Tutto inizia dalla galera. Sì, davvero, niente scherzi. Così ha raccontato lo stesso Leonardo Pieraccioni che, proprio lo scorso anno, si è trovato impegnato per una presentazione cinematografica dietro le sbarre del carcere di Prato. “A evento terminato mi sono fermato al buffet e mi sono accorto di come parlassi con tutte le persone senza sapere se queste fossero di passaggio oppure ‘ospiti’ del carcere. Lo cercavo di capire soltanto dalle conversazioni”. E proprio così, allora, nasce l’idea di un film che davvero metta al centro dell’attenzione questo equivoco, divertentissimo e a tutti gli effetti reale. 



Il Professor Cenerentolo – con la regia di Leonardo Pieraccioni anche primo protagonista e con Laura Chiatti, Davide Marotta, Sergio Friscia, Massimo Ceccherini e Flavio Insinna tra gli altri – porta su grande schermo la storia di uno sfigatello ingegnere, tale Umberto, colto in fragrante nel tentativo di rapinare una banca. Purtroppo l’unica cosa che è riuscito a conquistarsi sono quattro anni di carcere in una splendida isola italiana: quella di Ventotene. La sua passione per il cinema lo catapulterà nell’avventura di divenire regista (seppur in manette) e la sua buona condotta lo aiuterà a evadere, ogni mattina, dal carcere, per qualche ora. Conoscerà Morgana e se ne innamorerà perdutamente. Ma… come dirle che lui in realtà è un carcerato?



Una commedia veramente ben fatta, per nulla banale e molto divertente che con piacere e buon gusto arricchisce lo spettatore di emozioni e risate sanissime. Di gran lunga qualitativamente superiore alla media italiana, Il Professor Cenerentolo vede una sceneggiatura molto interessante, zeppa di spunti di riflessione ma di vero divertimento al tempo stesso. Una bravura attoriale dovuta a comici ben preparati, che con semplicità aiutano Pieraccioni nella pienissima riuscita di questo prodotto e nell’uscita rapida dal film Pieraccioniano che oramai tutti conosciamo.

Come infatti gli amatori del toscanaccio in questione ben sapranno, è sempre lo stesso Pieraccioni in primis ad aver impersonato – nelle sue commedie precedenti – i panni dell’uomo-burattino, o tutt’al più quelli di un amante tanto sincero, buono d’animo e generoso da dover sempre soffrire a causa della Venere amata. Ma stavolta ben diverso è il suo ruolo, che al contrario mente, astuta e furbetta per tutto il corso del film. Un po’ di sana scorrettezza allora da parte di Umberto che cercherà di mantenere il suo “regale” segreto fino alla fine, e che poi cercherà di farsi perdonare per averlo fatto nel modo più incredibile e divertente possibile.



Una sinossi quasi fiabesca, aiutata dalla fotografia magnifica che la stessa Ventotene regala in piena estate, rendonoIl Professor Cenerentolo uno di quei film che sicuramente arriveranno al grande successo. Tanto di cappello al fatto che non siano presenti le scorrettezze linguistiche solitamente protagoniste nelle produzioni italiane, mentre sono invece numerosi i richiami alle diverse provenienze italiche. Dal padrino Don Vincenzo (Sergio Friscia), che più e più volte recita quasi totalmente in siciliano stretto, ai giochi di parole e di “C” aspirate dei protagonisti toscani in questione, sino all’apoteosi del “romanaccio” convinto con la brava Morgana (Laura Chiatti, peraltro dalla bravura sicuramente rivalutabile proprio grazie a questa pellicola).

Un insieme di cose belle che sono certa riuscirà ad attirare l’interesse di spettatori i più disparati e differenti gli uni dagli altri, senza lasciar nessuno di questi deluso. Un bel film che merita di esser visto e che a oggi posso personalmente classificare come la miglior pellicola di commedia italiana che io abbia mai visto. Un applauso a tutto il cast, e a Leonardo Pieraccioni in particolar modo, che dopo tanti anni di carriera è ancora capace di rinnovarsi, portando su grande schermo un prodotto ben lontano dalla banalità, come dalla noia.