Tra i tanti artisti internazionali che saranno presenti al Concerto di Natale, in onda su Canale 5, un ruolo del tutto particolare spetta ad Angélique Kidjo, una delle cantanti africane più famose in assoluto. Nata a Ouidah, in Benin, nel luglio del 1960 ha iniziato a cantare sin da piccola in Yoruba per poi “convertirsi” al francese e all’inglese, lingue che le hanno consentito di allargare in maniera esponenziale la sua popolarità internazionale. Nel corso della sua carriera ha inciso tredici album in studio, a partire da “Pretty”, con il quale ha esordito sulla scena artistica nel 1988. È però “Djin Djin” il suo lavoro più celebre, grazie al quale ha ottenuto il Grammy Award nel 2008. Un lavoro al quale ha collaborato una lunga schiera di celebrità della musica contemporanea, a partire da Peter Gabriel, Alicia Keys, Joss Stone, Branford Marsalis, Joss Stone, Carlos Santana, Ziggy Marley, Carmen Consoli e Youssou N’Dour.



Oltre alla musica, Angélique Kidjo si è dedicata nel corso degli anni con grande forza ad un continuo impegno sociale testimoniato dalla creazione di Batonga, una associazione che è attiva nel processo per la scolarizzazione primaria e secondaria delle ragazze africane. Dal 2002 è anche ambasciatrice Unicef, mentre di recente ha aderito alla campagna che cerca di allargare il processo di vaccinazione al fine di contrastare la diffusione della poliomielite nel continente africano. Nel corso di una intervista rilasciata a Repubblica la cantante beninese ha ricordato il suo debito verso la grande Miriam Makeba. Ha poi voluto ricordare di essere nata in una famiglia povera, che non ha mai ostacolato la sua passione verso la musica. Proprio per questo spera che la sua storia possa essere fonte di ispirazione per le tante ragazze africane che hanno lo stesso sogno, come la storia di Mama Afrika lo è stata per lei. Ha anche affermato che la quantità di problemi vissuti dal suo continente è realmente sconfortante e spesso in grado di scoraggiare chi voglia cercare di adoperarsi per la loro risoluzione. Alla radice di tutto, secondo Angélique Kidjo, c’è la povertà, in grado di condizionare anche la salute e l’alimentazione, riflettendosi sull’arresto dello sviluppo di molte persone. Una miseria che si riflette peraltro sull’istruzione, impedendone la diffusione.

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