Nicola Porro ha condotto ieri sera una nuova puntata di “Virus – Il contagio delle idee“, in onda su Rai Due. Angelino Alfano è stato ospite della serata nel corso della quale si è tornati a parlare di terrorismo ed emergenza sicurezza. Il Ministro degli Interni ha preso ad esempio tre colori di allerta, il bianco, il grigio e il nero. Il primo rappresenta il caso in cui non vi è alcun sospetto o accusa, mentre il nero è quello su cui la magistratura ha indizi talmente forti da agire. Poi ci sono quei casi nella zona grigia, quando la procura non se la sente in base a ciò che ha in mano di mandare in carcere la persona. In quei casi però Alfano ha il potere di espellerli dallo Stato e lo ha usato spesso finora. Non gli piace infatti correre il rischio di lasciare nel nostro Paese qualcuno che potrebbe addirittura metterci una bomba. Fino a poco fa, ha spiegato Alfano, il foreign fighter non era punibile, ora si. In più è stata estesa la possibilità di controlli di polizia per i sospettati di terrorismo alla pari dei sospettati di mafia. Sempre con la firma del magistrato si possono oscurare inoltre i siti internet che potrebbero veicolare messaggi di terrorismo. Reas Sayed, anche lui ospite di Nicola Porro, ha spiegato che ovviamente il Ministero ha poteri che la sua comunità non può avere nell’individuare persone pericolose. Di certo il momento è un po’ difficile per la politica e si stanno adottando strumenti necessari in queste situazioni anche se possono essere fatti senza dubbio errori grossolani. Sayed però è preoccupato del fatto che in questo momento siamo chiamati a rispondere della sicurezza non solo nazionale ma anche internazionale.
L’inviata è andata a intervistare un uomo che è stato arrestato perché effettuava con la sua auto il trasporto da Milano degli immigrati, in direzione della Germania. L’organizzazione si faceva dare soldi dai clandestini e lui prendeva 500 euro a persona. Ogni trasporto poteva costare sui 3 o 4 mila euro ed erano tutti soldi nuovi, come appena usciti dalla banca. Qualche volta ha avuto paura, soprattutto all’estero, in Danimarca. Una volta gli è capitato di essere stato fermato in Austria e i poliziotti gli hanno detto che di queste cose è responsabile lo Stato italiano. Una volta è stato fermato anche in Germania, dove è stato ammanettato. Le persone che viaggiavano con lui sono state rilasciate, mentre lui è finito in carcere. Ora fa l’elettricista, ma non è pentito perché quello che ha fatto lo ha fatto solo per necessità.
Come si fa a controllare le frontiere e l’immigrazione? In studio se ne è discusso a lungo dopo il servizio. Fanno più paura i 130.000 tra cui potrebbe esserci qualche delinquente, oppure coloro che sono già qui? Alfano dice che non serve neanche distinguere perché tutti devono essere schedati, dato che in questo momento fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. Anche riguardo a Shengen, è inutile sospenderlo. Sono state colpite New York, Boston, Madrid, Londra, il museo di Tunisi. Non c’è un luogo che non sia stato colpito e tutti i controlli che stiamo facendo qui in Italia non rappresentano altro che un lavoro di prevenzione per ridurre al minimo il rischio.
Sayed ha fatto notare come la città di Milano è stata un modello di accoglienza per i profughi siriani, che scappano dalle bombe e dal terrore e che per questo è giusto che siano aiutate. Alessia Ballanti ha realizzato un servizio sulla manifestazione dei musulmani che hanno detto no al terrorismo in Piazza Santi Apostoli a Roma. I musulmani, ha detto una donna, sono il nemico numero uno dell’Isis, poi vengono gli europei. Anche Landini era presente e ha detto che l’Isis non è che una minoranza del popolo musulmano. Riguardo a chi non ha rispettato il minuto di silenzio per le vittime di Parigi, molte persone dicono che nessuno ha alzato un dito o ha ricordato le vittime di altri atti di terrorismo che hanno colpito altri Paesi non europei. Bisognerebbe capire chi finanzia l’Isis e qualcuno dice l’America. Magdi Cristiano Allam è giunto in studio insieme a Toni Capuozzo, in collegamento per commentare questa tematica. Si dice che ad alimentare il terrorismo sarebbe il nostro welfare, ma non è così. Basti pensare a quello che sta succedendo in Belgio. Questo è accaduto perché si è pensato solo a portare avanti una politica socialista nei confronti di queste persone che arrivavano e non si è tenuto conto della loro identità culturale.
Per il corpo a corpo sono giunti in studio Denis Verdini e Peter Gomez. La domanda dalla quale si è partiti è se veramente serva un governo di unità nazionale per sconfiggere il terrorismo. Secondo Verdini non sarebbe sufficiente e in riferimento all’Italia Gomez spera che si mantenga il senso della misura tra opposizione e maggioranza. Si è discusso anche dell’eventuale possibilità di elezioni anticipate e secondo Verdini non ci saranno perché una cosa del genere bloccherebbe tutta la legislatura e le riforme non andrebbero più avanti. La puntata si è chiusa con l’intervista di Nicola Porro a Francesco Starace. Egli ha spiegato che verranno assunti giovani in azienda e che il canone in bolletta comporterà non pochi problemi di gestione. Riguardo invece ai costi dell’energia, Starace ha spiegato che tra tutti i Paesi dove è presente Enel, quello in cui l’energia viene a costare meno, per diverse ragioni, soprattutto politiche, è senza dubbio l’Argentina.