Paolo Del Debbio ha condotto ieri sera una nuova puntata di “Quinta Colonna”, in onda come sempre alle 20.30 su Rete 4. Si è tornati a parlare di terrorismo ed emergenza sicurezza, soprattutto a Roma dove tra pochi giorni si aprirà ufficialmente il Giubileo indetto da Papa Francesco: come sono cambiate le cose dopo i tragici fatti di Parigi? La capitale è davvero blindata? Franco Gabrielli, prefetto di Roma, ha lanciato un messaggio ai cittadini dicendo che bisogna continuare la vita di tutti i giorni. Il prefetto ha ribadito che non ci sono zone franche o dove la polizia non entra, perché i controlli vengono effettuati ovunque. Anche in Vaticano le misure di difesa sono molto alte. Ma quali sono le dotazioni dei poliziotti? La polemica è scattata subito dopo la segnalazione dei sindacati su presunti giubbotti antiproiettile scaduti. Nelle caserme italiane le cose non vanno bene e le immagini parlano da sole, perché le criticità sono evidenti. I poliziotti, dal canto loro, si dicono sempre pronti ad effettuare i loro interventi, per non far pesare mai la carenza strutturale ai cittadini. Il giubotto antiproiettile è importantissimo ma si tratta di una protezione per armi corte, a potenzialità limitata, che sarebbero sicuramente insufficienti in caso di attacco terroristico. Nel 1992 c’erano 90 milioni di euro, oggi solo 15 a disposizione, come ha spiegato Gianni Tonelli, segretario del Sindacato Autonomo di Polizia. Chiaramente dieci anni consecutivi di tagli si fanno sentire. Emanuele Fiano non vuole sentir dire che ci sono stati dieci anni di tagli, perché nelle ultime due leggi si stabilità ci sono stati gli sblocchi salariali.



In un apposito servizio abbiamo visto da dove partirebbero le armi per i Paesi arabi. Lo stabilimento italiano che produce le armi è in provincia di Cagliari e nell’interrogazione parlamentare al Governo del M5S si legge che lo Stato Islamico ha avuto disponibiità di armamenti provenienti dall’Arabia Saudita. Del Debbio ha spiegato che non vuole far chiudere l’azienda ma far capire che dietro l’Isis e lo Stato che si sta costituendo vi è in realtà un grande interesse economico, stati e aziende che tra di loro producono e vendono armi. Per questo dobbiamo concentrarci sull’abbattimento dell’Isis, ma anche stare attenti sulle interconnessioni e gli interessi che ci sono dietro questi fatti che stanno avvenendo. Salvatore Stefio, ex combattente in Iraq, era nel 2004 socio dell’agenzia di sicurezza Praesidium e ha raccontato a Del Debbio la sua esperienza, sottolineando soprattutto a quale livello di barbarie possono giungere i terroristi. Egli infatti è stato rapito ed è riuscito a salvarsi grazie all’intervento americano. Ora si occupa di formazione per trasmettere consigli alle persone che vanno a fare il suo stesso lavoro e indirizzarle su come affrontare eventuali situazioni simili a quella che lui ha vissuto.

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