Roberto Rinaldini è uno dei giudici de Il più grande pasticcere, il talent di cucina condotto da Caterina Balivo. Simbolo d’eccellenza e certamente di vanto per il nostro Paese, Rinaldini ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti, vinto concorsi e campionati, aperto attività nel mondo e divenuto simbolo di rigore nella scelta delle componenti dei suoi dolci e vero e proprio artista dell’estetica. Nella scorsa puntata i concorrenti hanno dovuto affrontare la prova dei profitterol. Tre sono i gusti come i giudici e Rinaldini è stato identificato nel lampone in quanto acido. I partecipanti sono invitati a fare una scelta, o attenersi alla tradizione od osare, l’importante è stupire. Quasi drammatico il momento in cui Athina ha presentato solo tre bignè. Tutti i giudici sono basiti, Rinaldini è spietato: “Un bignè all’ora, stiamo scherzando?” Ma è anche irritato perché è tutto molto buono. Piano piano tutti i concorrenti presentano le loro creazioni, errori, successi. Il profitterol di Lorenzo viene definito imbarazzante, i maestri sottolineano che ci vuole nella preparazione del dolce competenza, intelligenza e cuore. Sebastiano viene giudicato da Rinaldini come un “buon dolce” ma è necessario seguire le regole. Mario ottiene un “bellissimo” da Rinaldini che però non si esime da sottolineare che la glassa su due strati risulta troppo dolce. Molti sono caduti su dei punti fondamentali ma indubbiamente hanno mantenuto un atteggiamento molto serio. Solo 2, tra i 4 che devono contendersi ancora un posto in accademia possono andare in esterna dove incontrano il maestro Massari e Caterina Balivo a Napoli dove si cimentano nei dolci della tradizione. La coda d’aragosta, la pastiera, il babà vengono valutati dai napoletani stessi in un’esposizione d’assaggio che è direttamente allestita in pubblico. Alla fine Athina e Federico lasciano l’accademia.



Per Roberto Rinaldini la pasticceria per lui è una missione, una passione, una finalità, come allora non essere intimoriti nel sottoporgli le proprie creazioni? Certamente il termine “cattivo” con cui viene definito potrebbe sembrare un giusto modo di sintetizzare la posizione che riveste come giudice de “Il più grande pasticcere”, ma in effetti la sua dedizione nei confronti dell’arte della pasticceria che ne hanno fatto un prodigio e la carriera raggiunta alla sola età di 37 anni ne possono dare motivazione. I concorrenti ne hanno un vero e proprio terrore dovuto al fatto che non ha certo mezzi termini. Diretto, forse a volte sin troppo, esprime un atteggiamento decisamente imprevedibile. L’equilibrio tra l’estetica e il gusto viene ribadito nel corso della puntata continuamente, unitamente alla richiesta con forza ai concorrenti di essere determinati, attenti, rigorosi. “Perché devo tenerti qua?” E guarda negli occhi il concorrente. “Lorenzo sai dove ti trovi?” E inchioda creando una tensione palpabile. 

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