“Il Ponte sullo Stretto si farà”, ha sentenziato Matteo Renzi, mettendo tutti alle… strette, è proprio il caso di dirlo! Per poi aggiungere subito: “Sarà sullo Stretto, ma non sarà stretto: otto corsie stradali più quattro ferroviarie, solo per treni ad alta velocità: comodissimi, sicurissimi, dotati di ogni comfort, dalla doccia alla tele satellitare, con un servizio bar che niente avrà da invidiare ai più famosi locali d’Italia. E dove naturalmente si potrà gustare dell’ottimo caffè italiano… ristretto!”. Nell’interminabile intervista di “Porta a Porta” (immediatamente ribattezzata dagli addetti ai lavori, a cagione della lunghezza, “Portone a Portone”), Bruno Vespa ha più volte punto il Presidente del Consiglio, il quale da par suo ha tenuto a sottolineare quanto le imprese italiane faranno ponti d’oro pur di entrare nel progetto dello Stretto: “Prima, però, abbiamo delle priorità che ci attendono: innanzitutto l’acqua di Messina, poi metteremo ordine ai Black&Decker sparsi per tutta Trapani, trasformeremo Enna in una metropoli all’ennesima potenza, faremo di Caltanissetta la capitale morale del Paese, aspetteremo che l’Akragas risalga a tutto gas nel campionato di calcio di Serie A e faremo passare inverni più che miti, direi mitici!, anche agli abitanti di Gela. Da ultimo, smafieremo la mafia. Perciò datemi 6-8 mesi (noi avremmo pensato, ad essere ottimisti, 6-8 anni) e poi ci occuperemo anche del Ponte, che porterà l’alta velocità finalmente anche in Sicilia”. 



È bastata comunque la dichiarazione di Renzi per scatenare la solita ridda di reazioni, al solito positive o negative, a seconda della vicinanza politica al giovane leader fiorentino. Tra le prime si segnala l’entusiastica adesione del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che dalle pagine del quotidiano lucano “L’Onnipotenza” di Potenza ha così baldanzosamente pontificato: “Il Ponte sullo Stretto ce lo teniamo stretto anche se, a dire il vero, a noi di Ncd sta un po’ stretto. Solo se i progetti di Matteo (Renzi, NdR) daranno la stura a ulteriori grandi lavori – si pensi al ponte Piombino-Elba, a quello Napoli-Ischia, a quello tra Massa e Carrara, tra Pesaro e Urbino, tra Ascoli e Piceno, tra Medio e Campidano, per non parlare di quello tra Reggio ed Emilia, e tra Reggio e Calabria, senza scordarsi quello tra Vibo e Valentia – potremo approntare (vista la situazione, conierei il neologismo “appontare”) l’immagine di un’Italia quale Paese di nuovi santi, nuovi poeti e altrettanti nuovi navigatori. A quel punto, saremo ben allenati e attrezzati per buttarci non da un ponte, ma, in un crescendo rossiniano, nell’opera infrastrutturale destinata a cambiare il volto e il traffico dell’Italia intera: la sopraelevata Brunico-Ragusa”. Non c’è che dire, quello di Angelino è un volo pindarico, un vero e proprio “delirio di Onnipotenza”…



Sul fronte opposto, tra gli oppositori al progetto del Ponte di Messina, si sono subito schierati i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Appollaiati su di un ponteggio traballante presso un cantiere in zona Spezzano della Sila (Cosenza) – a testimoniare la precarietà del progetto renzalfaniano – i grillini si sono fatti intervistare dal settimanale calabrese “L’Onniscienza di Cosenza”: “Dice un proverbio: acqua cheta rompe i ponti. Noi nemmeno vogliamo romperlo il ponte. Ci pare letteralmente un’idea campata per aria”. A stretto giro di posta è arrivata la piccata risposta dell’Ordine e del Consiglio Nazionale degli Ingegneri: “Laddove un ponte deve essere costruito, almeno una campata è indispensabile. E certamente non per aria!”.



Ancora più drastico il commento del leghista Matteo Salvini, intervistato in quel di Ponte di Legno (e dove, se no?) dal trimestrale artigianale “La Discendenza” di Cosenza (l’unica rivista al mondo che ancora tramanda di padre in figlio il ruolo di Direttore Responsabile): “Il Ponte sullo Stretto allargherà ancora di più il fossato che divide il Nord dal Sud del Paese. Perché spendere tutto questo denaro pubblico per finanziare un’opera faraonica che farà acqua da tutte le parti? Allora sarebbe meglio se gli stessi fondi venissero dirottati alla realizzazione dei 4 km della bretella autostradale Bisuschio-Arcisate, nel Varesotto, utile strumento di decongestione del traffico dei frontalieri verso la Svizzera”.

In pieno bailamme politico, anche i sindacati hanno voluto dire la loro. Concessisi al bisettimanale “La Senescenza” di Cosenza (un newsmagazine calabrese per pensionati over 75), i vertici di Cgil, Cisl e Uil hanno puntualizzato a una sola voce: “I ponti di cui ha bisogno l’Italia sono ben altri. Ad esempio, favorire i weekend lunghi, in mancanza di ponti festivi soddisfacenti, permetterebbe agli italiani di riprendersi, senza troppo stress, da questa lunga e più che settennale crisi economica e di tornare a usare uno slogan anni fa molto in voga: lavorare meno, lavorare tutti!“.

I sindacati non sono stati comunque una voce isolata tra le forze sociali del Paese. Anche l’Andi (Associazione nazionale dentisti italiani) ha stigmatizzato il progetto; il suo portavoce, nonché presidente dell’Ordine degli ingegneri gnatologi, Ignazio Spazzacanino, ha scritto sul bollettino “La Fluorescenza” di Cosenza (il primo giornale al fluoro che dà notizie in pillole da masticare per avere sempre denti bianchi e alito fresco) un articolo molto incisivo dal titolo “Sia detto a denti stretti: a cosa serve stringere i denti per fare il Ponte?” “È un’opera azzardata – si legge -. Già la costruzione richiederebbe tonnellate e tonnellate di ceramica, leghe metalliche e resina, difficilmente reperibili in queste quantità. Per non parlare della manutenzione. La durata di un ponte fisso è strettamente legata alla salute dei denti pilastro e dell’osso che li sostiene. La pulizia nello spazio sotto il Ponte richiede particolare attenzione per evitare guasti che a lungo andare verrebbero a compromettere la stabilità del Ponte. Da non sottovalutare la manutenzione e la pulizia sotto il Ponte: il filo semovibile, di materiale resistente e al contempo elastico, del tutto simile a un normale filo interdentale, ha costi a un primo esame proibitivi, né lo scovolino, più adatto comunque alla pulizia di spazi più ampi, sarebbe una soluzione ideale”. Laconica la conclusione: “Non si dimentichi che i ponti non sono sempre stabili. In ogni caso, mai cementarli da soli!”. Renzi è avvisato!