Ritorna ospite dopo tanto tempo Stefano Zecchi, e torna nel salotto che lo ha lanciato nel mondo televisivo ovvero nella popolare trasmissione televisiva Maurizio Costanzo Show. Lo scrittore, filosofo e giornalista negli anni è stato più volte ospite del programma, deliziando il pubblico con i suoi aneddoti e con le proprie riflessioni sull’estetica e sulla vita. Infatti, Zecchi è anche un accademico, lavorando come professore di estetica presso l’ Università degli Studi di Milano per molti anni. Nato nel 1945 a Venezia, sviluppa subito una spiccata propensione verso gli studi filosofici, che portano a eccellere a scuola. Si diploma al liceo Marco Polo di Venezia, per poi iscriversi alla facoltà di Lettere e Filosofia a Milano, città che ha sempre amato e in cui vive attualmente. Dopo aver insegnato per qualche anno nelle scuole, subito dopo la laurea, nel 1979, comincia a collaborare con l’Università degli Studi di Padova con la cattedra di filosofia teoretica. Nel 1984 gli viene assegnata la cattedra di estetica all’Università di Milano, dove oggi lavora.



La figura di Zecchi è stata importante perché ha rappresentato una innovazione nel sistema di comunicazione che un certo genere di intellettuale fino a quel momento non aveva mai incarnato. Infatti, lo scrittore è stato il primo critico a comparire in trasmissioni tv, compresa questa storica presentata da Maurizio Costanzo e “Porta a Porta” di Bruno Vespa e riuscendo a condurne una tutta sua (“L’interrogatorio”, talk show andato in onda su Antenna 3 Lombardia). Lo scrittore, nel corso degli anni, è stato impegnato su più fronti, essendo stato nominato Assessore alla Cultura del Comune di Milano, consigliere d’amministrazione nel “Piccolo Teatro di Milano” e Presidente dell’Accademia delle belle arti di Brera. Il suo curriculum è ricco di collaborazioni anche con università straniere, dove ha ricoperto parecchi incarichi e di cui lo scrittore ricorda sempre con piacere l’esperienza di Calcutta, in India, di cui riporta la grande vivacità culturale, considerato che vengono stampate nove milioni di testate giornalistiche, cioè il numero totale di copie stampate in Italia.



– Il pensiero filosofico di Stefano Zecchi si evolve del corso degli anni ma le origini vertono sulla fenomenologia di Husserl, di cui scrive il suo primo libro: Fenomenologia dell’Esperienza, edito nel 1972. Nel giro di quattro anni, ne escono altri due: Utopia e speranza nel comunismo e La Fenomenologia dopo Husserl nella cultura contemporanea. Dopo aver trascorso vari anni all’estero, nei primi anni 80 torna in modo stabile in Italia e comincia le sue collaborazioni con le emittenti televisive. All’epoca lavorava anche per “Il Giornale” di Indro Montanelli ed era un nome molto conosciuto nell’ambiente, per cui, la scelta di apparire in televisione fu aspramente criticata da un certo ramo di intellettuali, rischiando di subire pesanti conseguenze anche sulla sua brillante carriera accademica. La questione andò avanti per anni, finché la figura dell’intellettuale ospite nei talk show è diventata una moda e, quindi, come spesso ammette Zecchi, anche se ogni suo collega brama di essere chiamato in tv, all’apparenza ne continua a parlare con sufficienza, asserendo che il vero intellettuale scrive solo sui giornali e non perde tempo usando un mezzo troppo spicciolo e volgare come la televisione. Il suo ultimo saggio si intitola “Maria una storia italiana di altri tempi”, del 2011, mentre negli ultimi anni ha dato prova di essere un ottimo romanziere con la pubblicazione di alcuni libri, quali “Quando ci batteva forte il cuore”, del 2010 e il suo ultimo lavoro: “Rose Bianche a Fiume”, del 2014.

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