Il film western “Il mucchio selvaggio” è considerato uno dei più importanti della produzione di Sam Peckinpah ed è uno dei capisaldi del periodo della decadenza di questo genere. Per importanza fu paragonato all’altro grande film ad ambientazione western di quel periodo “Butch Cassidy” ma, mentre quest’ultimo è tenero e nostalgico, quasi un manifesto del western tradizionale, questo di Peckinpah è duro, crudele e cinico, quasi iperrealista. Nel 1970 gli sceneggiatori del film Sam Peckimpah, insieme a Walon Green e Roy N. Sickner, ottennero la nomination all’oscar per la Migliore sceneggiatura originale e Jerry Fielding quella per la miglior colonna sonora. Pare che per il ruolo del protagonista, poi ricoperto da William Holden, furono interpellati anche, ma senza esito, Robert Mitchum, Richard Boone, Lee Mervin, Gregory peck e Charlton Heston. Tra le curiosità del film si può ricordare che, per girare la scena della sparatoria finale, furono utilizzate oltre 10 mila pallottole a salve e le riprese durarono ben 12 giorni. Nel film Dutch, il personaggio interpretato da Ernest Borgnine, risulta avere un passo zoppicante: il particolare non era previsto dalla sceneggiatura ma fu adottato poiché Borgnine era in quel periodo effettivamente zoppo, essendosi rotto una gamba mentre girava “I sei della grande rapina”.



Nella prima serata di oggi, 1 dicembre 2015, Iris trasmette il film “Il mucchio selvaggio“, pellicola western del 1969 diretta da Sam Peckinpah. Nel cast troviamo William Holden, Ernest Borgnine, Robert Ryan e Edmond O’Brien. Ecco la trama: nel 1913 la banda di rapinatori detta “il mucchio selvaggio” capeggiata da Pike Bishop (Wiliam Holden) riesce nell’impresa di rapinare la banca della ferrovia ma, quando i malviventi si accorgono che il bottino consisteva in semplici tondini di ferro e non nell’oro che pensavano loro, si rendono conto di essere caduti in un tranello. A tendergli la trappola è stato un ex componente della banda che, ingaggiato dalle ferrovie insieme ad un gruppo di tagliagole proprio per liberarsi di loro, in uno scontro a fuoco riesce a decimare la banda. Alcuni sopravvissuti riescono a fuggire e, inseguiti dal loro ex compagno e dal gruppo di tagliagole ingaggiati allo scopo, riparano in Messico raggiungendo il villaggio dove vive la famiglia di uno di loro. Qui Pike e i sopravvissuti si trovano a doversi accordare con Mapache (Emilio Fernández), comandante, autonominatosi generale, delle truppe lealiste del vicino villaggio di Agua Verde, alle prese con i ribelli di Pancho Villa. Questi propone a Pike e alla sua banda di rubare un carico di armi dell’esercito americano per un compenso di diecimila dollari e non lascia ai superstiti della banda possibilità di rifiutare l’incarico. Il furto va a buon fine ma un membro della banda trattiene per sè una cassa di fucili per armare gli abitanti del villaggio dove abita la sua famiglia che erano sostenitori del ribelle Pancho Villa. I soldados si accorgono subito del furto e ne catturano l’autore e, dopo averlo torturato, lo uccidono. Pike e i restanti membri della banda per vendicare l’amico, pur in enorme inferiorità numerica, ingaggeranno uno scontro a fuoco con i militari al termine del quale l’intero villaggio sarà raso al suolo e in cui moriranno tutti i militari e quasi tutti i componenti della banda.

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