Si riaprono le indagini su Angela Celentano e Celeste Ruiz, uno dei casi di cui si parlerà questa sera nella nuova puntata di “Chi l’ha visto?” su Rai Tre. La vicenda ha inizio il 10 agosto 1996, quando durante una gita familiare sul monte Faito, scompare la bimba che allora aveva solo 3 anni. Immediatamente si pensò a un incidente, e subito venne battuta la zona palmo a palmo dai genitori. Passarono le ore e ai familiari si unirono le forze dell’ordine, insieme e centinaia di volontari giunti da tutta la Campania, ma nessuna traccia della bambina. L’ultima volta che Angela fu vista stava scendendo un piccolo sentiero scosceso insieme con altri due giovani ragazzini, ma nessuno riuscì a capire cosa avvenne dopo.



Via via che i giorni passavano la vicenda diventava più intricata. Il corpo della bambina non fu mai rinvenuto, e questo fece pensare a un rapimento. L’allontanamento volontario era, infatti, da escludersi in virtù della giovane età di Angela: ma chi aveva potuto rapire quella dolce bambina? Gli inquirenti provarono a battere tutte le tracce, la famiglia non era particolarmente benestante, cosa che escludeva il rapimento a scopo di estorsione, si provò a visionare centinaia di ore di registrazioni delle gite familiari di quel venerdì maledetto di metà agosto, alla ricerca di un flebile indizio ma nulla emerse.



Nel 1999 viene indagato lo zio per sequestro di persona, ma la vicenda finisce in una bolla di sapone, poiché non si riescono a trovare le prove che l’uomo abbia effettivamente qualche legame con la vicenda della sparizione della piccola. La famiglia non si dà per vinta, e continua le sue ricerche. I parenti soprattutto la madre, appaiono in tutte le trasmissioni televisive, stampano centinaia di migliaia di volantini, organizzano gruppi di ricerca sui più noti social network, controllano personalmente tutti i falsi allarmi che negli anni si succedono. La madre scrive persino un libro per finanziare i costi della ricerca della bambina, incontra i parenti delle altre persone scomparse (la famiglia Pipitone e la famiglia Orlandi tra gli altri), scrive decine di lettere ai politici nazionali ed europei.



Nel 2010 l’ennesimo colpo di scena. Alla sorella di Angela giunge una mail dal Messico, il corpo della lettera recapitata tramite posta elettronica faceva capire che era la stessa Angela che scriveva, e che non voleva essere cercata perché si era ricreata una vita, nella sua nuova famiglia ed era felice. Nelle innumerevoli mail la sconosciuta dice adesso di chiamarsi Celeste Ruiz, e che ci tiene a far sapere ai suoi genitori naturali che sta bene, ma che non ha intenzione di lasciare la sua famiglia adottiva.

La corrispondenza va avanti per qualche mese, alla fine i carabinieri napoletani vogliono vederci chiaro e si recano in Messico, scoprono insieme ai colleghi della polizia messicana che la corrispondenza era tenuta da un uomo, uno psicologo 40enne, Jose Manuel Vasquez. L’uomo è interrogato dalle autorità, che alla fine decidono che si tratta del solito mitomane, spinto da chissà quale motivo, a soffiare sul dolore di una famiglia che da quasi vent’anni non si da pace per aver perso la loro piccola bambina.

La pista messicana però non si è mai chiusa, di questi giorni la risposta alla rogatoria internazionale richiesta dalla procura partenopea. Anche la procura messicana vuole vederci chiaro, e su spinta del ministro della giustizia italiana ha promesso di ripercorrere l’intera vicenda. Il sospetto è che Vasquez possa essere il terminale di un’organizzazione dedita alle adozioni illegali, e che la sua voglia di avvicinare la famiglia Celentano, sia dettata dal rimorso per la sparizione della piccola. Per questo motivo alcuni investigatori italiani ritorneranno nel paese centro americano, l’intenzione dei carabinieri è chiara, recuperare indizi che possano spingere verso un rafforzamento della collaborazione italo-messicana, o chiudere definitivamente la posizione internazionale e tornare a concentrarsi sulla pista interna, per cercare di sbrogliare una matassa che ha avuto inizio quasi vent’anni fa.