Ieri sera su Rai 3 è andata in onda una nuova puntata di Che fuori tempo che fa, sicuramente particolare dopo i fatti tragici di Parigi. Lo studio, non a caso, presenta i colori della bandiera francese, e sulle tende è visibile una piccola torre Eiffel. Si inizia con il video che circola da ore ormai, che ritrae alcuni tifosi lasciare lo Stade de France. Hanno saputo cos’è successo e tentato di farsi forza cantando La Marsigliese nel tunnel che li porta all’esterno, seguendo il piano d’evacuazione delle forze dell’ordine. Fazio entra e si scusa con suo pubblico, dicendo che si sarebbe dovuta svolgere una puntata normale, ma i suoi ospiti non se la sono sentita di far finta che nulla fosse successo, parlando di cose per così dire più frivole. Era stata presa in considerazione l’ipotesi di non andare affatto in onda, ma alla fine si è deciso di preparare in grande fretta una puntata dedicata ai fatti di Parigi, nonostante il conduttore si dica impreparato ad affrontare tali temi.



A questo punto fa il suo ingresso in studio Gramellini, che dà inizio alla sua analisi delle parole, ovviamente inerenti tutte gli attentati. Si parte da quella scelta anche dal ministro italiano Gentiloni, che ha optato per Bataclan, che ormai è diventato il simbolo di questi eventi atroci che hanno dilaniato Parigi e l’Europa tutta. Il ministro ha sottolineato come i valori che i terroristi intendono colpire sono per noi indispensabili e non è possibile rinunciarvi. Il governo darà inizio a misure di sicurezza più serrate, nei limiti della libertà personale di ogni cittadino. Gentiloni sottolinea come sia normale che ora la gente sia furiosa e diffidente nei confronti di tutti, ma erigere dei muri non sarebbe una scelta saggia. La strategia è quella di distruggere il terrorismo in tutte le sue forme, soprattutto nei territori della Siria e dell’Iraq.



A Parigi è presente il corrispondente Eric Jozsef, che aveva pensato a sua volta a una parola, Repubblica, ma una volta giunto a Rue Voltaire ha preferito rinunciarvi. Alla fine però di una breve analisi arriva, sia su questa parola, che su quelle tre simbolo della Francia: liberté, fraternité ed egalité. Gramellini parla della profonda rabbia e di come ancora sia presente dentro di sé. La resistenza passa dai piccoli gesti, come ad esempio i negozianti, che hanno deciso di restare aperti fino alle 20.00, senza chiudere al calar del sole per paura.

A Torino c’è Paolo Giordano, la cui parola è Tempio. Gramellini in seguito dice che il ritmo è fin troppo lento, e la veglia funebre non vuol farla, perché la darebbe vinta al terrorismo. Giordano però non segue le sue indicazioni, anzi tutt’altro. Dal Tempio passa alla ritualità della vita, tirando in ballo anche la Mole Antonelliana. Si torna da Gramellini, che ha optato per delle immagini. Una delle più belle è quella di Davide Martello, che ha trascinato il suo piano in strada per suonare La Marsigliese. A Berlino c’è Marc Augé, la cui parola è Bistrot, simbolo di piacere e libertà, cui dice non si può rinunciare. Si passa a Nuccio Ordine, che ha preparato un intervento sulla parola Patria, passando per Giordano Bruno e racconti privati di gioventù. Fazio è stanco di vederlo guardare in basso in continuazione, e arriva a dirgli serenamente di prendere i fogli di carta che ha davanti, tanto è chiaro che abbia scritto tutto.



In studio Rubini e Bentivoglio dovevano presentare Dobbiamo parlare, il loro film, che Fazio consiglia, ma leggono degli estratti dai Passages di Benjamin e Festa Mobile. Arriva Simone Molinari e canta Et maintenant di Becaud. Altra parola di Gramellini, coraggio, riflettendo sulle ragioni che hanno portato a questi atti, senza credere che possa davvero esserci all’origine il concetto di Dio.

In chiusura Fazio, in maniera simbolica, riaccende le tante luci della Torre Eiffel, come a dire che è giunta l’ora di ripartire, senza però gettarsi nulla alle spalle. Si riparte dalla consapevolezza e dal ricordo, così da proseguire il proprio cammino più forti di prima. Si cita un po’ per gioco Woody Allen, che disse al tempo che il solo concetto che Parigi esista e che la gente scelga di non viverci è un mistero. Fazio spiega quali siano le cose che da bambino lo legavano a Parigi. Si parla anche di cose tenere e infantili, come gli Aristogatti ad esempio. Non dimenticherà mai il concerto jazz della banda di amici di Romeo.

Si conclude così questa puntata speciale, un po’ amara e molto riflessiva, con appuntamento alla prossima settimana, con toni un po’ più rilassati, ma ancora senza poter dimenticare.

Replica Che fuori tempo che fa, puntata 14 novembre 2015: come vederla in video streaming – E’ possibile vedere o rivedere la puntata di Che fuori tempo che fa andata in onda ieri grazie al servizio di video streaming disponibile su Rai.tv, cliccando qui.