A La vita in direttà l’attualità di casa e oggi Marco Liorni e Cristina Parodi si sono occupati anche del caso di Antonio Perrone, l’ergastolano che a Lecce ha sparato all’interno dell’ospedale Fazzi dove doveva sottoporsi a un esame. L’uomo, condannato al carcere a vita per aver ucciso un uomo, ha ferito tre persone: uno dei poliziotti che lo accompagnavano, a cui ha sottratto la pistola, un vigilante e un utente della struttora. NBessuno dei tre, per fortuna, è in pericolo di vita. Perrone una volta uscito dall’ospedale ha rubato l’auto di una donbna, minacciandola.
Fine settimana ma non per questo meno servizi e novità a La vita in diretta con Marco Liorni e Cristina Parodi che tornano in diretta su Rai 1 con un nuova puntata ricca di ospiti, casi di cronaca raccontati – dal delitto di Elena Ceste, al caso della giovane Chiara Insidioso fino alla sparizione misteriosa dell’imprenditore di Brescia – e ospiti in studio. Intanto sappiamo, dall’account ufficiale della trasmissione, che oggi tra i vari reportage e servizi in diretta, ce ne sarà uno misterioso da Verona con il simpatico inviato e speaker radiofonico Omar B. che dopo l’Expo ci proporrà altri interessanti contributi in giro per l’Italia. Oggi poi, come sempre, vengono fatti gli auguri sui social ai personaggi che hanno fatto e fanno la storia della televisione e della società italiana e oggi tocca ad un compianto e grande cantante scomparso di recente: auguri a Mango, un uomo gentile e una grande voce, mancherà. Ora è tutto pronto, in attesa di vedere quali altri ospiti ci saranno andiamo a vedere quanto accaduto ieri, con il riassunto della scorsa puntata.
La puntata di giovedì 5 novembre 2015 inizia con una storia particolare: ad una bambina di 11 anni affetta da infezione da HIV era stata negata la possibilità di frequentare la scuola. L’inviato Lorenzo Basso è andato davanti all’istituto, mentre in studio con Marco Liorni c’era la dottoressa Stefania Bernardi, esperta di malattie infettive del Bambin Gesù. La dottoressa ha spiegato che in casi di AIDS trattati non è possibile il contagio e sicuramente c’è bisogno di formazioni adeguate, per spiegare tutto questo alla gente, che essendo disinformati su questo possono avere timori. A Isola d’Asti è andata Elena Biggioggero: Michele Boninconti ieri è stato condannato in primo grado a 30 anni di carcere. L’opinione pubblica è divisa in paese tra colpevolisti e innocentisti. Forse sbagliato in questi casi è il rito abbreviato, che forse dovrebbe essere dato solo a chi confessa. Anche da Marcheno sono arrivate delle novità che potrebbero confermare un teorico movente, anche se ancora non ci sono nemmeno le prove che Bozzoli sia morto, sebbene forte sia il sospetto. Intanto i dipendenti della Bozzoli stanno cercando di capire cosa ne sarà del loro futuro. Pare siano spuntati fuori dei documenti che andrebbero a dimostrare i rapporti non buoni tra le due famiglie. Sembra infatti che Mario avesse pagato i lavori che suo fratello Adelio stava facendo nella sua nuova azienda. Certamente sono tutte ipotesi quelle che si fanno e alla luce di questi nuovi dati fa riflettere anche il filmato mandato in onda da ‘Chi l’ha visto’ in cui vede il nipote di Mario, Alex, che fa sparire alcuni documenti dall’ufficio della fonderia. Si attendono intanto i risultati dell’autopsia per conoscere le cause della morte di Giuseppe Girardini. Perché l’uomo quella sera aveva chiamato per dieci volte la sua ex moglie? Cosa voleva dirle di così importante? Forse che lo avrebbero messo in cassintegrazione. Tornando al caso di Elena Ceste e alla condanna di Michele Buoninconti, il giornalista Fiore di Rienzo, ospite di Cristina Parodi, ha detto la sua sull’argomento. Secondo il giornalista, Michele avrebbe detto decisamente troppe bugie e sarebbero state proprio queste a costruire in un certo senso la sua condanna. Paradossalmente, se l’uomo fosse rimasto in silenzio per tutto il tempo e avesse evitato di trovarsi alibi, come ad esempio i panni ritrovati in cortile, probabilmente se la sarebbe cavata con una certa facilità e nessuno avrebbe potuto accusarlo. Il suo problema è stato quello di aver parlato troppo e ancora ieri in tribunale, c’è chi pensa che si sia tradito da solo parlando al giudice. Secondo l’accusa, infatti, egli avrebbe descritto nel dettaglio una fase del delitto, quella dello strangolamento di Elena, citando particolari che non erano stati scritti nè detti da nessuna parte. L’avvocato Marazzita, difensore di Michele, però nega, dice che il suo assistito faceva riferimento ad alcune notizie che erano uscite e conferma che prima di far leggere quelle cose a Michele in Tribunale lui stesso le aveva esaminate con cura. L’avvocato non commenta neanche il numero di anni dati al suo assistito, perché ritiene che avrebbe dovuto esserci l’assoluzione, in assenza di un delitto. Esistono davvero i conventi lager? Ce ne sarebbero diversi nel mondo e si tratterebbe di luoghi in cui la vista sarebbe resa davvero impossibile da regole assurde, quale quella di non curarsi o di mangiare cibi scaduti. In alcuni casi si parla addirittura di istigazione alla prostituzione. Ma è vero tutto questo? La Chiesa ufficialmente smentisce e spesso queste voci sono volte solo allo screditamento dell’immagine della Chiesa Cattolica in giro per il mondo.