Lunedì 23 Novembre 2015, su La7, è andata in onda una nuova puntata di Otto e Mezzo programma di approfondimento giornalistico condotto nelle ultime due edizioni a Lili Gruber. Tra gli ospiti della serata c’era anche il noto politico Stefano Rodotà che ha parlato di sicurezza e privacy (qui il video del suo intervento). Ma conosciamo meglio la sua biografia.
Questi nasce nel 1933 a Cosenza, in una famiglia originaria di San Benedetto Ullano. Stefano di diplomerà nel liceo classico e successivamente otterrà una laurea in giurisprudenza. La sua carriera politica inizia negli anni Settanta con l’iscrizione al Partito Radicale: tra gli anni Ottanta e Novanta, Rodotà ricoprirà il ruolo di Ministro della Giustizia, Presidente del Consiglio Nazionale e Vicepresidente della Camera dei Deputati. E’ stato anche uno dei componenti del Parlamento Europeo impegnato della scrittura della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Nel 2013, è stato candidato e supportato da alcuni partiti, come il Movimento Cinque Stelle, per la candidatura a Presidente della Repubblica, elezione nella quale venne riconfermato Napolitano. Rodotà ha anche ricoperto il ruolo di garante per la protezione dei dati personali tra il 1998 ed il 2005. Stefano Rodotà, nel mese di maggio 2014, per il giornale l’Espresso, rilasciò un’intervista con tematica terrorismo e diritti di libertà.
Il politico italiano spiegò che, l’Unione Europea, a causa dei fatti accaduti in Francia relativi all’attentato di Charlie Hebdo, potrà sfruttare la situazione per effettuare dei controlli massicci sulla popolazione e privarla del diritto della libertà di parola e di privacy. Già nel 2001, anno dell’attentato alle Torri Gemelle, Rodotà dovette fare i conti con una realtà simile: il politico raccontò che, essendo garante dell’Unione Europea, lavorava a stretto contatto coi rappresentanti del governo statunitense. In quell’occasione, vennero chiesti tantissimi dati privati degli europei, ed alcuni di essi non vennero consegnati, proprio per garantire e tutelare la privacy della popolazione europea. Ed ora, secondo il politico, la stessa Unione Europea effettuerà lo stesso procedimento adoperato da un decennio da parte degli Stati Uniti: per Rodotà, la scusa del terrorismo è il pretesto utile per adottare comportamenti di questo genere.
Per Repubblica ed il suo sito web, Rodotà ha parlato del rapporto che vi è tra il diritto e l’amore, soffermandosi in particolar modo sulle norme che disciplinano le relazioni sentimentali, che secondo il politico, non fanno altro che sacrificare la figura della donna. In particolar modo, Rodotà si è soffermato sul cambiamento, ritenuto essenziale, che ha permesso alle donne di avere gli stessi ed identici diritti degli uomini. Solo da quel momento, la figura della donna è divenuta importante per il paese italiano, che ha potuto fare affidamento anche sulle donne, le quali lo hanno sempre condotto in maniera sublime. Inoltre, Rodotà ha paragonato la situazione sulle unioni civili omosessuali all’ottenimento degli stessi diritti da parte delle donne, sostenendo che anche le coppie formate da due uomini o donne hanno sentimenti e diritto ad un’unione come le coppie normali. La società, secondo il politico, si è evoluta ma è la legge ad essere ancora ferma sui principi antichi, come se i tempi non fossero mai cambiati. In merito alle adozioni dei figli da parte di queste coppie, Rodotà si è detto favorevole, sostenendo che, un figlio adottato da una coppia omosessuale, ha dimostrato di avere le stesse capacità di uno adottato da una coppia etero. Non vi sono ritardi o altri problemi in questi piccini, secondo Rodotà, e tale dato deve essere preso in considerazione, poiché esso testimonia come, all’interno di una coppia, vi debba essere l’amore, tralasciando il sesso delle due persone che la compongono.