Nell’undicesima puntata di Virus – Il contagio delle idee, trasmessa ieri sera da Rai 2, si è parlato degli attentati di Parigi e del blitz nel covo jihadista di Saint-Denis. Hanno preso parte alla trasmissione Maurizio Belpietro, Yassine Lafram, Edward Luttwak, Toni Capuozzo, Tommaso Cerno, Gian Micalessin e Alfio Nicotra. Antonio Di Bella, in collegamento da Parigi, ha dato un ultimo aggiornamento su quello che sta accadendo. Gli attentatori pare non siano tutti morti. Mancherebbe uno dei killer che potrebbe essere in Belgio, ma tutto è da prendere con le pinze. Nel frattempo, si è parlato anche della possibilità di un attentato biochimico e batteriologico che l’Isis avrebbe la possibilità di organizzare. Secondo l’intelligence americana in Iraq si starebbero preparando armi chimiche. Un sondaggio rivela che solo il 54% dei francesi ha fiducia in Hollande per la risoluzione dei problemi e il 77% della popolazione penserebbe a un governo di unificazione nazionale. Ospiti in studio c’erano il direttore di Libero Maurizio Belpietro e Yassine Lafram, coordinatore della comunità islamica di Bologna. Edward Luttwak, politologo, ha spiegato che l’unico modo di ridurre i rischi di terrorismo è quello di far diminuire sempre di più il numero delle persone da seguire. Questo è il metodo che usa l’Italia e che funziona. Questa sarebbe una ragione per cui non abbiamo subito ancora un atto terroristico. Maurizio Belpietro, dice che se guardiamo a quello che è successo in Francia, si sapeva che queste persone erano pericolose e potevano organizzare qualcosa del genere. Ovviamente si doveva capire e fare in modo di fermarlo prima. Naturalmente se non ci sono elementi, o si cambiano le leggi come hanno fatto gli americani, oppure più di tanto non si può fare. Si dovrebbe stabilire che di fronte a certi tipi di reati si deve dare modo ai magistrati di dare corso a degli arresti per fermare i presunti terroristi. Si è detto che l’operato dei servizi segreti francesi sarebbe stato fallimentare rispetto a quello degli italiani, che invece è evidente che funziona. Se c’è una cosa che in Italia manca, però, è la certezza della pena. Queste persone, dice Luttwak, non sono criminali di professione. Massimiliano Renzi è andato a intervistare il prefetto di Roma Franco Gabrielli. L’FBI ha lanciato proprio quest’oggi l’allarme su Piazza San Pietro come possibile obiettivo dei terroristi. ma dobbiamo militarizzare le nostre città per sentirci sicuri a casa nostra? Sicuramente no, dice il prefetto. Agendo così non si farebbe altro che il gioco di questi criminali. I cittadini devono continuare a fare la loro vita, magari con attenzione a quello che avviene attorno a loro. Un appello invece va fatto alle comunità islamiche, che devono aiutare a individuare chi al loro interno può essere connivente con chi organizza tali attacchi. Secondo Lafram la scuola deve battersi affinché si mantengano i propri programmi e non vengano modificati solo perché qualcuno si oppone. Maria Rosara Omaggio ha letto alcuni passi scritti da Oriana Fallaci, che preannuncia gli attentati e pensa non ci voglia niente a far saltare in aria il Duomo di Milano o la Torre di Pisa. Il mostro però va affrontato con coraggio. Verseremo lacrime e sangue perché siamo in guerra e in guerra si piange e si muore, punto e basta. Belpietro afferma che prima di andare ad occuparsi di risolvere le cose sul posto, occorre risolvere il nostro problema immediato, che è quello del terrorismo. Certo non si può negare che in Tunisia, in Siria e via dicendo, l’Occidente ha creato una situazione ancora più ingestibile delle dittature che c’erano prima degli interventi militari. Si è scelto di favorire il cambiamento ma si sono creati dei problemi di tipo politico. Tommaso Cerno, in collegamento, ha fatto notare come noi occidentali pensiamo sempre di avere la soluzione giusta, ma poi commettiamo ogni volta gli stessi errori. Anche Padre Albanese era collegato con lo studio e ha detto che bisogna tener conto di quello che si è fatto e si continua a fare nelle periferie del mondo. Di fronte al fenomeno migratorio, è inutile continuare a parlare di difenderci e contrapporci rispetto al flusso di umanità che viene da sud. Se non iniziamo a cambiare politica non riusciremo mai a tamponare questo fenomeno. Il mondo missionario sono anni che dice che la situazione va risolta in Africa, eppure si continua a sbagliare. Per il corpo a corpo sono arrivati in studio Gian Micalessin e Alfio Nicotra. La domanda intorno alla quale si è incentrata la loro discussione era se l’Italia dovrebbe partecipare o meno ai bombardamenti contro l’Isis. Le opinioni ovviamente sono contrastanti. Da una parte c’è Micalessin che afferma che la guerra è necessaria ed è il momento di agire, mentre dall’altra Nicotra sostiene che la guerra sia inutile, che non porti a nulla e in effetti anche prima che ci fosse l’attentato a Parigi e e che fosse fatto cadere l’aereo russo i bombardamenti erano già partiti, senza sortire alcun effetto, è evidente, in termini di sicurezza per i cittadini dei due Paesi. Secondo Toni Capuozzo, intervenuto in collegamento, l’Italia non dovrebbe bombardare ma dovrebbe preferire altri ruoli nell’ambito di un eventuale conflitto. In ogni caso, è normale, ha affermato sempre il giornalista, che è meglio stare in pace che in guerra, tuttavia la guerra ce la stanno portando in casa e quindi in qualche modo bisogna reagire. In chiusura, Nicola Porro ha intervistato l’attore Sergio Rubini, che ha presentato il suo ultimo film dal titolo ‘Dobbiamo parlare’.



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