Audrey Dana è al suo primo lungometraggio e in questo caso il “Buona la prima!” non è affatto scontato. Ma lei, giovane promessa del cinema francese già conosciuta in patria per lavori divenuti poi internazionali quali Roman de gare di Claude Lelouch, Welcome di Philippe Lioret, o, ancora, rivelatasi al grande pubblico parigino con la commedia teatrale “Un paradiso in terra”, gli applausi se li merita tutti. 



Sì, perché anche nelle sale cinematografiche italiane la incontriamo con una commedia tutta al femminile dal titolo 11 donne a Parigi. La storia, scritta a due mani con la pluripremiata Muriel Magellan e con l’aiuto della sceneggiatrice Raphaelle Desplechin, racconta la quotidianità di 11 ragazze normali, cariche di problemi come ognuno nella vita. Ma con un qualcosa di diverso da tutte le altre: il coraggio di non arrendersi mai e poi mai anche davanti alle più ardue difficoltà.



“Ho prestato moltissima attenzione al non cambiar troppo le loro personalità, intendo quelle attoriali piuttosto che quelle da mettere in scena”, racconta la regista. “Le ragazze con le quali ho lavorato per la realizzazione di questo film, infatti, mi hanno insegnato moltissimo. Sono stati probabilmente i due mesi più interessanti di tutta la mia vita”. Attrici sorprendenti nei panni di femmine, ancor prima che donne. Madri, ma anche manager in carriera, oppure semplici amiche, single o sposate che siano. Ognuna di loro conserva pregi, difetti e segreti. 

Si inizia con Rose (Vanessa Paradis), bionda sexy ma troppo presa dal suo lavoro. Non ha tempo per nient’altro che non sia la sua scrivania e il suo computer. Poi c’è Adeline (Alice Belaidi), personal secretary di Rose, oltre che sua fida amica. Il suo capriccioso capo le rende la vita impossibile, e anche l’imprevisto le renderà le cose ulteriormente complicate. Agathe (interpretata dalla splendida Laetita Casta) invece è avvocato, brama l’amore più di qualsiasi altra cosa, ma ogni sua relazione sentimentale risulta poi essere un incontro-scontro con un uomo che non fa per lei. La sua migliore amica Jo (Audrey Dana, anche regista ricordiamolo) alle conseguenze non ci pensa mai, e allora si “fidanza” con un uomo sposato. Ma la mogliettina del traditore, Inès (Marina Hands), si accorgerà presto che qualcosa non stia poi andando nel verso giusto, cercando tutto il coraggio posseduto dentro di sé per riuscire una volta per tutte a far fronte ai problemi della vita di coppia. Il capo di Inès si chiama Lily (Isabelle Adjani) ed è una stilista alla moda tormentata dalla paura delle rughe di troppo. Insomma, pressoché insopportabile!



Non mancheranno le emozioni forti, oltre che le risate, con un personaggio tanto autoironico quanto riflessivo; quello di Sam (Sylvie Testud), depressa e malata immaginaria, tuttavia obbligata poi ad affrontare un cancro reale. Proprio così, infatti, capirà quanto la vita sia degna di essere vissuta e, in un certo senso, quanto tutto sia temporaneo su questa terra. Ultimi ma non meno importanti Ysis (Gèraldine Nakache), che capirà nel corso di tutto il racconto quanto l’amore per i figli sia il più sincero e inossidabile fra tutti, e Sophie (Audrey Fleurot), impaurita da un terribile segreto che per anni si è portata dentro. Colpo di grazia (o di testa) quello di Fanny (Julie Ferrier), autista di autobus noiosamente sposata da oramai 15 anni, che riscoprirà il “vero” senso della vita proprio al seguito di… una botta forte forte! 

Veramente tanti i temi toccati da 11 donne a Parigi, nonostante il cast sicuramente importante ma altresì impegnativo. Nulla pare dato al caso né tanto meno sembra venga sottovalutato. La bravura di Dana è soprattutto rintracciabile grazie alle sottili velature che permettono allo spettatore di non distogliere l’attenzione da un passaggio all’altro. E, per di più, decisamente molto apprezzabile il continuo “sbalzo” umorale provocato su grande schermo. Le risate infatti non mancheranno per tutto il corso del film, ma al tempo stesso saranno tanti i momenti in cui si sarà inevitabilmente portati a riflettere, quasi fosse questo un prodotto cinematografico capace di guardarci dentro, di psicanalizzarci in un qualche modo. Molto emozionante e, dunque, coinvolgente. Assolutamente consigliatissimo.