“Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…”. Inizia così una delle saghe cinematografiche più famose della storia, “Star Wars”, arrivata (a dieci anni dal sesto e 38 anni dopo il primo episodio che vinse 7 Oscar ed ebbe ben 22 nominations) al suo settimo appuntamento con il film Guerre stellari – Il risveglio della forza, nelle sale italiane da domani 16 dicembre. Una pellicola avvolta nel più profondo mistero. Quasi nessuno ha avuto la possibilità di assistere alle (rare) anteprime del nuovo film. Diciamo quasi, perché in realtà solo Han Solo ha potuto vederlo, ma da solo e solo per qualche minuto. E nonostante suo fratello maggiore Bobby avesse il viso rigato di lacrime, neppure al grande Bobby Solo è stato concesso questo privilegio.



Dunque, come sarà il film diretto da J.J. Abrams che da domani, ne siamo certi, detterà legge al box office? Quasi (per il motivo di cui sopra) nessuno lo sa, neppure lo Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per l’universo, cinematografico e non. E tantomeno, parola di Zinga, lo saprà Lucas. Chi è Lucas? Lucas Marchegiani? Nooo, non è uno sportivo. Lucas Carboni? Macché, mica è un cantante, benché Mika lo sia. Lucas Argentero? Ahi ahi, ahi, siamo lontani, non è attore, e nemmeno italiano.



Vi arrendete? Siiì? Allora ve lo diciamo noi: trattasi di George Lucas, professione regista, praticamente il “papà” di Star Wars. Il quale, da quando ha venduto la sua casa di produzione, la Lucasfilm, alla Disney tre anni fa, portandosi a casa la bella sommetta di 4 miliardi di dollari (con cui ha subito acquistato due “sgusci” e un’astronave Millennium Falcon a gasolio, per consumare meno) ha dovuto dire addio alle royalties sui diritti della quadrilogia di Indiana Jones e dell’intera saga di Star Wars. Né potrà dirigerne i nuovi film, limitandosi a un contributo, nella sceneggiatura. Forse perché alla Disney, stando a una sua recente intervista, non sono piaciute le sceneggiature originali già delineate per i sequel e anche per una serie di spin-off, che nel linguaggio dei media indicano quei film (ma anche fiction televisive, oppure fumetti, romanzi o videogiochi) ideati traendo spunto da personaggi di opere preesistenti. Ma alla fin fine, che cosa ha bocciato a Lucas la Disney? Che titoli ha cestinato relegandoli nel lontanissimo e desertico pianeta di Tatooine?



Nessuna pietà è stata concessa alla sudata ironia (o presunta tale) diGuerre Ascellari. “Tanto tempo fa, in una cavità tra braccio e spalla lontana lontana…”: sarebbe iniziata così la versione… scapolare di Star Wars – La forza della puzza, realizzata alle Seychelles per conto della società afro-elvetica “Parfume de Vacheron”. Una pellicola molto originale: un film dove le numerose “spalle” avrebbero fatto letteralmente sparire il protagonista dalla scena.

Forti perplessità ha pure destato l’esasperato sarcasmo di Guerre Mascellari. Solito inizio: “Tanto tempo fa, in una cavità orale lontana lontana…”: una versione odontoiatrica di Guerre Stellari che sarebbe uscita con il titolo di Star Wars – La forza dell’alito. La casa di produzione Tartaro Film avrebbe appoggiato da subito il finanziamento della pellicola, affermando che “il trailer diffuso in alcune zone dell’Europa orientale e della Siberia (patria dei Tartari di buzzatiana memoria) avrebbe provocato un passaparola di bocca in bocca davvero benaugurante”. Un accenno alla trama: la storia ruota intorno alla volitiva mascella del volitivo protagonista, Jedi Man Dìbola. Un originale mix di avventura e fantasy, con una giusta dose di peripezie e divertimento. Basti pensare che in una delle scene più spassose, R2-D2 e C-3P0, bloccati dalla Guardia di Finanza Interstellare, avrebbero dovuto scandire i propri codici fiscali. I boss della Disney hanno riso a denti stretti, e non sganasciandosi affatto, hanno rispedito idee e trailer al mittente. In Siberia!

Maggiori speranze di realizzazione, seppure per brevissimo tempo (pare uno o due nanosecondi-luce) han goduto due film come Guerre Sperlari e Thè Star Wars, non foss’altro che per l’importanza del marchio degli sponsor che avrebbero condotto in porto l’intera operazione, dalla produzione alla distribuzione nelle sale di tutto il mondo. “Tanto tempo fa in una mostarda lontana lontana…”: così sarebbe iniziato Star Wars – La forza della dolcezza, ambientata a Cremona in un torrone (beninteso, non il classico dolce cremonese, ma una torre altissima, protesa nello spazio siderale), mentre l’incipit di Thè Star Wars – La forza del detheinato(“Tanto tempo fa, in una tazzina lontana lontana…”)invece di calmare gli animi dei dirigenti Disney, li ha letteralmente mandati fuori… di thèsta!

Povero George Lucas… Una serie così lunga di insuccessi personali non l’aveva mai sperimentata. Sceneggiature cassate (un dirigente Disney ha parlato con disprezzo di “cazzate di sceneggiature!”), abbandonato persino dai fidatissimi Yoda, Chewbacca e Obi-Wan Kenobi, che gli sono sempre stati amici, nessun invito alle anteprime della creatura cinematografica che più lo ha reso famoso. In questi casi, la Forza sarebbe venuta a meno a chiunque, persino a un cavaliere Jedi. Sicché, ora, macerato dalla delusione, è aduso aggirarsi nelle notti di Hollywood senza compagnia alcuna. Vagabondo solitario proprio come uno dei suoi personaggi più amati dal grande pubblico, Han Solo. Quelli della Disney gli hanno pure affibbiato un perfido soprannome: Han Solo Soletto. Che la Forza sia con lui!