-La presidente della Camera Dei Deputati, Laura Boldrini, è stata sicuramente tra i telespettatori che ieri si sono sintonizzati su Rai Uno per vedere il filmi di Marco Tullio Giordana “Lea, la storia di Lea Garofalo”. La terza carica dello Stato ha pubblicato ieri una foto che la ritrae alla presentazione del film (clicca qui per vedere lo scatto). Nel suo tweet la Boldrini ha voluto ringraziare Libera, l’associazione che combatte contro le mafie: “Grazie @libera_annclm che ha aiutato #DeniseGarofalo e @RaiTv che con film #Lea ha fatto scelta di servizio pubblico”. Il cinguettio della presidente della Camera dei Deputati ha riscosso molto successo, divenendo tra i piàù popolari sul tema con 26 retweet e 31 like.
C’era grande attesa per Lea, la storia di Lea Garofalo, il film di Marco Tullio Gioardana che racconta la storia della donna uccisa dalla Mafia nel 2009 per essersi opposta ad essa. Il pubblico sembra aver apprezzato la pellicola e a dimostrarlo ci sono anche gli ascolti registrati ieri sera. Il film andato in onda su Rai Uno è infatti stato visto da 4.170.000 telespettatori, conquistando uno share del 16.24%. Un buon risultato per la pellicola, che sarà sicuramente gradito dal regista e da Viale Mazzini.
Rai 1 ha trasmesso in prima serata il nuovo film di Marco Tulio Giordana, Lea. Questo ha raccontato le vicende tragiche reali della vita di Lea Garofalo uccisa nel 2009 dopo aver provato a fermare i movimenti malavitosi della sua famiglia. La donna si erge quindi a simbolo di tutte le donne che non si sono arrese di fronte alle ingiustizie portate avanti dai mariti e dalle famiglie più in generale. Su Twitter l’hashtag #Lea è diventato virale in poco tempo, vi proponiamo alcuni dei commenti degli spettatori: “Grazie a Marco Tullio Giordana da donna calabrese è questa la tv che vorrei”, “Lea vorrei dire qualcosa, ma è meglio restare in silenzio. Donna coraggiosa”, “Ciao mamma, ciao Lea. Grazie a Marco Tullio Giordana per questo film intenso e a tutti che l’hanno seguito”, “Lea bello, intenso e senza fronzoli. E’ un omaggio sobrio a una grande donna”. Clicca qui per leggere gli altri commenti direttamente dalla pagina Twitter.
Potremo definire Marco Tullio Giordana tranquillamente il regista della memoria, perchè quasi sempre con la sua arte è riuscito a rievocare fatti importanti del nostro paese facendoli rivivere attraverso le immagini. Il suo ultimo lavoro, Lea, ha riportato alla mente un fatto di cronaca passato in secondo piano un po’ troppo spesso, quello che ha riguardato l’omicidio di Lea Garofalo nel novembre del 2009. La donna decise di opporsi all’attività malavitosa di suo marito Carlo Cosco e della sua famiglia oltre a quelle che vivevano anche nella sua di famiglia. Il regista di Milano riesce a ricostruire una storia che si muove lungo un ventennio senza far sentire il peso del passaggio temporale allo spettatore che osserva sempre interessato e attento. Soprattutto però il merito che va dato a Giordana è quello proprio inerente alla memoria e alla rievocazione di questa. Ma in fondo il regista ci aveva già abituato a questi percorsi basti sapere che nella sua filmografia annovera pellicole come “Pasolini, un delitto italiano”, “I cento passi”, “La meglio gioventù”, “Sanguepazzo” e “Romanzo di una strage” solo per citare i più noti. Un processo che andrebbe fatto un po’ di più per insegnare anche un po’ di storia sia ai giovani che anche a chi grande troppo spesso la ignora in tutte le sue sfaccettature.
I carabinieri lanciano un agguato a Carmine mentre questo è con Denise. Un uomo delle forze dell’ordine abbraccia la ragazza sottolineando che sono stati presi tutti, Carlo Cosco per primo e che purtroppo c’è di mezzo anche il suo attuale fidanzato. La ragazza scoppia a piangere e abbraccia l’uomo. La ragazza ritrova l’avvocato che aveva seguito la madre e le confessa che non vuole stare più giù. Denise viene ospitato a casa della donna, ma chiamerà il magistrato per avere un posto sicuro. Ci sarà un processo, ma non c’è il corpo e non ci sono testimoni per inchiodarli. Siamo a Milano catapultati nel 2011. Denise è contro i Cosco, tra cui Carlo suo padre, per fare giustizia in nome di sua madre. Carlo di fronte alla giuria cerca di spiegare che non avendo fatto nemmeno la terza media non potrà difendersi e parlare per difendersi di fronte ad accuse che non sono giuste, parleranno solo gli avvocati di difesa. Quando il legale invita Lea a lasciare il sole dov’è in questo momento per aiutarli a risolvere il caso Denise si infuria e alza la voce in aula. Denise testimonia e spiega che l’idea di venire a Milano è stata del padre che sapeva non sarebbe arrivata da sola. Carmine tenta il suicidio all’interno della cella dove è rinchiuso, ma viene salvato nonostante si sia tagliato le vene. In realtà pare sia stato uno stratagemma per parlare con il giudice senza che gli altri se ne accorgano. Denise viene avvisata che forse è stato trovato il corpo della madre. La donna è stata bruciata e fatta a pezzi, sono rimasti solo frammetti di ossa e una collanina. L’intervento di Carmine è stato determinante. Il cancelliere mostra i reperti a Denise, collanina e braccialetto della madre che la ragazza riconosce. Messo spalle al muro Carlo Cosco confessa di aver ucciso Lea e che gli altri sono innocenti. Sembra però essere una lettera per far uscire gli altri e chiede di non mettere sotto protezione la ragazza perchè non c’è motivo. Chiede poi perdono alla figlia che se ne va dall’aula. L’uomo dice di parlare solo adesso per paura di perdere Denise, ma l’avvocato dell’accusa sottolinea che il motivo è stato il ritrovamento del corpo. Carmine nascosto dietro a un parapetto inizia la sua confessione e scagiona solo uno degli accusati. Dice che visto che Lea aveva partecipato con la giustizia si era macchiata di un segno indelebile. A ucciderla doveva essere il fratello Floriano che è stato poi ucciso perchè non l’ha fatto fuori. Confessa di essersi pentito per vedere Denise disperata nel dolore. La ragazza sente le sue parole dal monitor fuori dall’aula. Gli accusati vengono condannati alla pena dell’ergastolo anche Carmine. Viene assolto invece Giuseppe Cosco. Viene celebrato il funerale della donna che non era stato mai fatto. Quelli che Marco Tullio Giordana ci mostra sono immagini di repertorio. Nel finale rivediamo il primo piano di Lea che aveva aperto il film.
Mentre Denise guarda la casa dove è cresciuta e viene invitata a cenare, la madre Lea l’aspetta in centro e cerca invano di chiamarla senza che questa risponda al telefono. Carlo nel frattempo la raggiunge e la fa salire in macchina per parlare. Denise non è con lui, è rimasta a casa. Denise è preoccupata perchè quando trova la chiamata prova a ricontattarla, ma questa ha il telefono staccato. Carlo torna a casa e dice alla ragazza che Lea la sta aspettando giù. L’uomo la porta verso la stazione inventando scuse sull’assenza della madre, la ragazza però scende dalla macchina e inizia a correre fermando le persone e chiedendo se avevano visto la madre. Tornata in macchina Denise si arrabbia e inizia a urlare per andare ai Carabinieri, mentre Carlo vorrebbe riportarla a casa sottolineando che la donna si farà vedere. I due si recano allora dai Carabinieri per denunciare la scomparsa di Lea. L’uomo dice che la donna potrebbe essere scappata in Australia lasciandogli la figlia. L’uomo però rabbrividisce quando si accorge che la figlia ha una foto di Lea. La ragazza parla da sola con i Carabinieri che confessano di non avere nessuna prova sul padre che ha nei suoi confronti la patria potestà. L’unico modo per trovare una soluzione è che lei faccia finta di niente e loro mettendolo sotto controllo scopriranno prima o poi qualcosa. Serve però la collaborazione di Denise. Tornati al sud la ragazza ha un confronto con la nonna dove sottolinea di non poter pensare che la mamma se n’è andata senza dire niente. Un ragazzo si presenta alla porta della nonna per chiederle se può venire alla festa dei 18 anni Denise, ma la donna non la fa uscire proteggendola come può. Alla fine però la ragazza decide di uscire con questo ragazzo per parlare con lui. Gli confessa tutto quanto accaduto alla madre e lui le chiede di andare a ballare. Denise poi si fa insegnare a portare la macchina e va a ballare con il ragazzo. Sembra aver ormai iniziato una relazione con Carmine e il padre vuole aiutarla economicamente. I carabinieri interrogano l’uomo che si era finto idraulico perchè hanno trovato le sue impronte digitali sulla lavatrice. Se non collaborerà farà una brutta fine visto come è stata ridotta la Garofalo. In carcere spiega di avere paura di parlare perchè uscito poi gli avrebbero fatto del male.
Lea viene accompagnata dal suo ex compagno Carlo Cosco e sua figlia Denise nella nuova casa. L’uomo cerca di farsi perdonare per il passato e sembra essere cambiato più lontano da certi giri loschi. Poco dopo essere arrivati in casa Denise si rende conto che la lavatrice è rotta, non si accende. E’ così che Lea subito chiama Carlo. L’uomo si prende carico di mandarle qualcuno. Carlo vorrebbe rimanere a dormire con loro, ma Lea non vuole. Arriva l’idraulico per controllare la lavatrice, Lea lo osserva mentre lavora. Mentre la donna si china per vedere la lavatrice viene presa al collo dall’uomo che tenta di portarla via. Denise chiusa in camera lo colpisce da dietro e lo fa scappare velocemente. La ragazza non doveva essere in casa e per caso la salva. I carabinieri dicono di stare molto tranquilla per l’accaduto, ma la donna ha giustamente paura di essere ancora aggredita. Lea vuole vendere braccialetti e collana d’oro per regalare un bel maglioncino alla figlia. La donna dice alla ragazza di chiamare il padre per farsi dare una mano a livello economico, sottolineando che Carlo ce l’ha con lei e non con sua figlia. Siamo arrivati al 24 novembre del 2009, Lea insieme alla figlia ormai adolescente camminano per le strade di Milano e aspettano Carlo Cosco. Questo le attira a casa sua con la scusa di vedere dove è cresciuta. Lea non accetta di andare a casa dell’uomo, che le dice di aspettarla in centro e dopo verrà lì per parlare del futuro della ragazza ormai prossima a iscriversi all’università.
Lea ha scoperto che non avranno più una protezione dopo l’omicidio di Floriano il fratello. Non viene considerata collaborativa però dai carabinieri e quindi questi hanno deciso di prendere questadecisione. La donna torna dalla mamma a Petilia Policastro. Carlo Cosco torna a vedere così Lea e vuole riavvicinarsi a lei. Vuole sottolineare che non c’entra niente con la morte di Floriano e che vuole aiutarla per il bene di Denise. Se ne va lasciando un piccolo dono all’ex compagna e alla figlia per cercare di dimostrare le sue buone intenzioni. Si fiderà Lea a lasciarlo rientrare nella sua vita?
Lea si confessa con la suora che sono venuta a trovarla al bar e ha paura, anche se non è successo niente. Di notte Lea viene svegliata da Denise perchè ci sono i pompieri che stanno spegnendo un incendio alla sua automobile. Lea trova una nuova casa, ma i malavitosi continuano a seguirla e si mettono d’accordo per capire come fare per metterla in difficoltà. Intanto a casa a cena viene un amico di Lea simpatico di lavoro, Denise non sembra però accettare la situazione. Tanto che la bimba non vuole lasciare i due da soli finchè crolla e l’uomo la porta in braccio a letto. Lea va dai carabinieri e dice di essere trasferita perchè non più sicura nella casa. Le rispondono però che servono delle prove più tangibili e per il momento non possono aiutarla a esaudire il suo problema. Cambiata casa Denise non sembra essere felice perchè ora non ha una camera tutta per sè. Dopo che è stato ucciso Floriano, il fratello di Lea, la collaborazione non ha avuto dei frutti però e i carabinieri le tolgono la protezione.
C’è un salto temporale che ci porta dal momento in cui Lea decide di mettersi con Carlo sconsigliata da Floriano al parto della donna. La donna ha appena dato alla luce Denise e con lei ci sono il marito Carlo Cosco e il fratello Floriano. La donna inizia a protestare quando si rende conto che il marito compie dei gesti illeciti, quando per esempio non viene concessa a un uomo di colore una settimana per pagare i suoi debiti. Lea confessa al fratello di non starci bene con Carlo e che vuole andarsene, Floriano però dice che ormai deve rimanere con lui perchè non vuole problemi. Altro salto temporale verso il novembre del 1985 sempre a Milano. Denise è molto cresciuta ed è travestita da principessa per il suo compleanno. Carlo si infuria con Lea e vuole che questa scenda per via delle cose non chiare viste sotto al portone. Lea si arrabbia con il marito perchè non ha neanche avuto il coraggio di scendere per parlare con il suo socio in affari. Durante la notte Denise viene svegliata da uno sparo, Lea si accorge di quanto è successo ma tranquillizza la figlia nonostante si renda conto del fatto che il socio del marito è stato colpito da uno sparo alla testa. Nella scena successiva vediamo i Carabinieri entrare in casa di Lea e portarsi via il marito davanti alla figlia. La bimba viene portata successivamente in carcere per andare a trovare il padre. La donna dice a Carlo che non vuole stare più con lui. Questi reagisce male prendendola per la testa, tanto che devono intervenire le guardie per sedare la situazione. La donna fa i bagagli e lascia casa.
Il film Lea per la regia di Marco Tullio Giordana è appena iniziato su Rai 1. La prima immagine ritrae in un primo piano una donna sorridente. Un uomo poi caccia un’altra donna dal luogo dove si trova. In dialetto un uomo battezza un locale e si firma come un patto di sangue con un ragazzo che si taglia un dito e lascia cadere gocce di sangue sopra di un santino che poi viene bruciato. Questo deve giurare che rispetta le regole rinnegando la famiglia, esigendo sempre il dovuto. Sembra davvero un battesimo per l’entrata in un’associazione malavitosa. Si scopre essere Floriano che poi rivela il sogno ricorrente che sta facendo. Si sposta l’attenzione poi sulla rappresentazione in città della Via Crucis con un uomo che viene ferito a morte con un colpo di fuoco.
Non manca ormai molto alla messa in onda di Lea, il film tv diretto da Marco Tullio Giordana che racconta la storia di Lea Garofalo, testimone di giustizia uccisa dalla ’Ndrangheta nel 2009 nei pressi del quartiere San Fruttuoso di Monza. Il mandante dell’omicidio fu Carlo Cosco, marito della donna che l’attiro in una trappola per ucciderla insieme a dei complici. La pellicola è stata realizzata studiando tutto il materiale d’inchiesta giornalistica e delle sentenze dei processi, durante i quali ha testimoniato anche la figlia della donna, Denise, allora minorenne. Vi ricordiamo che sarà possibile seguire la messa in onda del film a partire dalle 21.20 su Rai 1, ma anche in diretta streaming web grazie al servizio disponibile su Rai.tv, cliccando qui.
“Lea, la mia cara mamma, ha avuto il coraggio di ribellarsi alla cultura della mafia, la forza di non piegarsi alla rassegnazione e all’indifferenza, con tutte le donne e gli uomini che hanno rischiato e continuando a rischiare: non smetterò mai di ringraziarti”: con questa parole si apre il video promo di presentazione di Lea, il film tv dedicato a Lea Garofalo in onda stasera – mercoledì 18 novembre 2015 – sul piccolo schermo di Rai 1 in prima tv. A parlare è la figlia della donna uccisa dalla mafia nel 2009, Denise, interpretata dall’attrice Linda Caridi. Nelle immagini di presentazione della pellicola, che dura circa 95 minuti, si vede anche la protagonista che afferma con decisione di essere solo ed esclusivamente il nome che porta, Lea Garofalo, e di non appartenere a nessuna famiglia, né a nessun marito: un esempio di coraggio e di determinazione, di lotta per la giustizia. Per vedere il video promo di Lea direttamente da Rai.tv, clicca qui.
Marco Tullio Giordana è il regista di Lea, il film tv proposto oggi – mercoledì 18 novembre 2015 – sul piccolo schermo di Rai 1 che racconta la storia di Lea Garofalo, uccisa nel 2009 per conto del marito, che aveva contatti con la ‘Ndrangheta. “Poteva succedere ad un uomo quello che è successo a Lea, cioè di rendersi conto che quella vita è orrenda, che non vuoi crescere i tuoi figli con quei miti, con quella attitudine, con quel destino” è il primo commento del regista della pellicola, intervistato ai microfoni di Rai.tv al Roma Fiction Fest 2015, dove la pellicola è stata presentata in anteprima. In realtà, Marco Tullio Giordana, riflettendo ammette che probabilmente sarebbe potuto succedere appunto solo ad una donna, perché – spiega lui – “la maternità è un progetto nuovo, ogni volta, per ogni donna che aspetta un figlio e lo genere. Il mondo è come se riaprisse la possibilità di migliorare”. Il regista racconta poi del lavoro con la sua sceneggiatrice, e ha ammesso che la cosa che più ha voluto evidenziare nel suo lavoro è stato proprio l’elemento antropologico, e anche le sfaccettature della cultura: questo desiderio di riportare al meglio la realtà lo ha spinto a scegliere attori calabresi e non troppo famosi sul piccolo schermo. Clicca qui per vedere il video dell’intervista integrale a Marco Tullio Giordana direttamente da Rai.tv.
C’è grande attesa per Lea, il film con Vanessa Scalera, che sbarca su Rai Uno monopolizzando l’attenzione di tutti. La pellicola, firmata da Marco Tullio Giordana, è già andata in scena questa mattina a Roma dove gli studenti lo hanno potuto vedere in anteprima. Alla proiezione c’erano anche una delegazione di studenti crotonesi partiti da Crotono e provincia per vedere l’anteprima del film ispirato proprio alla vita di Lea Garofalo, testimone di giustizia della provincia di Crotone, uccisa e bruciata quando si trovava in Lombardia. Per il pubblico italiano e di Rai Uno, invece, l’appuntamento è questa sera in prime time.
La sera di mercoledì 18 novembre 2015 alle ore 21.20 viene mandato in onda su Rai 1 Lea, il nuovo film di Marco Tullio Giordana. La pellicola narra di un’intensa storia di impegno civile che racconta la tragica vicenda di Lea Garofalo, testimone di giustizia e vittima della ’Ndrangheta, e della figlia Denise. La pellicola è stata presentata fuori concorso come film d’apertura del Roma Fiction Fest e verrà trasmessa in prima tv. Il regista dei Cento Passi dopo 15 anni dall’impegnativo film in cui raccontò la toccante storia di Peppino Impastato, e dopo quattro anni dalla realizzazione del controverso Romanzo di una strage, che divise la critica per la doppia tesi espressa sull’attentato a Piazza Fontana, torna con questa storia di impegno civile, che tocca nuovamente i temi difficili della criminalità organizzata. Marco Tullio Giordana ha lavorato in collaborazione con Rai Fiction per la realizzazione del film Lea, ispirandosi alla tragica storia di Lea Garofalo, la donna uccisa e bruciata nei pressi di Monza nel 2009. Nei panni della sfortunata madre troviamo l’attrice Vanessa Scalera, 38enne, nata a Mesagne e cresciuta a Latiano. Il film racconta l’assurda quanto vera vicenda della calabrese Lea Garofalo, che per il bene della figlia Denise, decide nel 2002 di denunciare il proprio compagno, nonché padre di Denise, Carlo Cosco, membro della’Ndrangheta. La donna diventa una testimone di giustizia. Lea entra nel programma protezione testimoni e vive sotto copertura a Campobasso con la figlia, tuttavia nel 2006 tale condizione viene revocata. Dopo un ricorso al TAR e al Consiglio di Stato la condizione viene ripristinata, ma nel 2009 Lea decide di uscire dal programma. Da quel momento in poi la donna sarà vittima di diversi agguati, il primo sventato da sua figlia Denise, il secondo fatale, in cui morirà per mano di Vito Cosco. Non soddisfatti, i delinquenti portano il corpo di Lea a Monza e lo bruciano. Di lei rimarranno solo 2mila frammenti ossei, la collana e la voglia di giustizia della figlia Denise, che si batterà per non lasciare impunito l’omicidio della madre.
I delinquenti saranno condannati e tra loro anche Carmine Venturino, fidanzato di un’ignara Denise. Da sottolineare la bravura e l’intensità d’interpretazione di cui le due attrici protagoniste, Vanessa Scalera (Lea) e Linda Caridi (Denise) sono state capaci. Prove sorprendenti le loro, che hanno trasmesso alla pellicola intensità e sincerità. Ai microfoni Rai, durante la presentazione del film, Vanessa ha dichiarato di aver dovuto affrontare addirittura 6 provini prima di essere scelta come protagonista del film. “Non vi dico i pianti, i salti che mi sono fatta – ha raccontato la Scalera – Ho letto tanto su questa donna che è entrata dentro di me, in qualche modo, dandomi tutta la sua forza e il suo coraggio. Per interpretare una come Lei non bisogna avere paura, bisogna abbandonarsi a Lea”. Una storia difficile e tragica con cui l’attrice ha dovuto confrontarsi per riuscire a trasmettere il messaggio che esiste ancora speranza, rappresentata da Denise, per ottenere giustizia. Il film, di soli 95 minuti, delinea nel corso della prima ora il mondo delle due protagoniste, proponendo un’accattivante contrapposizione tra la sfera del mondo femminile e quella maschile. Saranno narrati in maniera chiara e sintetica i diversi eventi chiave della vicenda. Questa brevità descrittiva, piuttosto inusuale nei film di Giordana, conferisce brutalità alla storia e permette alla pellicola di essere maggiormente adatta alla destinazione televisiva, costruendo un forte impatto empatico con il telespettatore. Il film che verrà trasmesso il 18 novembre su RAI Uno celebra il sesto anniversario della morte di Lea, che ricorre il 20 novembre. Durante il fine settimana, in tutte le piazze italiane, sarà possibile acquistare la pasta di Gragnano, prodotta con grano coltivato nelle terre confiscate alla mafia. Un’occasione per sostenere l’associazione di Don Ciotti, Libera.