titolo ai commensali-risparmiatori. “Gradisce un’obbligazione a tasso fisso?”. “Non sarà un po’ troppo pesante da digerire?”. “Assolutamente no, è zero coupon: fa bene alla dieta, ai trigliceridi e al colesterolo”. “Ottimo, allora ne porti un piatto a me e alla mia signora”. 

Il Gambero Rosso sarà l’unico titolo sui mercati che si muoverà all’indietro: cioè, quando scende, sale. E se sale, anche un pizzico di pepe. E con una bella impepata il dado è tratto e ci si guadagna. Attenzione però: agli investitori retail sarà vietato fare una scorpacciata di titoli.

Eccesso di borse in Borsa. Ci sono altri titoli rampanti che vorrebbero sbarcare in Borsa. Si segnalano, tra i più interessanti, Carpisa (andare in Borsa per chi fa borse è forse più facile, staremo a vedere), Blefaroplastic(società che vende prodotti dermatologici per eliminare le borse sotto gli occhi), Brrrrrrbag (marchio non ancora conosciuto in Italia, leader in Alaska nella vendita di borse del ghiaccio), Rom Shipping (non è una società di navigazione romana, bensì una cooperativa, a scopo di lucro, formata da borseggiatori nomadi) e Borse di Cartoon, una joint venture avente a capo le mogli di Yoghi, Bubu, Baloo, Winnie the Pooh e Ted (perché, come dice la pubblicità, non sarà certo una “B” a fermare un’orsa in Borsa). Andremo forse incontro a un eccesso di titoli di borse in Borsa? Staremo a vedere. Nel frattempo, avvertono gli esperti, occhio alle borsiti!