“Quando senti gli Urban Strangers pensi: questi saranno Peter e John dal Minnesota e invece sono Gennaro e Alessio da Somma Vesuviana!”. Così li ha presentati Fedez la prima sera e questo è l’effetto che fanno ogni volta che si ascoltano gli Urban Strangers. È successo anche nella puntata di giovedì 12 novembre. Una sfida nella sfida, perché per la puntata dance Fedez ha deciso di assegnare “Numb/Encore” dei Linkin Park, dando loro l’opzione di poter scrivere un pezzo rap di loro pugno, anziché limitarsi a cantare le parti originali. E i due talentuosi, giovanissimi ragazzi della provincia Napoletana hanno colto quest’occasione al volo, scegliendo di trasmettere le loro emozioni riguardanti il live. Traducendolo, Alex ha detto: “Niente è cambiato, ma tutto è diverso”, mentre Genn ci comunica “Sono sbagliato, ma non stupido”. Tanta energia e tanta aggressività, che però pare non siano arrivate ad almeno la metà dei giudici. Elio ha apprezzato l’idea, ma non la messa in scena, né la base musicale. Skin è stata la più dura, tanto da far pensare a una strategia (cosa che comunque a fine serata non l’ha certo premiata), dicendo che la performance era troppo debole, che Alessio sembrava scomparire e che da loro si aspetta più impegno, perché “Qui nessuno è intoccabile!”. Mika ha compreso la giovinezza dei due concorrenti e ha giudicato la performance “strana, ma in un senso buono”. Tuttavia ha anche spiegato che l’aggressività può essere supportata soltanto da una performance vocale molto forte, che lui non ha riscontrato. Brillante la risposta di Fedez ai suoi rivali: “Evidentemente io ho ascoltato tutta un’altra cosa, forse voi al posto della loro esibizione avevate in cuffia un disco di Raffaella Fico!”. Successivamente, si è preso la responsabilità di aver voluto mantenere le basi originali e ha difeso i suoi ragazzi anche dal punto di vista vocale, invitando a non fare paragoni con il modo di cantare di Chester Bennington, il frontman dei Linkin Park, perché, citando le sue parole: “Diverso non vuol dire peggiore”. Nonostante l’apparente o meno debolezza del duo, i due non hanno rischiato il ballottaggio.



Questo duo di ventenni ha conquistato da subito il cuore dei giudici e del pubblico, fin dalla primissima audizione, quando lo stesso Fedez si è augurato di averli nella sua squadra per poterli portare in finale. La dea bendata gli ha sorriso e sono proprio questi ragazzi che si è portato agli Home Visit. Loro non si sono fatti intimorire da un intoppo alla gola di Alessio che li ha portati a interrompere la loro esibizione, ma hanno ricominciato senza agitazione, guadagnandosi un sì del loro coach. Hanno debuttato al live serale con “Breakfast in America chords” dei Supertramp, eseguito con molta energia e un altissimo livello di concentrazione e precisione. Con le sole loro due voci e una chitarra hanno vinto l’approvazione totale di giudici e pubblico, tutti sono già pazzi di loro. Quando si sono presentati alla seconda puntata, addirittura su i-Tunes erano sopra Justin Bieber (fatto per il quale Fedez ha gongolato non poco), ma la performance di “Oceans” di Jay-Z (feat. Frank Ocean) stavolta ha risentito di qualche imperfezione tecnica e vocale, che in particolar modo Elio e Skin non hanno mancato di far notare. Mika ha continuato ad apprezzarli nonostante tutto e Fedez si è mostrato sempre più fiero dei suoi ragazzi. Nella terza puntata c’è stata una svolta grunge. Il brano era “Rape me” dei Nirvana e loro l’hanno cantata con due chitarre, armonizzando sulle voci, con un scenografia fumosa e minimal. Sia Skin, sia Elio sono stati molto felici di sentire i Nirvana a X-Factor, ma Mika, forse il più sincero, ha criticato la credibilità di un pezzo di tale peso per dei ragazzi così giovani che forse non possono interpretarlo alle perfezione. Nemmeno i Nirvana hanno messo in difficoltà gli Urban Strangers e la loro gara è andata avanti senza ostacoli. Per Elio sono i Simon and Garfunkel Italiani, per Mika sono qualcosa che in Italia non esiste e non si era ancora sentito, Fedez li vede già in finale. Comunque vada, per questi ragazzi c’è di sicuro un futuro discografico.

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