Il primo ospite della puntata di Che tempo che fa andata in onda ieri sera, domenica 1 novembre 2015, è stato il saggista e giornalista Paolo Mieli. ‘L’arma della memoria contro la reinvenzione del passato’ è il titolo del suo nuovo libro. La memoria può essere adulterata, frantumata e manipolata, spiega Paolo Mieli in questo libro. Il computer oggi ci dà la possibilità di accedere ad ogni tipo di conoscenza del passato e così la nostra memoria è diventata infinita. Questa è un’arma perché abbiamo la possibilità di difenderci. Perciò il suo è una sorta di manuale per l’uso delle armi perché se non le sappiamo usare possono diventare anche molto pericolose. A volte la disponibilità del computer ha anchilosito il nostro cervello e così i personaggi e gli eventi del passato ci rimangono in modo molto generico. Così perdiamo una serie di sfumature che sono invece importanti. Alla fine andiamo a prendere dal passato solo le cose ci servono per dare forza ai nostri argomenti di adesso e così tralasciamo tutto il resto. Per esempio Attila non era proprio il flagello di Dio e in generale i barbari non erano qualcosa di immondo o di osceno. Il soccombere dei nostri avi di fronte ai barbari fu legata al momento, ma queste genti erano portatrici di ideali anche artistici e Attila era il migliore di tutti loro. Stessa cosa si può dire anche per Annibale. Altro tema del libro è il complottismo. Quando la memoria è così abbondante infatti viene facile connettere i pezzi come più ci viene comodo. Enrico Brignano ha presentato questa sera il suo nuovo spettacolo teatrale, ‘Bulli e Bulloni’. Brignano ha scritto da poco anche un libro, ‘Ci siamo evoluti bene’, una specie di opera darwinista in cui egli ha cercato di rispondere alla domande fondamentali dal punto di vista scientifico. La prima domanda che gli ha posto Fabio Fazio è ‘come è nata la Terra?’. Brignano ha risposto prontamente. Ci sono due teorie diverse, due parrocchie, ha spiegato l’attore. All’inizio c’era il grande caos, con gente che andava e veniva. Poi luce fu e il lunedì si fece la terra, il martedì i monti, poi i fiumi e i mari. Sabato pomeriggio si fece invece l’uomo, che infatti non è venuto tanto bene. L’altra teoria invece è quella scientifica. Darwin ad esempio ha depositato la sua teoria in cui dice che lo spazio era infinito e si era a 14 miliardi di anni fa. Poi si è sentito un botto spaventoso e così è nata la terra. Una volta c’era l’amore, ora ci sono le provette. L’ultima parte dell’evoluzione è quella dell’uomo tecnologico. Brignano vorrebbe stare lontano dalla tecnologia, dai social, ma è impossibile ormai. Perfino sua mamma, ha detto l’attore, si mette su Facebook ed è anche veloce a mandare messaggi, che poi risultano incomprensibili, ma questo è un altro discorso. In effetti, come si fa senza telefonino? Come si può stare senza linkedin, facebook, whatsapp? Ci sono poi tante app che vanno aggiornate sempre e che sono utilissime, come quella che ti dice se hai la febbre ad esempio. A 40 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, per ricordarlo sono stati invitati in studio Dacia Maraini e Gianni Morandi. La strana coppia è stata intervistata da Fazio che per prima cosa ha segnalato il libro della Maraini, ‘La bambina e il sognatore’. Proprio in questi giorni la scrittrice è stata impegnata come presidente della commissione per la celebrazione dei 40 anni dalla scomparsa di Pasolini. La Maraini ha spiegato che Pasolini non era mai cresciuto e in pratica era rimasto bambino. ‘Il fiore delle mille e una notte’ è stato il prodotto al quale la Maraini ha lavorato insieme a Pasolini per molte ore al giorno e ha potuto dunque raccontare che lui aveva una capacità straordinaria sul lavoro. Letteratura, eros e football per Pasolini stavano sullo stesso piano. Qualche volta capitava che spariva e poi si ritrovava che stava giocando a calcio su una strada e siccome era bravo e sapeva giocare molto bene veniva subito preso. Gianni Morandi ebbe molte volte l’occasione di giocare a calcio con Pasolini e ancora non esisteva la Nazionale Cantanti. C’era dunque un agente di Roma che metteva insieme gente dello spettacolo e della cultura per organizzare delle partite. Morandi non considerava moltissimo Pasolini e lo vedeva come uno che giocava e si arrabbiava anche perché ci teneva molto e voleva farsi passare la palla. Noi abbiamo l’immagine di Pasolini sempre con occhiali scuri e sguardo intenso, mentre Morandi ricorda di averlo visto anche ridere. L’organizzatore sapeva che Morandi aveva un campetto di calcio e spesso giocavano insieme proprio lì a casa sua. Partecipavano anche Sergio Leonardi, Fabio Testi, Bernardo Bertolucci. Le partite erano sempre molto agguerrite e si divertivano molto insieme. Una volta Pasolini gli raccontò di essere stato in Persia a girare ‘Le mille e una notte’ e di aver conosciuto anche lo zar di Persia, che diceva essere un sovrano illuminato, una brava persona. La Maraini ha ricordato che spesso Pier Paolo Pasolini giocava anche con le parole. Ma come mai un intellettuale così raffinato era interessato a un aspetto così popolare come quello del calcio? Dacia Maraini ha spiegato che alla fine il gioco è una cosa che si fa in modo totalmente disinteressato e quindi permette di essere libero. Quello della libertà intellettuale è sicuramente uno degli aspetti più affascinanti. Dacia Mariaini ha poi descritto Pasolini come la persona più mite che abbia mai conosciuto. La sua rabbia era più che altro una forte voglia di arrivare.
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